Politici e Intellettuali Chiedono la Libertà Per Ocalan
Un gruppo di intellettuali, politici, scrittori e artisti che hanno sottoscritto una petizione del Programma per la Libertà per Ocalan, hanno rilasciato una dichiarazione alla stampa per ridare voce alla loro richiesta per la libertà del leader del popolo kurdo Abdullah Öcalan, incarcerato nella prigione sull’isola di Imrali a partire dal 1999.
La petizione chiede la rimozione dell’isolamento imposto al leader del popolo kurdo Abdullah Öcalan e il fatto di occuparsi delle condizioni per la sua salute, sicurezza e libertà.
Gli intellettuali, artisti e scrittori si sono riuniti in una conferenza stampa a Istanbul per chiedere la fine dell’isolamento imposto a Abdullah Öcalan. Il Programma ha invitato il governo dell’AKP “a valutare i risultati delle elezioni del 7 giugno in modo corretto e prendere in considerazione il desiderio di cambiamento nella società.”
Parlando alla conferenza a nome del Programma per la Libertà per Ocalan, Zübeyde Teker ha detto che l’isolamento di Öcalan è anche un isolamento imposto a tutti i difensori della pace.
La portavoce del Programma, Eren Keskin, ha richiamato l’attenzione sul fatto che le sanzioni in contraddizione con la legge e le convenzioni internazionali hanno continuato ad essere imposte a Öcalan per 16 anni dalla cattura in un’operazione di complotto internazionale.
Keskin ha sottolineato che la pace può essere decisa e messa in pratica dalle parti che hanno combattuto in una guerra e che, se il capo di una delle parti è tenuto in ostaggio dalla controparte, non vi è alcun modo di parlare di pace. Keskin ha anche ricordato che ad Ocalan non viene permesso di vedere i suoi avvocati e la famiglia, mentre la sua libertà è una condizione necessaria per la soluzione della questione curda e perché la pace possa affermarsi in Kurdistan e in Turchia.
Successivamente Hakan Tahmaz, membro dell’Assemblea della Pace in Turchia, ha evidenziato che i colloqui, a partire dal 2005, da parte dello Stato con Ocalan, sono stati strumentalizzati dalle autorità turche e ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’isolamento del leader curdo è continuato anche in un periodo in cui avrebbe potuto avere incontri con la delegazione dell’HDP. Tahmaz ha fortemente chiesto la fine dell’isolamento di Ocalan e ha asserito che uno stato ragionevole sarebbe perfettamente in grado di valutare correttamente i risultati delle elezioni del 7 giugno e la domanda di pace del popolo così come è fuoriuscita dalle elezioni.
Uno dei fondatori del Programma, Ayşe Batumlu, ha d’altra parte sfiorato la Rivoluzione del Rojava e ha dichiarato che lo Stato turco aumenta l’isolamento di Öcalan in quanto percepisce il vento del cambiamento che soffia dal Rojava per la costruzione di una vita di libertà e di uguaglianza.
Anche Rojda di MKM ha richiamato l’attenzione sul risultato delle elezioni e ha esortato lo Stato turco a rendersi conto della domanda di cambiamento nella società.
Ender İmrek dell’Evrensel Newspaper ha detto che un vero e proprio passo per la risoluzione della questione curda richiede che il leader curdo Ocalan sia liberato.
Hakan Gürbüz del TOHAV ha ricordato l’aumento dell’isolamento di Ocalan negli ultimi 16 anni, descrivendolo come illegale e inconciliabile con le convenzioni internazionali. Gürbüz ha sottolineato che l’isolamento del leader curdo ha sempre mirato a far sottomettere il popolo curdo, aggiungendo che Ocalan deve essere in grado di avere incontri con tutti i segmenti della società e dei suoi stessi quadri per la costruzione della pace.
Un ex deputato, Ufuk Uras, ha detto che la continuazione dell’isolamento di Ocalan non significa altro che insistere sulla guerra in Medio Oriente.
L’avvocato Cengiz Çiçek dello studio legale Asrin, ha affermato che, poiché Ocalan rappresentava una parte che poteva compromettere i piani imperialisti in Medio Oriente, la cattura di Ocalan a seguito di un complotto internazionale fa parte del grande progetto sul Medio Oriente. Ha aggiunto che l’isolamento recentemente potenziato è una mossa ideologica contro la Rivoluzione del Rojava.
Zülküf Kurt, un attivista del Programma, ha richiamato l’attenzione sul fatto che Ocalan è sempre sopravvissuto agli isolamenti e la capacità di farlo viene dalla sua forte fede nella pace.
Hüseyin Koçuk del DBP, ha richiamato l’attenzione sui piani di guerra del governo dell’AKP e dei bombardamenti dell’esercito turco sui settori in cui sono di stanza le forze dell’HPG e del PKK, e ha aggiunto che i tentativi dell’esercito turco di porre fine al cessate il fuoco a favore di una guerra e l’isolamento di Ocalan, sono un attacco alla volontà determinata del popolo del Medio Oriente verso la pace.
Ebru Günay dell’Associazione dei Giuristi della Mesopotamia, ha messo in evidenza le implementazioni illegali e le sanzioni imposte a Öcalan sull’isola di Imrali, paragonando le condizioni sull’isola a quelle di Guantanamo.
Il co-presidente del DBP e membro del Programma, Emine Ayna, ha sottolineato che i colloqui sono stati sospesi subito dopo la dichiarazione congiunta a Palazzo Dolmabahce, la prima dichiarazione dello stato alla stampa per quanto riguarda il processo di risoluzione.
Ayna ha anche ricordato che oltre 10 milioni di persone hanno sottoscritto una petizione che chiede la libertà per Ocalan, e ha esortato lo Stato turco a rispettare la volontà del popolo e a decidere chiaramente se è dalla parte della pace oppure no.