Turchia: una nuova legge liberticida approvata
di Maxime Azadi – Il principale carceriere di giornalisti al mondo, la Turchia di Recep Tayyip Erdoan, ha adottato Mercoledì 5 febbraio una serie di emendamenti controversi che rafforzano il controllo statale su Internet. Ora l’autorità governativa delle telecomunicazioni (TIB) non ha più bisogno di una decisione da parte della giustizia per bloccare i siti internet.
Nonostante le proteste in crescita e una generale insoddisfazione dei cittadini di fronte al governo dell’AKP per le sue tendenze autoritarie, una nuova legge “liberticida” è stata adottata dai membri del partito di governo.
Ufficialmente volto a “proteggere la famiglia, i bambini ed i giovani”, il nuovo testo consente alle autorità di bloccare dei siti senza un ordine del tribunale e di costruire un sistema di sorveglianza di massa degli utenti di Internet.
Già abilitata ad ordinare il blocco dei siti web senza un ordine del tribunale nel caso di pornografia infantile, producendo l’apologia del suicidio o di altre “oscenità”, l’Alta Autorità per le Telecomunicazioni (TIB) potrà ormai farlo in caso di “violazione della privacy” e di contenuti “discriminatori o offensivi per alcuni membri della società”, o per proteggere la famiglia e l’infanzia.
La nuova legge riduce la durata di applicazione del blocco a 24 ore contro le 72 di adesso. “In caso di emergenza” il direttore della TIB avrà il potere di agire immediatamente e unilateralmente per bloccare i siti web in quattro ore. Qualsiasi cittadino che ritenga che un dato contenuto “violi la sua privacy” può anche rivolgersi direttamente ai fornitori dei servizi Internet (FAI) e ottenere il blocco in quattro ore.
La TIB potrà anche sollecitare presso i fornitori dell’accesso e conservare per due anni informazioni sui siti visitati da ciascun utente, così come trasmetterli alle autorità competenti su semplice richiesta.
I deputati dell’opposizione hanno chiamato “assassini di garanzia” i fornitori di accesso a Internet. Tutti gli emendamenti sono stati respinti dalla maggioranza dell’AKP.
“Ogni giorno la nostra democrazia regredisce, queste misure sono puramente draconiane” , ha denunciato Altan Tan, deputato del principale partito curdo BDP (Partito per la Pace e la Democrazia).
“La Turchia è sulla buona strada per diventare il paese più censurato al mondo. Tutti gli internauti sono preoccupati dell’archiviazione” ha aggiunto accanto a lui il deputato curdo Hasip Kaplan.
L’opposizione kemalista, anche il Partito Repubblicano del Popolo (CHP). ha denunciato la legge “liberticida”.
Reporters sans frontières ha espresso la sua profonda preoccupazione per la proposta di legge su Internet, sottolineando che “l’assenza di criteri giudiziali e di sfocatura invocati fanno temere la formazione di una censura di massa, tanto più che molti siti in Turchia sono già abusivamente bloccati.”
“Il disegno di legge si propone di sottomettere Internet ad una vera e propria ‘verticale del potere’ soggetta alla TIB”, denuncia l’organizzazione.
La Turchia è tra i paesi classificati come “sotto sorveglianza” da Reporters sans frontières riguardo la censura su internet. Il paese è al 154° posto su 179 nella classifica mondiale del 2013 della libertà di stampa, elaborato dall’organizzazione.
Per il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) si tratta di una “deriva verso l’autoritarismo su Internet” in un paese già classificato come “il principale carceriere di giornalisti al mondo”.
Secondo la Piattaforma di sostegno ai giornalisti in prigione, il 14 gennaio 2014, 63 giornalisti di cui cinque redattori capo e co-proprietari privilegiati, erano dietro le sbarre.