Vessilli bianchi contro Bagdad
Congetture su una squadra di combattimento nell’Iraq del nord.Esercito turco entra nel Paese vicino.L’esercito turco giovedì sera è penetrato in territorio irakeno con truppe aeree e di terra. Aerei da combattimento hanno bombardato la zona montuosa vicino al confine. Si tratterebbe di una »operazione antiterrorismo« contro guerriglieri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), ha riferito l’agenzia stampa turca Anadolu.
Intanto l’esercito irakeno e le milizie sciite Hashd Al-Shaabi (Mobilitazione Popolare) si riuniscono intorno alla città di Tuz Khurmatu nel nord dell’Iraq. Il comandante di Hashd Al-Shaabi per le aree settentrionali del fronte, Abu Riza Al-Najar, ha annunciato un’operazione per la »pulizia« della zona montuosa da »separatisti« e »terroristi«. La città di Tuz Khurmatu, che si trova circa 75 chilometri a sudest della metropoli petrolifera di Kirkuk, con 150.000 abitanti in prevalenza turkmeni, fa parte delle »aree contese« tra Bagdad e il governo regionale curdo a Erbil Dopo la sua occupazione da parte di Hashd Al-Shaabi il 16 ottobre, secondo quanto riferito dall’organizzazione per i diritti umani Amnesty International sono stati espulsi circa 35.000 abitanti curdi. Centinaia di case sono state saccheggiate e date alle fiamme.
Dopo che nel bombardamento di Tuz Khurmatu sono state uccise due persone e oltre 15 sono rimaste ferite, elicotteri da combattimento irakeni a metà della settimana hanno bombardato villaggi nella regione di Zinana. Migliaia di curdi che vi avevano trovato rifugio sono stati costretti a una nuova fuga. Le granate contro Tuz Khurmatu, secondo quanto riferito dall’emittente curdo-irakeno NRT sono state lanciate da combattenti della resistenza. Ex-peshmerga e abitanti espulsi si erano uniti in una »forza di liberazione popolare« di circa 200 persone per combattere contro Hashd Al-Shaabi. »Siamo un gruppo di volontari«, ha dichiarato un combattente di nome Mohammed Fazel alla fine di novembre all’agenzia stampa curdo-irakena Rudaw. »Operiamo al di fuori di partiti politici e in modo indipendente dal governo.«
Oltre alla » forza di liberazione popolare nella regione tra Tuz Khurmatu e Kifi opera un altro misterioso »Esercito Sunnita Libero«, che per via della loro bandiera bianca con una testa di leone nera viene chiamato dalla popolazione »portatori dei vessilli bianchi«. Il quartier generale di questo gruppo che conta dalla 500 alle 600 persone, si trova in un’area montuosa nella zona di confine tra le province di Salahadin e Sulaymania, che non è né sotto il controllo delle forze di sicurezza irakene né di quelle curde. Il gruppo viene ritenuto responsabile del lancio di granate contro Tuz Khurmatu e sobborghi di Kirkuk. Inoltre i suoi combattenti avrebbero saccheggiato e dato alle fiamme diversi camion sulla strada da Kirkuk a Bagdad e avrebbero sequestrato gli autisti.
Come capo del gruppo si presente un peshmerga del Partito Democratico del Kurdistan (KDP) al governo a Erbil, di nome Assi Al-Qawali. Ranj Talabani, un esperto di sicurezza dell’Unione Patriottica del Kurdistan (PUK) a Sulaymania, ha accusato il KDP, di aver liberato appartenenti alla milizia jihadista »Stato Islamico« (IS), perché si potessero unire ai »Vessilli Bianchi«.
»Tutto questo mira a costringere Bagdad a negoziati perché le forze curde possano tornare e riprendere il controllo della regione«, ha dichiarato in forma anonima un rappresentante dei servizi segreti irakeni a Arab News. L’uomo del KDP Al-Qawali sarebbe solo mandato avanti, perché dietro i »Vessilli Bianchi« in realtà ci sarebbe l’organizzazione islamica Ansar Al-Islam. Questo gruppo originariamente parte di Al-Qaida, che nel 2014 si è unito a IS, fino all’invasione USA in Iraq nel 2003 aveva sotto il proprio controllo dozzine di villaggi nella zona al confine con l’Iran.
di Nick Brauns