Prigioniero del PKK si impicca per protesta contro l’isolamento
In prigioniero politico Zülküf Gezen recluso carcere di Tekirdağ si è impiccato per protesta contro l’isolamento del rappresentante curdo Abdullah Öcalan. La notte scorsa il prigioniero politico Zülküf Gezen si è impiccato per protesta contro l’isolamento del fondatore del PKK Abdullah Öcalan nel carcere di massima sicurezza di Tekirdağ. I suoi parenti domenica lo hanno comunicato alla Piattaforma dei Giuristi Libertari (ÖHP).
In carcere Gezen dal 1 marzo partecipava allo sciopero della fame iniziato da Leyla Güven per la revoca dell’isolamento di Öcalan sull’isola carcere di Imrali. La salma del defunto dovrebbe essere portata nella sua città Amed (Diyarbakir) oggi stesso, dove lunedì avrà luogo il suo funerale.
Zülküf Gezen ha passato in carcere da dodici anni. Fu arrestato nel 2010 tra l’altro per „appartenenza a un’organizzazione vietata“ e condannato all’ergastolo aggravato. Era stato accusato di aver fatto tre anni prima un attentato contro una sartoria nella quale in quel momento si trovavano dei poliziotti.
Già nel settembre 2012 Zülküf Gezen insieme ad altri circa 500 prigionieri dei processi PKK aveva partecipato allo sciopero della fame di 68 giorni che contribuì al fatto che il governo turco l’anno successivo avviasse colloqui con il movimento di liberazione curdo. Anche ora la richiesta dei circa 7.000 prigionieri in sciopero della fame chiede di creare per Abdullah Öcalan condizioni in cui come Presidente di un movimento legittimo possa vivere e lavorare liberamente per poter in questo modo contribuire alla soluzione della questione curda.