Turchia: l’opposizione parla di gravi brogli nel referendum. Trump e gli islamisti si congratulano con il Presidente
La sera di lunedì migliaia di persone sono scese in strada nelle metropoli turche Istanbul, Izmir e Ankara per protestare contro i brogli al referendum sull’introduzione di una dittatura presidenziale di domenica. Battevano su pentole e padelle e scandivano »No, abbiamo vito noi «.
Il Presidente Recep Tayyip Erdogan con la risicata maggioranza del 51,3 percento si era dichiarato vincitore del referendum sostenuto dal partito di governo islamico nazionalista AKP e dal partito fascista MHP. Invece l’opposizione costituita dal CHP socialdemocratico-kemalista e dall’HDP di sinistra e filo-curdo parla di pesanti manipolazioni della votazione. Così 2,5 milioni di voti sono stati riconosciuti come »validi« dal Comitato Elettorale Supremo YSK, anche se mancavano i previsti timbri della commissione elettorale sulle buste. Questa decisione dello YSK giudicata illegale anche dall’Ordine degli Avvocati e dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) sarebbe avvenuta in un momento nel quale durante lo scrutinio si stava delineando che i No erano in testa, ha dichiarato il vice-Presidente del CHP- Bülent Teczan lunedì nel corso di una conferenza stampa. Sui social network girano video che mostrano un massiccio timbrare e imbustare di voti per il Sì.
HDP e CHP lamentano inoltre che gli elettori di diverse regioni sono stati costretti a una votazione palese e che gli osservatori alle elezioni sono stati ostacolati nella loro attività. Le manipolazioni sono avvenute in particolare nelle zone curde del Paese dove la votazione di fatto è avvenuta in regime di legge marziale. Nella città di Suruc schede con voti per il No sono state trovate su un mucchio di calcinacci. CHP e HDP martedì hanno presentato al YSK la richiesta di annullamento del referendum. Questa richiesta difficilmente avrà successo, dato che lo YSK dopo le »pulizie« degli ultimi mesi è presidiato da saldi sostenitori di Erdogan.
Martedì la Commissione UE ha chiesto una »inchiesta trasparente« sulle accuse di manipolazione. In precedenza Erdogan aveva già respinto le obiezioni dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) secondo le quali il referendum non avrebbe corrisposto agli standard elettorali internazionali. L’OSCE deve »sapere qual è il suo posto«, la Turchia non è interessata al rapporto della commissione di osservatori, ha annunciato Erdogan lunedì di fronte a una folla di persone di fronte al suo palazzo presidenziale ad Ankara.
Secondo informazioni del quotidiano Hürriyet Daily News nell‘AKP ora sono in corso consultazioni su elezioni anticipate con le quali le modifiche costituzionali possono entrare subito in vigore. Martedì il governo ha deciso il prolungamento di altri tre mesi dello stato di emergenza che già consente a Erdogan di governare per decreto.
Lunedì come prima è stata l’organizzazione terroristica vicina ad Al-Qaeda, Ahra al-Sham in Siria, a congratularsi con suo »fratello« Erdogan per la sua vittoria. La notte di lunedì anche il Presidente USA Donald Trump per telefono ha fatto gli auguri al suo omologo turco. La Ministra per la Difesa tedesca Ursula von der Leyen ha sottolineato i »comuni interessi in materia di sicurezza« con il Paese partner della NATO.