Serhildan in Başur
Era effettivamente una vista significativa. Nel giro di politica estera in Europa erano fianco a fianco: Qubad Talabani e Nechirvan Barzani. come se il KRG fosse una monarchia mascherata, gli eredi si dividevano il divano, la scrivania o il rispettivo mobile sul quale eseguire la loro satira politica.
È emblematico per due partiti completamente persi che sono così in rotta e tuttavia così vicini per via della comune smania di potere, che devono essere tenuti insieme come cani rognosi perché non si sentano trascurati quando ci si presenta sul palcoscenico internazionale. Mentre questa satira fa bella mostra di sé sugli schermi di Rudaw, K24 e C., la popolazione nel Başur continua a soffrire ogni giorno. Mentre molti non hanno ancora elaborato il tradimento di ottobre e bambini di Tuz Khormato in lacrime nei campi profughi intorno a Chamchamal cercano un futuro, l’elite politica a Hewler sembra aver già deciso il da farsi. Le presunte dimissioni di Barzani mirano al fatto che a breve prenderanno il timone il figlio di Talabani e il nipote di Barzani. Tutto come prima.
Ma la popolazione in questi giorni sta presentando il conto ai partiti. In due parti del Kurdistan del sud sono scoppiate proteste. Sedi di partito di YNK e KDP sono state attaccate e ci sono manifestazioni a Slemanî, Halabja, Koyê, Kifrê, Qeladizê, Khurmal, Avreze, Chamchamal, Taqtaq, Sharezûr, Warma, Raniya e Akra.
In effetti, la misura della sfacciataggine nelle ultime settimane è salita ancora una volta in modo sorprendente. Mentre i molti gestori elettrici privati che offrono corrente prodotta da generatori in aggiunta alla scarsa corrente elettrica statale non hanno più accesso al necessario combustibile, giorno per giorno centinaia di autobotti di petrolio se ne vanno in direzione della Turchia.
Che in questa situazione scarseggino elettricità, acqua e cibo, con i normali canali commerciali sono quasi inaccessibili per i cittadini normali e il pubblico impiego di nuovo in sciopero, che continui a proliferare il contrabbando di petrolio dei politbüro regnanti è un’impertinenza che evidentemente ha fatto traboccare il vaso in via definitiva. Pare che sgherri infuriati abbiano perfino attaccato autobotti nelle montagne di Hawraman lungo il percorso verso l’Iran.
Ora ci arrivano altre notizie preoccupanti in questo contesto: nella città di Raniya sono stati uccisi diversi manifestanti. ANF parla di 5 persone alle quali hanno sparato e di 80 feriti. A Slemani secondo NRT sono stati feriti 20 civili.
NRT riferisce inoltre che due ore prima il loro edificio è stato assaltato dalle Asayish, la polizia militare del YNK. Ai collaboratori è stato impedito di svolgere il loro lavoro.
Come sicuramente ricorda chi conosce la regione, anche nel 2011 ci sono state insurrezioni nel Kurdistan del sud che si sono verificate nell’ambito delle primavere arabe. Anche quella volta sono stati uccise dozzine di giovani e di manifestanti. Che il governo federale continui a non voler vedere le condizioni in Iraq e in Kurdistan getterà nel caos l’intera regione. Mentre forze liberali vengono perseguitate e uccise, gli ultimi germi di resistenza sono circondati da regimi religiosi-fondamentalisti che si preparano al colpo finale, mentre all’interno sono minacciati da clan famigliari che non vogliono lasciare sia quel che sia non sono intenzionati ad abbandonare il loro potere.
Per il Rojava le condizioni attuali sono almeno altrettanto fatali. Anche se l’embargo del KDP c’era già da prima, molto compagni sul posto potevano passare da Slemanî e portare in qualche modo medicine importanti e altri approvvigionamenti nel Rojava. Da quando gli aeroporti non vengono più raggiunti da compagnie aeree internazionali e Slemanî non è più praticabile come postazione, anche la situazione nel Rojava diventa più preoccupante.
C’è da temere che la repressione e le uccisioni in Kurdistan del sud continuino a meno che l’ondata di proteste non diminuisca. È da vedere se le proteste riusciranno anche nel nordovest, quindi nelle zone del KDP. Barzani almeno dal punto di vista della politica interna è di nuovo in tour e si è fatto vedere in pubblico a Duhok. Sembra che il KDP stia cercando di far crogiolare di nuovo la narrativa patriottica per impedire le proteste. Ciononostante questa sera si è avuta notizia di proteste di giornalisti indipendenti a Akre che fa parte del territorio del KDP. Anche queste sono state interrotte con la violenza.
Il partito di opposizione Gorran in questo contesto tuttavia mobilita apertamente per le proteste, mentre negli ultimi anni si era trattenuto su questioni del genere. Inoltre oggi, insieme alla Comunità Islamica del Kurdistan (Komal), hanno annunciato il loro ritiro dal governo e il Dr. Yousif Mohammed Sadiq, portavoce del Parlamento del Kurdistan del sud e anche lui iscritto Gorran, si è dimesso dal suo incarico.Dato che i partiti al governo spesso hanno accusato Gorran di comportamenti cospirativi e lo hanno accusato di aver dato inizio a proteste violente, è sorprendente che ora abbiano di nuovo assunto una posizione più attiva.
Questo atteggiamento potrebbe però essere un vantaggio per Gorran. Mentre sono in preparazione le elezioni per il prossimo Parlamento irakeno, Gorran dal punto di vista della politica interna e da quello diplomatico è forte e si insedia come voce curda forte a Baghdad. Con le spalle così coperte potrebbe essere eventualmente spiegato anche il ruolo maggiormente all’attacco.
#Manî Cûdî
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