I partiti curdi invitano al boicottaggio delle elezioni presidenziali iraniane
KODAR, PJAK, KJAR e KCR hanno invitato al boicottaggio delle elezioni presidenziali che si svolgeranno in Iran il 19 maggio. La Società Democratica e Libera del Kurdistan Orientale (KODAR), il Partito della Vita Libera del Kurdistan (PJAK), la Comunità delle Donne Libere del Kurdistan Orientale (KJAR) e la Società della Gioventù del Kurdistan Orientale (KCR) hanno tenuto una conferenza stampa congiunta rispetto alle prossime elezioni presidenziali in Iran.
La dichiarazione congiunta a nome dei partiti è stata letta dal co-presidente del KODAR Fûad Beritan che ha sottolineato che i conservatori e riformisti sono rimasti sordi di fronte alle richieste della società e hanno combattuto per il potere.
La dichiarazione afferma quanto segue:
“Le 12e elezioni presidenziali e delle assemblee delle città e dei villaggi hanno portato a diversi dibattiti in Iran dato che l’Iran, la regione e il mondo stanno attraversando un periodo molto critico. Le elezioni e i risultati potrebbero risultare in un notevole cambiamento in Iran e nelle politiche dei Paesi esteri rispetto all’Iran. A questo riguardo, i risultati elettorali avranno anche un effetto rilevante sulle dinamiche interne e le aree sociali.
A seguito di una dichiarazione che abbiamo rilasciato il 31 marzo, nella quale abbiamo enfatizzato l’importanza della democratizzazione per l’Iran e la regione, il 23 aprile abbiamo annunciato una road map, mettendo in evidenza un nuovo processo di risoluzione dei problemi esistenti in Iran. Un’altra dichiarazione che abbiamo rilasciato il 6 maggio conteneva le prospettive per una soluzione in linea con le richieste delle dinamiche, della società e delle aree sociali, attraverso le quali abbiamo cercato di vedere se le richieste della popolazione venivano rispettate e se veniva attribuita importanza ai loro valori.
Tuttavia si è visto sia nei dibattiti e nella propaganda dei candidati durante questo periodo che nessuna area politica ha alcun progetto per rispondere ai bisogni e alle aspettative della società. Entrambe le parti stanno girando in tondo. Il discorso populista dei conservatori ha una lunga storia e ha raggiunto il picco con l’elezione di Mahmoud Ahmadinejad a presidente nel 2005. Il fatto che la linea dei riformisti non risponda e non rispetti le richieste della società è stato chiaramente visibile nelle 11e elezioni presidenziali nel 2013. Alla richiesta della società di autogovernarsi che ha una voce e attiene a un nuovo futuro non è stato mostrato alcun rispetto.
Il fatto di coprire e ignorare problemi ha formato la base per far emergere nuovi problemi in Iran. Attraverso populismo, creazione di affollamento politico e accuse reciproche, si vuole distrarre la percezione del pubblico verso varie direzioni e rendere le persone incapaci di discutere dei propri problemi. Il problema più grande è la Costituzione Iraniana che si basa sul centralismo, raccoglie tutte le autorità in una mano e non permette alla società di governarsi da sé. L’ostruzione della partecipazione delle donne nei meccanismi decisioni e la connivenza dei loro problemi rivela il fatto che sono state spinte ai margini della società, risultando nel fatto che la loro realtà viene ignorata. Anche questo caso in sé basta per vedere quanto rispetto viene mostrato alla popolazione, alla democrazia, alla pace e alla società. Questo è un sistema che concentra i suoi sforzi sull’ostacolare le donne che costituiscono la metà della società, in termini di abbigliamento, di partecipazione biologica e politica.
Questo sistema raccoglie tutte le autorità dal punto di vista sociale, politico, economico e culturale in una sola mano, non accetta atteggiamenti critici, rappresenta se stessa come immacolata e la migliore, cerca di disciplinare la società attraverso l’economia e cerca di creare una società distratta che rinuncia a tutti i diritti e pensa solo al tornaconto economico. Questo è anche uno sforzo per rovinare la base dell’economia sociale.
Attribuire così tanta importanza alla sicurezza militare e informativa mira a tenere la società sotto un controllo costante e a creare una moderna tirannia.
La mancanza di un candidato eletto dal popolo per rappresentarlo e per presentare soluzioni ai loro problemi e la presenza di candidati che tradiranno la società creano problemi maggiori usando i loro problemi per rendere la gente dipendente dal sistema centralista rivela questa realtà. L’obiettivo è di avere un aspetto democratico verso l’esterno e apparire all’interno del Paese. Questo rende le elezioni in Iran un gioco complicato, il cui ruolo guida viene svolto dal governo e dalla falsa opposizione.
A questo punto non dobbiamo permettere che le elezioni dei consigli cittadini e dei villaggi vengano oscurate dalle elezioni presidenziali. La Repubblica Islamica dell’Iran intende attirare l’interesse verso le elezioni presidenziali e rendere irrilevanti e prive di valore le elezioni dei consigli cittadini e dei villaggi.
Per questa ragione un ampio territorio che ospita non-persiani in Iran è stato trasformato in un’area dove appaiono e vengono eletti solo persiani, aprendo la strada al sequestro di potere da parte di persone che ignorano la volontà della società, raccolgono tutta l’autorità in una mano e pensano solo a se stessi su una base opportunista e rivolta ai propri interessi. Ciascuna di queste persone e diventata un tiranno del regime iraniano che insegue il potere. Il governo, i vuoti nella legislazione iraniana e istituzioni create illegalmente non permettono mai lo sviluppo delle istituzioni locali. È la scelta della popolazione di vitare nelle elezioni dei consigli cittadini e di villaggio quando persone oneste e approvate dalla popolazione concorrono come candidati. Questo non significa che il regime sia legittimo. Questa è una decisione e un diritto della popolazione nelle amministrazioni locali.
Le figure politiche ai vertici del sistema iraniano stanno facendo trucchi rispetto alla memoria storica e politica della società, fingendo di essere un’opposizione.
Gli sporchi affari fatti dai conservatori e riformisti sulla società devono essere definitamente condannati. Nella situazione attuale, noi come KODAR; PJAK, KJAR e KCR condanniamo e boicottiamo la partecipazione alle elezioni presidenziali iraniane come dovere storico.”