Öcalan è stato catturato quattordici anni fa
Il 15 Febbraio del 1999, il leader kurdo Abdullah Öcalan è stato catturato in Kenya da agenti speciali turchi che agivano in collegamento con la CIA e il Mossad, mentre dall’ambasciata greca a Nairobi si dirigeva all’ aeroporto. La cattura del “nemico numero uno” della Turchia è stata definita dalle autorità di Ankara come la loro vittoria contro i kurdi che avevano intrapreso una rivolta di massa contro le politiche di negazione e di discriminazione. Una lotta che Öcalan aveva condotto dal 1980. La cattura del loro capo è considerata dai kurdi come il risultato di una “cospirazione internazionale” che coinvolge i servizi di sicurezza di diversi stati tra cui la CIA, il MI5 ed il Mossad.
Alla cattura di Öcalan è seguito un processo farsa in cui i pubblici ministeri turchi hanno cercato di ritrarre il leader kurdo come un “terrorista”.
Invece, Öcalan ha utilizzato la sua difesa per articolare una proposta per la pace e la riconciliazione tra turchi e kurdi, basata sul riconoscimento delle loro differenze culturali e nazionali all’interno di uno stato unitario. Le sue idee politiche come le sue dichiarazioni di difesa sono diventate di pubblico dominio: alcuni estratti della sua difesa sono stati pubblicati in inglese da Pluto Press nel 2007, nel libro Scritti Dal Carcere e in un secondo volume apparso nel 2011. La Road Map proposta dal leader kurdo è stata pubblicata in inglese nel Febbraio del 2012.
Per molti anni Öcalan è stato mantenuto in isolamento in condizioni pericolose sull’isola di Imrali, al largo della costa di Istanbul. Le sue condizioni di salute si stanno deteriorando a causa del duro ambiente carcerario. Ma nonostante tutte le sue difficoltà personali, Öcalan ha continuato a svolgere un ruolo centrale nella politica turca ed esercita un’influenza che non può essere ignorata all’interno del movimento kurdo. Ha sostenuto una soluzione negoziata, presentando proposte dettagliate e chiedendo a entrambe le parti di adottare misure per porre definitivamente fine al conflitto. Ha usato la sua levatura tra i kurdi per sollecitare ripetuti cessate il fuoco unilaterali della guerriglia per dare una possibilità alla pace, cessate il fuoco attuati più volte di fronte a continue aggressioni da parte dei militari turchi.
Insistendo sul fatto di essere un prigioniero politico, Öcalan (ed il movimento nazionale kurdo) ha mantenuto una posizione coerente per una conclusione pacifica del conflitto, in base al raggiungimento della giustizia per il popolo kurdo. Attraverso continue discussioni, le proposte si sono evolute nell’attuale domanda di “autonomia democratica” all’interno della Turchia: una politica che prevede la concessione di poteri decisionali locali alle regioni riguardo i diritti sociali e culturali, come l’utilizzo della lingua madre kurda nell’educazione, realizzando così le principali richieste kurde.
Ciò che è chiaro è che la Turchia, nel corso degli anni e dall’arresto di Öcalan, non è riuscita ad ottenere l’eliminazione del movimento kurdo, così come ha fallito la sua insistenza nel dipingere Abdullah Öcalan come un criminale e un terrorista; recenti notizie di colloqui che si svolgono tra Öcalan e rappresentanti dello Stato turco sottolineano la realizzazione graduale da parte della Turchia che l’influenza di Öcalan è un elemento determinante per raggiungere la fine di questo lungo conflitto.
ANF News Desk