Sudafrica: Il ruolo delle politiche progressiste in una società
Intervento di Alex Mashilo[1] alla conferenza “Sfidare la Modernità Capitalista II” Amburgo 3-5 Aprile 2015
Il South African Communist Party (SACP– Partito Comunista del Sudafrica) invia il suo messaggio di solidarietà rivoluzionaria e solida con il popolo del Kurdistan e con il compagno Abdullah Öcalan, un amico del nostro ex presidente e compagno Nelson Mandela che è stato imprigionato per 27 anni in un ‘isola perchè era un combattente per la libertà . Molti dei nostri leader del SACP e del African National Congress (ANC– Congresso Nazionale Africano), a lungo nostro alleato, sono stati arrestati e imprigionati per la stessa ragione. Molti sono scomparsi, sono stati uccisi o sono morti in esilio durante il corso della nostra lotta. C’è un certo numero di sorprendenti analogie tra la storia della nostra lotta di liberazione e la lotta del popolo del Kurdistan. E’ la nostra ricca esperienza scaturita da quella lotta che ci fa credere che il compagno Abdullah Öcalan un giorno sarà libero dal carcere, e come il presidente Nelson Mandela, i suoi nemici potrebbero rivendicarlo da quel giorno.
Mentre mi preparavo a partecipare a questa conferenza la Lega Comunista dello Zimbabwe, attraverso il suo segretario generale il compagno Ian Beddowes, mi ha chiesto di riportare il loro messaggio di solidarietà rivoluzionaria con il popolo del Kurdistan. La Lega comunista dello Zimbabwe dichiara che la vostra lotta è anche la loro lotta; perché senza la vostra libertà nessuna parte del mondo potrà mai pretendere di essere libera.
Dopo aver interagito con alcuni compagni qui presenti, successivalente al mio arrivo, il 2 aprile, ho trovato necessario introdurre modifiche all´intervento che avevo preparato per migliorare la comprensione della situazione sudafricana, in particolare il funzionamento della nostra Alleanza di liberazione, date le sue caratteristiche uniche a livello internazionale.
Il Sudafrica è guidato da un’Alleanza di Liberazione che comprende l’ANC, che è la sua componente organizzativa di primo piano, il SACP e il movimento sindacale progressista, sotto la guida del Congress of South African Trade Unions (Cosatu – Congresso dei sindacati sudafricani). Ogni partner nell’Alleanza è una formazione indipendente con una propria identità indipendente, una propria missione storica e un programma. L’Alleanza unisce tutti i punti di forza dei propri partner. Rappresenta l’espressione organizzativa delle loro prospettive e delle loro strategie condivise per perseguire la realizzazione della lotta di liberazione del Sudafrica. L’Alleanza è supportata da una serie di formazioni sociali che costituiscono il South Africa’s Mass Democratic Movement (MDM – Movimento Democratico di Massa del Sudafrica). Secondo i suoi principi costitutivi, ogni componente si riserva il diritto di perseguire il proprio programma indipendente, la propria missione storica e, come formazione autonoma, di mobilitare sia i propri sostenitori, sia la società nel suo insieme, a sostegno delle proprie prospettive politiche, in caso ci siano differenze che non trovano espressione nel programma immediato o in quello minimo generale dell’Alleanza di Liberazione.
Il processo della lotta di liberazione e il programma di trasformazione che unisce i partner nell’Alleanza vengono definiti the National Democratic Revolution (NDR – Rivoluzione Democratica Nazionale). Secondo il programma politico del SACP, la NDR è la via più breve e più diretta verso il socialismo nelle condizioni storiche del Sudafrica. Torneremo a questo punto.
L’Alleanza guidata dall´ANC non è una coalizione. Si differenzia da coalizioni che, dopo aver partecipato alle elezioni separatamente, se nessun partito ottiene la maggioranza assoluta dal voto per formare da solo il governo sotto la propria bandiera, in gran parte, formano governi di coalizione subordinati a un accordo. L’Alleanza partecipa alle elezioni sotto l’unica bandiera della sua componente organizzativa, l’ANC. Questo è importante per molte ragioni, la prima è la necessità di costruire la massima unità di intenti per l´azione sul campo perché, divise le persone che lottano per la libertà più facilmente possono sbagliare o fallire. Sin dalle prime elezioni generali democratiche nel 1994, l’Alleanza ha vinto tutte le elezioni nazionali attraverso una piattaforma unitaria dell’ANC, sostenuto da formazioni dell´ MDM. Questo con una maggioranza schiacciante che varia tra la percentuale del 62% nelle ultime elezioni generali del 7 maggio 2014 e la maggioranza dei due terzi.
Un altro pilastro che disciplina i principi costitutivi e operativi dell’Alleanza è la dual membership (duplice appartenenza). Secondo questo principio, viene sviluppata una base associativa condivisa. In questo contesto, l’influenza reciproca tra i partner dell’Alleanza diventa un processo organico e non deve aspettare che membri dell’Alleanza si incontrino quando si verificano dei meetings.
Le radici delle politiche progressiste, allo stesso tempo anche rivoluzionarie nel contesto storico del Sudafrica, che sono state sviluppate dall’Alleanza e l´hanno unificata, sono state codificate nel 1955 in un vision document intitolato Carta della Libertà.
Poi sotto forma di Congresso, Congress Alliance, l’Alleanza[2] ha coordinato il Congresso del popolo per tracciare il futuro del Sudafrica. L´Alleanza era guidata dall’ ANC, che rappresenta la maggioranza africana, ed era composta da organizzazioni che rappresentano gli altri tre grandi gruppi nazionali, il South African Indian Congress (Congresso Indiano del Sudafrica), il Coloured People’s Congress (Congresso dei popoli Colorati) e il Democratics Congress (Congresso dei Democratici) che rappresentava i bianchi democratici che erano contrari all’ oppressione nazionale, così come il South African Congress of Trade Unions (SACTU – Congresso Sudafricano dei Sindacati) che rappresenta il movimento sindacale progressista, Durante questo periodo di oppressione il Partito Comunista era già stato bandito nel 1950 dal regime dell’apartheid coloniale, ma ha svolto un ruolo di primo piano attraverso i suoi militanti e dirigenti che lavorano clandestinamente nell’organizzare l’Alleanza, nel coordinamento della conferenza, e nella stesura della Carta della Libertà che il Congresso ha deliberato e adottato. I membri e i leader del partito sono stati coinvolti in ogni componente dell’Alleanza sia a livello di adesione che di leadership.
La Carta della Libertà ha definito la visione di una nuova società democratica nazionale, il suo carattere economico, sociale e politico. La Carta rappresenta il programma di trasformazione democratica del Sudafrica sotto la leadership organizzativa dell’ANC in alleanza con il Partito comunista e il movimento sindacale progressista.
La Carta della Libertà afferma: ” Il Sudafrica appartiene a tutti coloro che ci vivono, ai bianchi e ai neri, e nessun governo può giustamente rivendicarne l’autorità a meno che non si basi sulla volontà di tutto il popolo”. Questo cattura l’essenza della necessità di costruire una società democratica non razziale. La Carta chiede l’abolizione di tutte le leggi che discriminano per motivi di razza o di colore, etnia o credo. Con il motto ‘Il popolo deve governare’, la Carta della Libertà garantisce ad ogni adulto il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni come candidato per tutti gli organismi in materia di diritto e, altrettanto importante, il diritto di partecipare alla gestione del Paese. La Carta della Libertà è ancorata al raggiungimento della libertà, sulla base della parità dei diritti politici, economici e sociali di tutti. A differenza del passato, all’epoca dell´ oppressione coloniale, la trasformazione del Sudafrica ai sensi della Carta della Libertà ha come obiettivi la piena libertà culturale, linguistica, e il rispetto della dignità umana e dei diritti umani per tutti. Questo include il diritto di praticare una religione (cioè “di culto”), secondo la propria scelta, o di non scegliere nessuna religione. La Carta della Libertà sancisce la parità dei diritti per tutti i gruppi nazionali, e la loro protezione attraverso la legge contro insulti alla propria razza e al proprio orgoglio nazionale. Si abolisce la predicazione e la pratica della discriminazione e del disprezzo, sulla basa di razza, colore e nazionalità, e si chiede che questi siano reati punibili dalla legge. Alcuni di questi principi, se non tutti, sono molto simili a quelli raccomandati dal compagno Abdullah Öcalan.
La Carta della Libertà propone un programma di trasformazione economica e sociale e pone i diritti economici e sociali alla pari con i diritti politici. Riconosce che “il nostro popolo è stato derubato del proprio diritto di nascita alla terra, alla libertà e alla pace da una forma di governo fondata sull´ ingiustizia e la disuguaglianza”. E chiede l’abolizione delle restrizioni di proprietà della terra su base razziale, e che tutta la terra venga ridistribuita tra coloro che la lavorano per eliminare la fame e la mancanza di terra. La Carta riconosce che il Sudafrica non sarà mai prospero o libero finché tutto il suo popolo, senza distinzione di razza o di colore, etnia, appartenenza religiosa o alcuna affiliazione, eccetera, non vivrà in fraternità, godendo di pari diritti e opportunità. Richiede il raggiungimento di questo imperativo democratico.
La Carta della Libertà propone un programma di trasformazione economica promuovendo i seguenti punti:
- Restituzione della ricchezza nazionale del Sudafrica e del suo patrimonio a tutti i suoi abitanti, che dovranno condividere la ricchezza del Paese;
- Trasferimento della proprietà della ricchezza mineraria del sottosuolo, delle banche e delle industrie di monopolio al popolo nel suo insieme;
- Regolamentazione di tutte le altre industrie e il commercio per contribuire al benessere del popolo;
- Uguali diritti per tutte le persone di commerciare dove vogliono, di produrre e di intraprendere ogni tipo di attività commerciale di mestiere e professione;
- Diritto di tutti i lavoratori alla libertà di formare sindacati, di eleggere propri rappresentanti e di negoziare accordi salariali con i propri datori di lavoro;
- Diritto dovere di tutti al lavoro, parità di diritti tra uomini e donne e per le persone di tutte le razze di ricevere parità di retribuzione per lavoro di pari valore e di accedere all´ indennità di disoccupazione;
- Una settimana lavorativa di quaranta ore, un salario minimo nazionale, ferie annuali retribuite, congedo per malattia per tutti i lavoratori, e congedo di maternità a stipendio pieno per tutte le madri che lavorano.
Attraverso queste misure, la Carta della Libertà getta le basi dello sviluppo di un’economia democratica nazionale come pilastro di una società democratica nazionale. Nella stessa linea di sviluppo, definisce i seguenti diritti di giustizia sociale:
- Apertura delle porte del sapere e della cultura incoraggiando attraverso il governo la scoperta e lo sviluppo dei talenti nazionali per il miglioramento della vita culturale;
- Istruzione obbligatoria e gratuita, universale e equa per tutti i bambini ;
- Accesso all´istruzione superiore e alla formazione professionale per tutti mediante assegni statali e borse di studio assegnate in base al merito;
- Eliminazione dell’analfabetismo degli adulti attraverso un piano di istruzione statale di massa;
- Alloggi dignitosi, benessere familiare e sicurezza per tutti;
- Assistenza sanitaria di qualità e universale.
L’obiettivo al centro della Carta della libertà è quello di porre fine a ciò che il SACP nel suo programma politico del 1962, , ‘The Road to South African Freedom’ (La via verso la libertà del Sudafrica), chiama ‘Colonialism of a Special Type’ (CST – colonialismo di tipo speciale) e di eliminare tutte le forme di schiavitù. Il concetto di CST cattura la realtà del passato del Sudafrica quando gli oppressori coloniali abitavano nello stesso territorio degli oppressi. Questo territorio é stato tuttavia definito dallo sviluppo di coloro che dal punto di vista razziale rientravano nel campo degli oppressori in termini di classe e di razza basandosi sul sottosviluppo degli oppressi a livello nazionale
L’oppressione coloniale ha favorito rapporti patriarcali di dominio variandoli secondo il regime di “supremazia” dei bianchi. Secondo il programma ‘The Road to South African Freedom’, lo stato coloniale del Sudafrica, come CST, è stato progettato negli interessi dell’imperialismo quando la Gran Bretagna ‘ha concesso’ ‘l’indipendenza’ nel 1910 e lo stato del Sudafrica, poi nella forma dell’Unione del Sudafrica, è stato fondato da due repubbliche dominate dagli Afrikaner, Orange Free State e Transvaal, e due colonie britanniche, Colonia del Capo e Natal.
Pertanto l’imperialismo costituiva la dimensione esterna del CST in Sudafrica. In altre parole, secondo la teoria dei sistemi mondiali e i concetti di sviluppo e di sottosviluppo, sono state costruite due dimensioni coloniali interagenti nucleo-periferia, entrambe prevedevano lo sviluppo del nucleo attraverso il sottosviluppo della periferia. La dimensione esterna ha fatto sì che il Sudafrica come periferia fosse sottosviluppato dal clonialismo attraverso lo sfruttamento nazionale capitalistico per promuovere lo sviluppo nei centri imperialisti come nucleo.
La dimensione interna ha fatto sì che il popolo africano in particolare e il popolo nero in generale, fossero sottosviluppati in quanto periferia interna per promuovere lo sviluppo dei bianchi che rappresentavano l’oppressore nazionale, in quanto nucleo interno. In termini di classe, che era, e rimane, il fattore decisivo finale, l’oppressore era costituito dalla borghesia del nucleo imperialista e la borghesia bianca del Sudafrica, che era ugualmente interessata allo sfruttamento spietato degli oppressi ma anche allo sfruttamento capitalistico generale della classe operaia nel suo insieme che variava secondo l´oppressione nazionale e la dominazione di genere.
Politiche progressiste in Sudafrica, in quanto tali, non sono solo interessate all’eliminazione delle condizioni e delle dinamiche di oppressione e sfruttamento interne. Sin dalle loro origini e linee di sviluppo, sono ugualmente interessate alle forze strutturali e ai processi di base costituiti dal contesto globale in cui le condizioni interne di oppressione e sfruttamento, sono state create, sviluppate e riprodotte. Se la storia di ogni società sinora esistita è la storia di oppressori e oppressi, allora l’imperialismo rappresenta lo strumento dominante di oppressione internazionale degli oppressori sugli oppressi dei nostri tempi moderni. Utilizzando la potenza dei più potenti Stati nazionali e delle multinazionali che hanno il controllo sul capitale, l’oppressore sfrutta i popoli delle nazioni oppresse a livello nazionale. Questa è la storia che il Sudafrica ha vissuto e ancora oggi vive in misure diverse.
Le politiche progressiste in Sudafrica quindi spingono sulla linea di sviluppo internazionale che cerca di raggiungere l’indipendenza dall’imperialismo, ultima fase dello sfruttamento capitalistico, e le sue conseguenti forme di oppressione nazionale e internazionale[3]. In questo contesto, lo sviluppo di un’ economia nazionale democratica rappresenta un programma di trasformazione per modificare non solo l’equilibrio delle forze di classe nazionale, ma rapporti di forza internazionali e l’indipendenza al sicuro da ogni forma di dominio esterno, tra cui l’imperialismo. E’ molto importante sottolineare questo punto perché la completa liberazione nazionale o politica e l´emancipazione sociale sono impossibili senza emancipazione economica, che è impossibile sotto il giogo dell’imperialismo, la sua ultima manifestazione, il neoliberismo, o alcuna manifestazione futura assuma alla ricerca di nuove vie d´uscita dalle sue molteplici crisi. Questo ci porta ad un altra caratteristica essenziale delle politiche progressiste.
In Sudafrica, la linea di sviluppo della politica progressista, avanzata secondo la Carta della Libertà, conduce nella sua logica conclusione rivoluzionaria al raggiungimento della base indispensabile per l’avanzata verso il socialismo. Questo è ciò che il SACP ritiene che la piena attuazione della Carta della Libertà, ponendo le basi dell’economia nazionale democratica, raggiungerà. Questo è al centro di ciò a cui il SACP si riferisce quando afferma che la NDR è il percorso più breve e più diretto verso il socialismo nelle condizioni storiche del Sudafrica.
Ci sono dunque quattro contraddizioni principali affrontate dalle politiche rivoluzionarie o progressiste, questo almeno nel contesto storico del Sudafrica. Queste sono, in particolare, l’eredità di oppressione nazionale, costituita dal colonialismo britannico e dal CST, la dominazione di genere nella sua composizione in termini di patriarcato, lo sfruttamento della classe operaia e lo sfruttamento nazionale nella sua composizione in termini di capitalismo e del suo regime internazionale dell’imperialismo.
Il problema internazionale e nazionale del capitalismo
I nostri negoziati per porre fine all’apartheid nei primi anni ´90 si sono verificati nel contesto in cui l’Unione Sovietica, che ha fornito la maggior parte del sostegno alla nostra lotta di liberazione, si era dissolta e il progetto socialista esistente in Europa orientale era stato sconfitto. Mentre l’equilibrio di potere in Sudafrica si era spostato a favore della fine dell’apartheid, a livello internazionale in quel periodo l’imperialismo era arrivato a dominare il mondo e stava imponendo una globalizzazione neoliberista.
In Sudafrica nei negoziati per porre fine all’apartheid e far avanzare la lotta di liberazione su nuove basi, furono fatti alcuni compromessi necessari. L’ascesa della dominazione mondiale imperialista aveva annunciato un’epoca di globalizzazione neoliberista. Questo aveva avuto un impatto negativo sul carattere della transizione democratica e il contenuto della trasformazione in Sudafrica.
Nel 1996 appena due anni dopo la svolta democratica del 1994, una politica economica neoliberista chiamata Crescita, Occupazione e Ridistribuzione (Gear), incompatibile con lo spirito e il carattere della Carta della Libertà, fu imposta dall’alto verso il basso, ma prima nel governo.
La politica progressista che doveva guidare la nostra transizione democratica, elaborata di concerto e approvata non solo da partner dell’Alleanza, ma anche dalle formazioni del MDM, fu messa da parte. Questo fatto e l’imposizione della Gear ha causato gravi tensioni nell’Alleanza. Un periodo di dieci anni caratterizzati da problemi organizzativi e da differenze politiche che influivano negativamente sull’unità e sulla coesione del Movimento di Liberazione Nazionale che doveva condurre all’attuazione della Carta della Libertà, duró fino alla fine del 2007. Tuttavia, la sua eredità é arrivata fino ad oggi e ha, almeno a livello secondario, dato origine a nuove contraddizioni.
Con la Gear, furono riprodotti i problemi che erano stati creati attraverso l’oppressione coloniale, costruita sulla base dell’imposizione esterna del capitalismo in Sudafrica. Le sfide che oggi l’Alleanza guidata dall’ ANC deve affrontare, oltre che delle ingiustizie storiche dell’ oppressione coloniale e dello sfruttamento capitalistico, sono in parte una conseguenza diretta di tale imposizione politica e della sua incapacità di portare avanti una trasformazione economica elementare o radicale. Disuguaglianze sociali di genere o razziali, la disoccupazione e la povertà – effetti dello sfruttamento capitalistico, che erano già strutturalmente persistenti – sono rimasti elevati. Ma questi non potevano, e ancora non possono essere affrontati o risolti senza capire chiaramente l’eredità, non solo del CST, ma anche dello sfruttamento nazionale esterno e delle sue nuove manifestazioni.
Inoltre, il neoliberismo e la sua crisi globale del 2007, hanno peggiorato la situazione dando luogo a nuovi problemi politici e sociali. Ma, con un accordo generale, le cui fondamenta furono poste con l’adozione di risoluzioni politiche progressiste da parte dell’ANC al suo 52 ° Convegno Nazionale alla fine del 2007, venne dato un impulso attraverso una nuova prospettiva condivisa dall’ Alleanza che sosteneva la trasformazione della società sudafricana attraverso una seconda fase, più radicale della nostra transizione democratica.
La prospettiva di avanzare verso questa fase radicale risultó dal riconoscimento, non solo dei problemi sociali persistenti, alti livelli di disuguaglianze sociali su base razziale e di genere, disoccupazione e povertà, ma anche dal riconoscimento del fatto che durante la prima fase della nostra transizione democratica, che é iniziata nei primi anni ‘90, ma le cui trattative sono state formalizzate attraverso la svolta democratica del 1994, non c´era stata o era stata insufficiente la trasformazione strutturale dell’economia per affrontare questi problemi e costruire un’economia democratica nazionale come pilastro di una società democratica nazionale.
In termini di posizione esterna, l’economia sudafricana è rimasta ancorata in una posizione periferica di subordinazione imperialista nel sistema capitalista mondiale come fornitore di materie prime. Le capacità di utilizzare le sue vaste dotazioni di materie prime, sviluppare la produzione locale e il lavoro produttivo per tutti, durante l’oppressione coloniale, rinforzata dall’imperialismo, furono soppresse attraverso una vasta gamma di strumenti politici.
Lo sfruttamento imperialista continuo del Sudafrica è stato evidenziato da una tragedia nel 2012 dove minatori, agenti di sicurezza privati e persino agenti di polizia sono stati uccisi in scioperi violenti nella miniera di platino Bushveld di Rustenburg vicino a Pretoria. Questa tragedia è stata riportata da gran parte dei media privati come un conflitto che aveva coinvolto la polizia che, senza essere stata provocata, era intervenuta in uno sciopero uccidendo minatori di propria iniziativa. Nel processo, il ruolo svolto dai capitalisti imperialisti nel mettere gli operai gli uni contro gli altri, provocando così l’uccisione di lavoratori da parte di altri lavoratori prima, e poi la tragedia è stato nascosto. I capitalisti imperialisti occidental, per esempio della British Lonmin Plc, restano al centro dello sfruttamento capitalistico del lavoro e dello sfruttamento nazionale del Sudafrica. Infatti sono stati i capitalisti britannici a prendere il controllo del settore minerario in Sudafrica dopo la ‘guerra in Sudafrica ‘, e a costruire, attraverso la Chamber of Mines (Camera delle miniere), molte delle strategie di oppressione nazionale e del sovrasfruttamento.
Ma dopo che nel 1994, l’apartheid è stato rimosso sono emerse anche nuove dimensioni. Il capitale straniero è stato radicato da altri paesi diversi dalle potenze imperialiste occidentali del Nord America e dell’Europa, e dal Giappone, che hanno tra l’altro ulteriormente penetrato l’economia. Ci sono almeno due fatti da prendere in considerazione.
In primo luogo, anche se il rapporto creato da nuovi strati di capitali stranieri è un po’ diverso rispetto allo spietato sottosviluppo e la devastazione causati principalmente dal colonialismo occidentale e dallo sfruttamento imperialista nazionale avanzato attraverso relazioni neocoloniali, istituzioni finanziarie internazionali e globalizzazione neoliberista, i nuovi strati di capitali esteri, tuttavia, non alterano in generale, la direzione principale, dello sfruttamento del lavoro da parte del capitale.
In secondo luogo, i nuovi capitalisti esteri e l’ulteriore penetrazione economica dei vecchi capitali imperialisti sono stati facilitati dal fatto che il capitale, che esiste in varie forme ed è centrale per gli investimenti, è concentrato nelle mani di pochi a livello internazionale su base privata capitalistica. La dipendenza dello Stato dal capitale, che, come una forma di potere detta le sue condizioni politiche per gli investimenti, impone delle limitazioni strutturali al nuovo governo democratico. In altre parole, mentre la lotta ha sconfitto il regime di oppressione nazionale, il nuovo governo democratico non è libero di attuare il programma che ha portato al potere. E come stanno le cose, il capitale monopolistico privato è riuscito a portare gli Stati in competizione tra loro per gli investimenti. Ciò impone ulteriori limitazioni alla fuga dei capitali e ogni sorta di attacco economico alla resistenza contro le condizioni imposte dal capitale. Inoltre, politicamente il regime imperialista globale ha strumenti draconiani come le sanzioni in caso le situazioni vengano spinte verso il limite.
Gli altri aspetti delle nuove dimensioni sono costituiti da riconfigurazioni di classe della società sudafricana stessa. Nuovi strati che includono sezioni compradorial della classe capitalista nazionale sono emerse dalle fila di quelli che storicamente erano gli oppressi. Queste comprendono delle sezioni che sono state cooptate attraverso frazioni di capitale nelle strutture delle proprietà private capitaliste controllate dalla borghesia bianca sudafricana, dal capitale imperialista, e dalle banche – alcune delle quali, come l’ABSA, si sono trasferite nelle mani di banche straniere come l’inglese Barclays. Questi strati comprendono persone che sono quindi in debito o hanno creato ipoteche con le banche o con i capitalisti che hanno fornito i prestiti per l’acquisto di tali frazioni di azioni. In questo senso quindi il controllo rimane in gran parte nelle mani dei finanzieri. Questi strati di borghesia compradorial sono, come il capitale personificato, ugualmente interessati a sfruttamento del lavoro nello stesso modo, o più o meno nella stessa misura come la borghesia bianca del Sudafrica e del capitale imperialista. I nuovi strati della borghesia sudafricana includono persone che sono “politicamente collegate”, e coloro che sono dipendenti da contratti pubblici, called tenders, costituendo così, secondo il SACP, tenderpreneurs.
Tutti questi cambiamenti e queste configurazioni di classe hanno gravi implicazioni politiche ed ideologiche sulla NDR. Per esempio è emersa una nuova tendenza che cerca di ridurre la rivoluzione al riformismo. In termini di classe questo é particolarmente radicato tra la borghesia compradorial e parassitaria che ha anche assunto il ruolo di capitale politico e la borghesia bianca del Sudafrica e del capitale imperialista che a sua volta serve da intermediario. Un altro problema correlato, ma anche al tempo stesso indipendentente grave in diversi modi di per sè, che ogni movimento progressista o rivoluzionario deve prevenire e combattere efficacemente, è la corruzione. Spesso questa non viene allo scoperto prima che la svolta democratica venga raggiunta, ma successivamente. E’ per lo più quando le persone occupano o hanno accesso a posizioni di potere e di autorità che il loro vero carattere si rivela.
Il nuovo orientamento politico dovrà affrontare tutte queste sfide e il loro impatto negativo. La nota positiva è che questa seconda fase, più radicale della nostra transizione democratica, cerca di sfruttare le grandi conquiste sociali e politiche basate sui diritti conseguiti dopo la svolta democratica del 1994 ricalibrando il programma di attuazione della Carta della Libertà.
Risultati dalla svolta democratica del 1994
La Costituzione del Sudafrica seguita alla svolta democratica del 1994 ha codificato i diritti richiesti dalla Carta della Libertà nella legge suprema del paese. Il Sudafrica da allora è diventato un posto migliore di quanto non fosse prima. Al di là dei diritti umani, tra cui quelli delle donne e dei lavoratori e dei diritti dei bambini che sono stati codificati nella nuova costituzione e vari atti legislativi successivi, ci sono stati importanti conquiste sociali. Questo include i seguenti importanti progressi:
- Oltre 3,3 milioni di case gratuite sono state costruite, ne hanno beneficiato più di 17,5 milioni di persone.
- Oltre 7 milioni di nuove connessioni elettriche domestiche sono state create dal 1996, per contestualizzare questo risultato, nel secolo precedente, dalla prima connessione elettrica delle famiglie nel 1894 fino al 1994, i successivi regimi oppressori avevano dotato di connessione elettrica solo 5 milioni di famiglie sulla base della discriminazione razziale ad esclusione della stragrande maggioranza del popolo oppresso, soprattutto africani, in particolare, e neri, in generale.
- Oltre 400.000 sistemi solari per il riscaldamento sono stati installati gratuitamente sui tetti di famiglie povere negli ultimi 5 anni – uno dei più grandi programmi di questo tipo in tutto il mondo.
- Massiccia estensione della fornitura di acqua potabile, significa che ora circa il 92% dei sudafricani ha accesso all’acqua potabile, contro il 60% nel 1996.
- Più di 16 milioni di persone – quasi un terzo di tutti i sudafricani – ora beneficiano di una serie di concessioni sociali, rispetto ai 3 milioni nel 1994.
- è stato raggiunto l’accesso quasi universale all’istruzione per tutti i bambini – in aggiunta, oltre 9 milioni di studenti in 20.000 scuole ricevono pasti giornalieri a scuola in modo che non non debbano imparare affamati.
- Più studenti provenienti da contesti storicamente oppressi e svantaggiati hanno avuto accesso ai college e alle università , accesso che gli era stato negato o limitato in termini di programmi, questi studenti ora sono la maggioranza degli studenti sia nei college che nelle università. Più di 1,4 milioni di studenti hanno beneficiato del regime finanziario nazionale di aiuti agli studenti (NSFAS) per ottenere l’accesso a college e università di istruzione e formazione. Al di là della Carta della Libertà, nel 2007 l’ANC ha adottato una risoluzione politica per espandere l’istruzione gratuita per i bisognosi fino al primo diploma universitario, e opzioni politiche vengono studiate per realizzare questo obiettivo di sviluppo strategico.
- Dopo le elezioni politiche del 2009, una prevenzione rigorosa e gratuita contro l’HIV e il trattamento antiretrovirale gratuito sono stati implementati per contrastare la pandemia, e l’aspettativa di vita, che era in calo, da allora ha cambiato tendenza ed è aumentata, raggiungendo una media di 60 anni entro il 2012.
Il passaggio alla seconda fase, più radicale, della transizione democratica in Sud Africa si verifica, tuttavia, nel contesto internazionale caratterizzato da aggressività e macchinazioni imperialiste per mantenere il dominio e intensificare la dominazione esterna. Questo include una massiccia e coordinata destabilizzazione dei paesi che attuano, o tentano di attuare politiche progressiste in contrasto con gli interessi dell’imperialismo e controegemonici secondo il suo ordine del giorno.
La lotta si trova quindi di fronte sfide complesse. Che non possono essere vinte solo da un singolo paese. La politica progressista del Sudafrica è parte del movimento internazionale contro l’imperialismo. E in Africa, queste politiche progressiste stanno facendo avanzare l’integrazione regionale e la costruzione di un fronte anti-imperialista, ma questo in una situazione complessa.
Ci auguriamo che la politica progressista in Kurdistan e in altre parti del mondo guadagnino qualcosa dalla nostra esperienza. Come progressisti o rivoluzionari del mondo, abbiamo bisogno di imparare gli uni dagli altri e costruire un movimento formidabile per un nuovo ordine mondiale democratico. Per sua stessa natura, si tratta di una lotta internazionale, intesa nel suo giusto contesto.
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[1] Rappresentante del SACP; Ex sindacalista, attivista nei movimenti studenteschi e giovanili; MA (Politica del Lavoro e Globalizzazione) (Wits); Diploma (Diritto del lavoro) (GIMT); Diploma N Nazionale(Ingegneria); certificazione commerciale come collaudatore (Ingegneria, Elettrica)
[2] L’Alleanza è stata formalizzata nella sua forma attuale nel 1990, ma le sue radici si trovano nel lontano 1918. In quell’ anno membri degli Stati dell’ South African Native National Congress (ANNC Congresso Nazionale dei Nativi del Sudafrica), precursore dell’ African National Congress (ANC), e dell’International Socialist League (ISL Lega Internazionale Socialista), precorritrice del South African Communist Party (SACP), si sono riuniti a sostegno dello Sciopero dei lavoratori della Bucket guidato dall’unione dei sindacati dei lavoratori dell’ industria dell’Africa. L’Alleanza si è sviluppata in anni di lotte e ha assunto forme diverse in fasi diverse per adattarsi alle condizioni che cambiavano continuamente. Nel 1929, l’Internazionale Comunista (Comintern) ha approvato una risoluzione per il Partito comunista in Sud Africa per lavorare a stretto contatto con l’ANC e trasformarlo in un movimento di lotta nazionale di massa. A seguito di tale risoluzione le due organizzazioni politiche principali gradualmente hanno lavorato insieme per sviluppare l’Alleanza con il Partito comunista e inoltre per costruire un movimento sindacale progressita su base non razziale. Una delle forme più importanti assunte dalla Alleanza è la Congress Alliance (Congresso dell’Alleanza) creato nel 1950.
[3] Vladimir Lenin; ‘Imperialismo, fase suprema del capitalismo’. 1917