Un Appello Urgente alla Comunità Internazionale
La protezione del popolo curdo e la prevenzione del trasferimento forzato della nostra nazione nella nostra terra si può ottenere solo con una comune presa di posizione in materia.
A seguito di una serie di brutali attacchi di ISIS (Stato Islamico in Iraq e nel Levante), il 10/08/2014 la Commissione per le Relazioni con l’Estero del Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK) ha inviato una richiesta urgente a tutti gli uffici per le relazioni con l’estero di tutti i partiti curdi nella diaspora per iniziare azioni comuni diplomatiche e di lobbying.
In seguito, il 17/08/2014, si è svolto un incontro presso il Congresso Nazionale del Kurdistan a Bruxelles. A seguito della discussione è stato costituito un Comitato Diplomatico Comune che comprende rappresentanti di ciascun partito politico e di ciascuna delle organizzazioni che hanno partecipato all’incontro per mettere in atto relazioni diplomatiche.
Un secondo incontro si è svolto presso il KNK il 28/09/2014, con un numero maggiore di partecipanti degli uffici per le relazioni con l’estero dei partiti politici e delle organizzazioni curde. In questo incontro è stato costituito un Comitato di Gestione Inclusivo per coordinare le relazioni diplomatiche. È stato anche deciso che simili Comitati Diplomatici vanno costituiti in altri paesi per gestire relazioni diplomatiche comuni.
Nell’incontro è stata ampiamente discussa la situazione politica in Kurdistan. È stato riaffermato che le conquiste sia nel Kurdistan del sud che in quello dell’ovest hanno incontrato brutali minacce terroristiche. Per questo la protezione di queste conquiste è il nostro dovere nazionale e patriottico.
Di conseguenza è stato deciso che va fatta una richiesta a tutte le forze curde di avere un memorandum comune e condiviso nel loro approccio diplomatico e di impegnarsi costruire una difesa nazionale contro questi attacchi.
Questi attacchi terroristici di ISIS sono iniziati a Mosul il 10 giugno e l’8 agosto a Shangal. Gli attacchi stanno ancora continuando a Jalawla e Makhmour con uccisioni di massa di curdi yezidi e delle altre minoranze in Kurdistan, inclusi assiri, caldei and turcmeni e musulmani sciiti nella regione della Mesopotamia. Centinaia di migliaia di curdi yezidi e altre minoranze a Shangal e a Mosul e nei dintorni sono stati costretti a fuggire e hanno lasciato la loro terra di origine.
Decine di migliaia di loro sono stati lasciati alla fame e alla sete per giorni e altre migliaia sono stati vittime di uccisioni di massa, molti di loro sepolti vivi. Migliaia di donne yezide sono state catturate, rapite, tenute come schiave e vendute nei mercati.
Questi atti vengono compiuti apertamente nel 21° secolo con nella consapevolezza della comunità internazionale. La posizione internazionale su questa questione è stata debole e, di fatto, sono state le forze curde da sole ad essere andate in soccorso della popolazione di Shangal e a salvarle da un genocidio ancora più grande. Per questo abbiamo inviato i nostri combattenti curdi e li lodiamo per il loro immenso coraggio.
Con il coraggio delle forze curde e l’assistenza della comunità internazione, gli attacchi di ISIS al Governo Regionale Curdo si sono fermati. Dopo questo, ISIS, traendo vantaggio dall’equipaggiamento da loro conquistato a Mosul e nei magazzini di armi a Tikrit, hanno spostato l’obiettivo dell’attacco sul Kurdistan occidentale e in particolare su cantone di Kobane.
Nelle ultime tre settimane, ISIS ha intensificato gli attacchi su Kobane, traendo vantaggio delle possibilità dell’artiglieria a lunga gittata, delle armi pesanti e dei carri armati moderni. Ma la coraggiosa popolazione di Kobane sta sacrificando la propria vita e coraggiosamente difendendo la città. Purtroppo le forze della coalizione non hanno ancora intrapreso misure serie per fermare l’avanzata di ISIS su Kobane.
Questo è sorprendente a fronte del crescente sostegno internazionale per i curdi di Kobane e l’aumento della preoccupazione dell’opinione pubblica internazionale per il bene dei residenti della città.
La nostra nazione apprezza l’aiuto e l’assistenza; ma questo non basta ed è necessario fare di più. La nostra nazione vuole alzare la voce nel mondo, nei confronti dell’alleanza internazionale e dire che gli aiuti umanitari non bastano a salvare la gente. C’è invece bisogno di armi ed equipaggiamento militare. Anche le forze della coalizione devono bombardare pesantemente le basi di ISIS e le sue linee di difesa.
In questo Comitato Diplomatico Comune, gli attacchi di ISIS in corso nel nome dell’Islam son ostati condannati in quanto attacchi all’Islam.
È evidente che ISIS non è solo. Riceve sostegno politico, logistico e militare da alcuni stati regionali. L’incontro tra rappresentanti degli uffici curdi per le relazioni con l’estero considera questa coalizione internazionale un passaggio positivo.
La protezione del popolo curdo e la prevenzione del trasferimento forzato della nostra nazione nella nostra terra si può ottenere solo con una comune presa di posizione in materia.
Su questa base, il Comitato Diplomatico Comune delle organizzazioni e dei partiti curdi afferma che:
1. Attualmente è in atto un terribile attacco a Kobane. Per questa ragione, facciamo appello alle forze aeree della coalizione internazionale perché colpisca linee di difesa, bunker, basi e quanto nelle disponibilità di ISIS intorno a Kobane;
2. Fornire aiuti militari, economici, umanitari e politici al Kurdistan occidentale è un passo progressista. Facciamo anche appello alla comunità internazionale perché consideri gli stessi aiuti per i cantoni del Rojava in Kurdistan;
3. Rifiutiamo con forza il piano del governo turco di costruire una `zona cuscinetto ` e una `no fly zone` nella regione e consideriamo questo un’invasione del Kurdistan. Chiediamo quindi alla comunità internazionale di non accettarlo e di impedire che succeda.
4. Chiediamo al parlamento del Governo Regionale Curdo di riconoscere formalmente l’amministrazione dei cantoni nel Rojava e di inviare con urgenza armi e equipaggiamento militare.
5. Consideriamo il sequestro e gli abusi nei confronti delle donne curde, cristiane, turcmene, yezide e musulmane sciite una crisi umanitaria. Chiediamo alla nazione curda e alla comunità internazionale democratica di garantire passi per liberarle e proteggerle.
6. È necessario agire politicamente, economicamente e militarmente per la protezione degli yezidi a Shangal e nell’area circostante, per la protezione di assiri – caldei – dei sirianci nell’area di Mosul e per la protezione dei turcmeni a Talahfar