Membri di PKK e PAJK in prigione effettuano lo sciopero della fame contro l’isolamento

Membri del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) e del PAJK (Partito di Liberazione delle Donne del Kurdistan) cominciano sciopero della fame contro l’isolamento. Lo sciopero inizierà il 27 novembre, anniversario della fondazione del PKK, e continuerà per 10 giorni, per protestare l’isolamento del Leader del popolo curdo Abdullah Öcalan.

Deniz Kaya, con una dichiaraizone scritta a nome dei detenuti del PKK e del PAJK, ha detto: “Celebriamo il 41esimo anniversario del nostro partito, e desideriamo che la nostra resurrezione porti libertà al Leader Apo, a tutti i compagni e al nostro popolo. Ricordiamo cpn rispetto i compagni caduti martiri per questa causa.”

La dichiarazione ha sottolineato che la resistenza gloriosa del Movimento di liberazione curdo continua contro le politiche di una guerra sporca e massacrante conto il popolo curdo dal fascismo AKP-MHP, aggiungendo che il leader del popolo curdo Abdullah Öcalan è in isolamento da 20 anni in condizioni disumane.

Deniz Kaya ha continuato: “Con uno sforzo staordinario, il nostro leader ha iniziato il processo di pace. Ma il fascismo turco ha risposto con tentativi di distruzione i successi curdi con politiche sviluppate un contrasto totale contro i curdi. Noi, come membri di PKK e PAJK prigionieri diciamo ancora una volta che appoggiamo il nostro leader in qualsiasi circostanza. Abbiamo ricevuto l’eredità della resistenza in prigione da Mazlum, Kemal, Hayri, I Quattro e Sara, e continuiamo la nostra resistenza contro le pratiche disumane del fascismo.”

I PRIGIONIERI ANZIANI E MALATI SONO ESONERATI

“Il nostro leader è il nostro respiro e spirito di libertà. Non abbiamo più pazienza per questo isolamento disumano” ha detto la dichiarazione, elencando le seguenti richieste: “Dal 27 novembre in poi, all’anniversario della fondazione del nostro partito, tutti i membri di PKK e PAJK in prigione entreranno in sciopero della fame per 10 giorni. La nostra unica richiesta è lo stop all’isolamento imposto al nostro leader. La nostra azione si trasformerà e diventerà molto più radicale a breve. Seguiamo la cultura di resistenza in prigione che dice ‘Amiamo la vita al punto di morire per essa’, e come successori entriamo in un nuovo periodo di resistenza. Chiediamo a tutti coloro che si definiscono democratici e intellettuali di essere consapevoli della nostra azione. Chiediamo a tutti i popoli della Turchia e del Kurdistan di aiutarsi in questa azione. Tutti i compagni in tutte le prigioni continueranno questa azione senza ulteriori dichiarazioni. I compagni malati e anziani sono esonerati dall’azione”.