KCK: I problemi in Iraq vanno risolti con la democratizzazione
Come Movimento di Liberazione Curdo, come abbiamo detto all’inizio del conflitto a Kirkuk, il nostro approccio si basa sulla soluzione di tutti i problemi attraverso il dialogo e la democratizzazione. Manterremo questo approccio anche d’ora in avanti.
La Co-presidenza dell’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK) ha rilasciato una dichiarazione sui recenti sviluppi nel Kurdistan del sud.
La dichiarazione della KCK recita come segue:
“Condanniamo l’approccio di soluzione dei problemi con mezzi militari invece che con il dialogo a Kirkuk e Shengal e dichiariamo che non accetteremo mai simili atteggiamenti aggressivi nei confronti del nostro popolo. La Terza Guerra Mondiale che continua in Medio Oriente ha raggiunto un livello nel quale verranno determinati i nuovi equilibri di potere e lo status quo. Per questa ragione le forze anti-curde hanno aumentato i loro attacchi per impedire ai curdi di avere un posto influente e di ottenere uno status nei nuovi equilibri.
I recenti sviluppi hanno provato che il problema principale nel Medio Oriente è la questione curda. Le politiche genocide della Turchia e gli attacchi nel Kurdistan del nord, l’ostilità nei confronti dei curdi del Rojava, continui attacchi per impedire ai curdi di raggiungere una vita libera e democratica nel Rojava, i tentativi di espellere i curdi da Kirkuk, e gli attacchi contro le terre yazide da parte dell’esercito irakeno e delle forze Hashd al-Shaabi affiliate, manifestano chiaramente questa realtà.
Kirkuk è stata attaccata per via del referendum sull’indipendenza che non si basava sull’unità nazionale e il parlamento – la volontà del popolo – ed è stato svolto senza calcolare i possibili risultati e prendere precauzioni. La politica dello Stato turco e dell’AKP di mettere insieme le parti anti-curde e di indicare i curdi, in particolare Kirkuk, come obiettivo, ha dato i suoi primi risultati con gli attacchi contro Kirkuk.
A fronte di questi approcci aggressivi, l’Amministrazione Federale del Kurdistan del sud e i peshmerga si sono ritirati da Kirkuk e da varie città curde senza resistenza. I guerriglieri delle HPG e volontari civili non hanno lasciato la città fino all’ultimo momento e hanno difeso la popolazione. Ma le forze del Kurdistan del sud in possesso di armi pesanti non hanno sostenuto questa resistenza.
Un giorno dopo, le posizioni che guerriglieri di YBŞ e HPG avevano lasciato al KDP per evitare un conflitto a Shengal sono state consegnate alle forze Hashd al-Shaabi senza alcuna resistenza. Nel compiere questi passi il KDP non ha avuto alcun dialogo con le forze di autodifesa del popolo curdo, la guerriglia e il nostro movimento.
Nell’ambiente militare e politico creato dalla Terza Guerra Mondiale in Medio Oriente, recenti sviluppi in Siria e Iraq che riguardano i curdi da vicino e la guerra prosegue nel Kurdistan del nord, hanno fatto crescere ulteriormente l’esigenza di raggiungere l’unità nazionale e di sviluppare un atteggiamento nazionale.
Oltre al congresso nazionale e all’unità nazionale, la mancanza di dialogo e di una posizione comune rispetto a questioni importanti crea già una grande debolezza per i curdi e porta a risultati negativi. A questo riguardo tutti i gruppi politici curdi devono urgentemente riunirsi e sviluppare una posizione comune rispetto agli sviluppi che potrebbero creare minacce e pericoli per i curdi.
È ovvio che i curdi affronteranno gli stessi problemi in futuro che stanno affrontando a Kirkuk, Shengal e nel Rojava oggi. Dato che il problema principale nel Medio Oriente è la mancanza di una soluzione della questione curda, i curdi affronteranno molti problemi durante il processo di disambiguazione degli equilibri nell’ambito della Terza Guerra Mondiale. Per questo il dialogo e le relazioni tra curdi sono diventate più importanti che mai.
La ragione che sta dietro alla mancanza di una soluzione della questione curda e agli attacchi contro I curdi è la mancanza di un processo di democratizzazione nel Medio Oriente. Quindi il percorso di una soluzione passa fondamentalmente per la democratizzazione. Gli approcci nazionalisti, basati sullo Stato Nazione rendono più gravi i problemi invece di risolverli. Il referendum nel Kurdistan del sud ci ha mostrato che approcci nazionalisti e statalisti non risolveranno alcun problema. L’unico modo di risolvere il problema dell’Iraq è di lottare per la democratizzazione del Kurdistan del sud e dell’Iraq. Cercare un altro percorso invece della democratizzazione dei Paesi del Medio Oriente nel suo complesso, è una delusione e non otterrà alcun risultato che non quello di aggravare i problemi già esistenti. A questo riguardo, coloro che lottano per la libertà e la democrazia devono basarsi sulla democratizzazione fondata sulla Nazione Democratica. Questo vale per tutti i Paesi e popoli tanto quanto vale per i curdi.
La questione di Kirkuk si può risolvere nell’ambito dell’approccio della Nazione Democratica e dell’autonomia. Kirkuk è una città dove curdi, arabi e turkmeni vivono insieme. Senza dire “Kirkuk appartiene a questo gruppo” o “Kirkuk appartiene a quello”; costruendo un sistema basato sulla Nazione Democratica e la fratellanza tra i popoli, Kirkuk può essere un modello per tutto l’Iraq e il Kurdistan del sud. Se vogliamo che Kirkuk diventi un fattore di pace e stabilità anziché un fattore di conflitto, questo è il modello migliore.
Una parte significativa della popolazione curda di Kirkuk è stata costretta a lasciare la città dopo gli attacchi di Iraq e Hashd al-Shaabi. Questo non è accettabile. La popolazione curda deve tornare a Kirkuk e nessun potere politico dello Stato dell’Iraq deve impedirlo. Se l’Iraq persegue una politica di modifica della demografia della città, questo creerà continue tensioni e conflitti. Di questo non beneficia alcuna nazione né alcun potere politico, compresi i curdi.
Come Movimento di Liberazione curdo sosteniamo una coesistenza libera, autonoma e fraterna della popolazione curda con la popolazione araba, quella turkmena e quella siriaca a Kirkuk. Compiremo sempre uno sforzo e adempiremo le nostre responsabilità per aiutare la popolazione curda e la popolazione di Kirkuk a raggiungere una vita del genere. Non accetteremo mai gli sforzi di de-curdizzazione a Kirkuk. L’opinione pubblica democratica e i curdi devono mostrarsi sensibili a questo riguardo.
Come Movimento di Liberazione Curdo, come abbiamo detto prima dell’inizio del conflitto a Kirkuk, il nostro approccio si basa su una soluzione di tutti i problemi in Iraq attraverso il dialogo e la democratizzazione. Manterremo questo approccio anche d’ora in avanti.
Il nostro popolo yazida a Shengal ha affrontato un genocidio dopo l’attacco di ISIS il 3 agosto 2014. Né il governo centrale irakeno né l’amministrazione del Kurdistan del sud ha protetto il popolo yazida. Un’amministrazione centralista come quella vecchia, non eliminerà il rischio di un altro genocidio contro gli yazidi.
Per questa ragione il Consiglio yazida deve essere autonomo e la regione deve essere difesa dalle forze di difesa yazide. Il Movimento di Liberazione Curdo continuerà a compiere il proprio dovere e adempiere le proprie responsabilità perché gli yazidi abbiano un’amministrazione e un’autodifesa autonome.
Il nostro popolo deve essere consapevole degli attacchi contro di lui ed essere sensibile rispetto al raggiungimento di una vita libera e democratica da parte dei curdi e degli altri popoli a Kirkuk. Il popolo curdo deve alzare il livello della solidarietà con gli yazidi contro gli attacchi a Êzidîxan e deve stare al fianco degli yazidi.”