MOZIONE PATTO DI AMICIZIA: SOSTEGNO ALLA COMUNITA’ DI KOBANE, POPOLO CURDO
Al Consiglio Comunale del Comune di Genazzano
Proposta di Deliberazione:
MOZIONE PATTO DI AMICIZIA. SOSTEGNO ALLA COMUNITA’ DI KOBANE, POPOLO CURDO.
Municipalità Kurde della “Autonomia democratica Rojava”, Municipalità di Kobane – Siria, Suruc – Turchia
Premesso che:
– nei Principi Generali dello Statuto del Comune di Genazzano viene riconosciuto:
pieno diritto all’effettiva partecipazione dei cittadini , singoli ed associati , alla vita organizzativa, politica ,amministrativa ,economica e sociale ; rispetto e tutela delle diversità etniche, linguistiche, culturali, religiose, politiche e di diversi orientamenti sessuali
– Ogni forma di resistenza contro le barbarie attualizza quei valori che sono stati anche a fondamento delle basi democratiche della nostra comunità : Genazzano ha contribuito alla Lotta per la Liberazione dal Nazifascismo pagando il suo tributo con la vita dei propri cittadini Antonio Gionne e Antonio Andreani, vittime della barbarie fascista, e con il martirio di Giuseppe Emilio D’Amico alle Fosse Ardeatine.
– a partire dagli anni ’60, il Governo Siriano Baath, nell’ambito della formazione di quella che è stata definita come la “cintura araba”, ha adottato dure forme di repressione e negazione dell’identità kurda in ogni suo aspetto culturale e linguistico;
– con lo scoppio della guerra in Siria, i kurdi hanno definito una loro autonomia in alcune regioni del nord del Paese ove hanno fondato la “Autonomia Democratica del Rojava”, composta dai tre cantoni di Cizire, Efrin e Kobane;
– tale forma organizzativa e amministrativa si riconosce in valori e principi comuni a quelli espressi all’ART. 3 della nostra Costituzione Repubblicana, così come si evince da quanto enunciato nel “Contratto Sociale del Rojava”, avente valore di testo costituzionale;
– a tre anni dall’inizio della rivoluzione in Siria e dal suo sviluppo in guerra civile, le milizie dell’Isis, provenienti dal territorio iracheno, si sono manifestate quali terzo attore militare nell’area, rivolgendosi contro la regione del Rojava e aprendo un fronte alle porte della città di Kobane ;
– il massiccio attacco mosso contro il cantone di Kobane è da considerarsi successivo all’intervento delle formazioni guerrigliere del PKK e delle forze di autodifesa Kurda che, nell’Agosto 2014, hanno protetto e salvato 30.000 yazidi sfuggiti al massacro, aprendo un corridoio umanitario di 60 chilometri attraverso le montagne del Sinjar;
– si è infine formata una “Coalizione Internazionale”, a cui ha aderito anche l’Italia, con lo scopo preciso di reprimere militarmente le forze dell’ISIS in Siria ed Iraq, riconoscendo i kurdi quali propri alleati sul campo avverso il nemico comune;
– dopo i fatti di Parigi e di Tunisi appare ormai evidente come l’ISIS ed il fondamentalismo religioso costituiscano una minaccia globale.
Tenuto conto che:
– in tre cantoni della Siria, in particolare nella regione di Rojava, in risposta alla disgregazione dello Stato centrale siriano e delle violenze settarie e confessionali, la popolazione a prevalenza kurda ma in verità multietnica e multireligiosa, si è organizzata per tutelarsi rendendosi autonoma a partire dal 2011. I gruppi politici locali hanno creato delle istituzioni autonome ed elettive nelle città del Nord che amministrano. Hanno dato sinora accoglienza a molti sfollati dalle altre regioni della Siria e soprattutto hanno avviato una politica inclusiva per le molte minoranze presenti nel loro territorio;
– in Rojava convivono gruppi di diversa cultura e religione e ciò dovrebbe essere incoraggiato e sostenuto dalla comunità internazionale. Tutti partecipano alla vita politica. Sul suo territorio si situano tre campi profughi e accolgono 1 milione di sfollati da altre aree della Siria. Hanno un accordo tacito di non belligeranza con Assad, ma non ci collaborano. Anzi lo accusano di non far arrivare alcun aiuto nella loro area. Inoltre combattono contro l’ISIS proponendo una terza via democratica e di piena tutela di tutte le minoranze. Le esperienze di convivenza tra diversi dovrebbero essere valorizzate dalla comunità internazionale, anche attraverso un intervento sul Governo di Ankara affinché cessi la politica di embargo nei confronti di questa zona libera della Siria, aprendo finalmente le frontiere agli aiuti e agli scambi commerciali ed economici da e per Rojava;
– Per l’Isis distruggere Kobane significa distruggere il cantone centrale dell’esperienza della Rojava ed avere un tratto completamente libero di 150 kilometri di confine con la Turchia;
– Kobane rappresenta il centro del movimento di liberazione curdo ed è stato il primo dei cantoni a dichiararsi indipendente;
– La resistenza di Kobane è composta anche da donne, dal momento che in ogni parte di questo sistema di autogoverno comunitario, c’è un preciso sistema di quote: c’è un uomo e una donna;
– La città è liberata, ma sono circa 300 i villaggi nelle campagne che sono ancora sotto la pressione dell’Isis, e tutti i rifugiati che sono al di là del confine turco vogliono ritornare indietro nelle loro case;
– La richiesta principale che viene dalla popolazione di Kobane è quella di avere un corridoio umanitario, per poter far entrare a Kobane tutti i miliziani, tutti gli attivisti che vogliono partecipare alla resistenza e alla riconquista di tutta la regione.Un corridoio dove possano passare tutte le cose che servono, sia da un punto di vista umanitario, sia da un punto di vista militare
– la Camera dei Deputati ha chiesto di utilizzare la missione diplomatica anche per ottenere dalla Turchia e dalla Regione autonoma kurda (KRG) l’apertura dei valichi per consentire il passaggio degli aiuti umanitari e a utilizzare inoltre la presenza del nostro funzionario al confine turco/siriano anche per il coordinamento degli aiuti umanitari italiani ai rifugiati in Turchia e nel Kurdistan iracheno e siriano oltre che per aprire un canale diplomatico con le autorità della Regione autonoma kurda,
Tutto ciò premesso impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a:
– esprimere solidarietà alla municipalità di KOBANE e sviluppare iniziative di sostegno volte alla salvaguardia di tale esperienza democratica nel territorio, unica del suo genere in Medio Oriente;
– chiedere al Governo Italiano di supportare la richiesta di apertura di un corridoio umanitario per inviare al Rojava gli aiuti già annunciati, affinché l’Italia svolga un ruolo decisivo per fermare l’Isis in continuità con l’attività svolta nel semestre italiano alla Presidenza U.E.
– chiedere al Governo Italiano di riconoscere l’autonomia kurda e i impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune, anche europee, l’autodeterminazione del popolo kurdo;
– avviare relazioni ufficiali con le municipalità kurde della regione denominata “Autonomia Democratica Rojava” al fine di costruire un “patto di amicizia”;
– attivarsi per la promozione di iniziative di solidarietà attraverso l’invito in Italia di un rappresentante o una rappresentante delle stesse municipalità per una serie di conferenze anche con il fine di stabilire forme di cooperazione e sostegno;
– individuare nella Associazione “MEZZA LUNA ROSSA KURDISTAN-ITALIA ONLUS” e nello “Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia – UIKI ONLUS” i referenti dei progetti di cooperazione e sostegno ai rifugiati kurdi ;
– avviare relazioni di partenariato con le strutture sanitarie competenti per promuovere la raccolta di materiale sanitario, rispondendo così agli urgenti appelli relativi all’invio di aiuti immediati alle popolazioni colpite dal conflitto.;
– sostenere iniziative di diffusione informativa all’interno delle scuole per avviare scambi culturali con le istituzioni scolastiche kurde.
IL GRUPPO CONSILIARE “GENAZZANO FUTURA”
IL CAPOGRUPPO : GINO CECCONI