La nuova “Strategia Anti-Terrorismo“ di Erdogan: spopolare e bombardare le zone delle operazioni
Il Presidente turco Erdogan sembra intenzionato a percorrere vie più radicali nella guerra contro la popolazione civile curda. Dopo l’ampia risonanza della sua proposta di togliere la cittadinanza turca ai “seguaci del PKK”, in un incontro al quale ha invitato ad Ankara i sindaci da diverse province della Turchia, Erdogan spiega la sua nuova idea. Il Presidente dello Stato turco spiega che a causa di trappole esplosive ci sono grandi perdite tra le forze di sicurezza e che queste perdite vanno accettate solo perché si presta particolare attenzione al benessere della popolazione civile. Spiega la soluzione di questo apparente dilemma con le parole: „Se necessario dovremo sgomberare completamente le zone dove si svolgono le operazioni e far saltare da lontano le case inabitabili.“
Attacchi dello Stato turco a Nisêbîn, Gever e Silopî
Già nell’assedio della città di Cizîr (Cizre) lo Stato turco ha sperimentato la strategia dello „spopolare e cacciare con i bombardamenti“. Così la popolazione dei quartieri assediati inizialmente veniva sfinita e spinta alla fuga da settimane di coprifuoco, prima che quelli che si rifiutavano di andarsene venissero crudelmente massacrati. Circa 150 persone hanno perso la vita negli attacchi dello Stato turco solo a Cizîr, centinaia di case sono inabitabili. Le immagini della città sono uguali a quelle delle città distrutte della Siria. Similmente grave è anche la situazione a Sur, il centro storico di Amed (Diyarbakir).
Il Presidente turco ora vuole mettere in pratica questa strategia anche nelle città di Nisêbîn (Nusaybin), Gever (Yüksekova) e Silopî (Silopi). In tutte e tre le città continuano gli attacchi delle forze di sicurezza dello Stato. Di continuo ci sono nuovi scontri con le Unità di Difesa dei Civili (YPS – Yekîneyên Parastina Sivîl) che cercano di difendere i loro quartieri dagli attacchi dello Stato turco. Secondo quanto riferiscono le YPS le forze di sicurezza turche nei loro attacchi vengono sostenute anche da jihadisti che sono riconducibili a IS o al Fronte Al-Nusra Front. Diversi jihadisti sono già stati uccisi nei combattimenti.
Sette morti in un giorno a Silopî – Abitanti in fuga dagli attacchi
Durante attacchi da parte dello Stato turco nella città di Silopî solo il 6 aprile sono stati assassinati almeno sei civili. Le forze di sicurezza turche nella mattinata hanno messo due quartieri sotto il fuoco dei missili. Diversi appartamenti nei quali al momento del bombardamento si trovavano civili sono rimasti colpiti. Dopo la morte di sette persone, gli abitanti della città hanno iniziato a lasciare le loro case e a fuggire. Inoltre circa 50 abitanti di Silopî, tra cui anche componenti del Partito Democratico delle Regioni (DBP) sono stati arrestati dalla polizia.
1.000 appartenenti alle forze speciali turche vogliono essere trasferiti
Nel frattempo si è saputo che circa 1.000 componenti delle unità speciali della polizia hanno presentato richieste di trasferimento in un altro reparto. Si tratta di forze di polizia che dall’inizio dei coprifuoco sono state impiegate nella lotta contro la popolazione curda. Gli interessati lamentano problemi nell’amministrazione, tempi di riposo troppo brevi e vitto carente. In parte si viene costretti a operazioni della durata di 48 ore. Complessivamente si starebbe diffondendo la sensazione che ora gli si fanno scontare errori fatti nel processo di soluzione. Ercan Taştekin, Presidente del Think-Tanks turco per l’analisi delle strategie per la sicurezza (GÜSAM) a partire da questa notizia spiega ce le forze di sicurezza hanno la sensazione che la loro vita viene considerata priva di valore e che si abusi di loro come apparecchi cerca-mine umani.