20 ANNI FA IL SEQUESTRO, IN KENYA, DI OCALAN

20 anni fa, il 15 febbraio 1999, Apo Ocalan, presidente del Partito dei Lavoratori del Kurdistan veniva sequestrato mentre si trovava a Nairobi, nell’ambasciata greca, e consegnato al governo turco. Aveva provato a cercare una soluzione all’annoso conflitto con la Turchia venendo in Europa. Le pressioni della Turchia, alimentate dall’allora stretto rapporto con gli Stati Uniti d’America, hanno trasformato un viaggio politico in una triste odissea chiusasi con l’arresto.

Da 20 anni Ocalan è costretto in isolamento, ad Imrali, isola carcere dove per lunghi tratti è addirittura l’unico prigioniero. Le condizioni di carcerazione sono tremende, al presidente del PKK è negato l’incontro con avvocati e famigliari, e praticamente ogni contatto con l’esterno.

Nonostante il pesante accanimento, Apo ha continuato a portare avanti il dibattito di pace, a più riprese negato dalla Turchia. Il confederalismo democratico che stupisce il mondo con l’esperienza rivoluzionaria curdo-siriana, nel nord della Siria, è stato formulato pensato e proposto dentro lo stato di carcerazione. Il popolo curdo di tutto il mondo lotta costantemente per la libertà di uno dei loro massimo esponenti. Sabato 16 febbraio a Roma e Strasburgo ci saranno due importanti cortei, così come nei territori vissuti dai curdi. La presenza di Ocalan in carcere è ipoteca insuperabile e mostra la volontà di non volere la pace.

A 20 anni dal suo arresto abbiamo realizzato una trasmissione speciale con le voci di Murat Cinar, giornalista indipendente turco, Carmine Malinconico, uno degli avvocati di Ocalan e Ozlem dell’Ufficio Informazioni Kurdistan in Italia Ascolta o scarica
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