Mai stati così vicini a Kobanê

Qualche volta ti senti come se non riuscissi a fare niente, ti rimane solo seguire da chilometri di distanza gli avvenimenti storici di una resistenza che sta cambiando il futuro dei popoli e della zona.

Da più o meno due mesi condividiamo il nostro cuore con Kobanê, come gemelli originati dallo stesso embrione.

Chi sa e chi può capire i sentimenti delle persone che sono state e hanno vissuto lì, sono passate per le vie della città e ne hanno conosciuto gli abitanti? Certo solo quelli sono stati lì!

Siamo in una situazione molto complicata e aspettiamo da giorni, da settimane e da mesi ormai notizie dalla zona.

Le nostre orecchie ormai non vogliono sentire le notizie brutte, siamo contenti quando riceviamo una notizia buona anche se è come la luce fragile di una candela.

Le notizie buone se anche sono piccolissime sono buone, per le notizie brutte noi tutti quanti sentiamo lo stesso dolore e nascondiamo la nostra rabbia nel nostro cuore.

Ci prendiamo cura della speranza nel dolore e guardiamo la situazione in modo positivo. Sempre la speranza rafforza il nostro cuore, la nostra coscienza e la nostra anima.

Tutti diciamo che “questa resistenza e questa lotta non si sono mai viste” e dopo sette settimane tranquillamente diciamo “il cuore dei buoni del mondo batte a Kobane, milioni di persone sentono la stessa cosa”; forse questo regala un sorriso sul viso dei combattenti delle YPG/YPJ e gli dà quella forza incredibile di combattere in un contesto così difficile.

Dall’inizio della guerra di Kobanê abbiamo dimenticato il senso del sonno, ci vergognamo quando i nostri occhi si chiudono dalla stanchezza, perché siamo vicino ai nostri compagni anche se c’è la distanza fisica tra di noi.

Un ticchettio basta nel buio della notte per farci alzare e aprire la pagina delle notizie.

Quando cade una bomba a Kobanê, succede il finimondo nel mio cuore.

Ogni notizia porta via un pezzo dal mio cuore. Voglio essere li! Penso alle madri lì, vorrei essere con i nostri nonni, i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Sempre restano in attesa con la loro arma e il loro compito! Chi sa! Forse oggi un altro è diventato martire mentre resisteva come un eroe!

E quei bambini “hanno la testa dura”, “dico basta!”, “come adulti piccoli”, immagino come sono cresciuti oggi nel loro corpo piccolo!

Ho pensato anche ai terreni belli, i terreni al confine di Kobanê che erano attenti anche al fuoco di una sigaretta, chissà il dolore che provano oggi per quel fuoco li!

Certo che ho pensato anche ai miei compagni che difendono Kobanê e il suo popolo. Si difendono come difendono i valori dell’umanità con risolutezza ed entusiasmo!

E quella conoscenza dà forza a loro per stare in piedi, dà loro il sorriso sulla faccia… E’ quello l’entusiasmo che dà l’amore per la vita e la speranza.

Quelli fanno la rivoluzione, si sono preparati, si sono organizzati per oggi. Sia quelli non addestrati, sia quelli formati, gli esperti e gli inesperti, tutti quanti si sono uniti per difendere i valori dell’umanità.

I miei compagni non si fermano alle parole, vivono con il loro cuore e dimostrano a noi tutto quanto con i fatti. Ho pensato a loro ogni momento.

Certo che non si può vivere con i “magari”, non si riesce ad arrivare li, se anche ferisce il nostro cuore, cerchiamo di vivere con voi momento per momento in modo giusto.

Siamo lontani ma siamo nel vostro cuore, si, come se fossimo nel nostro cuore. Il punto non è essere fisicalmente insieme, toccarsi fisicamente e guardarsi faccia a faccia, il punto è sentirsi dal cuore!

Nel mio tesoro Kobanê, ci sono i segni della terza guerra mondiale! Mi immagino le case danneggiate e le strade distrutte.

Per il popolo curdo, un popolo che costruisce la vita dai sassi, la libertà per il popolo curdo si sta avvicinando ad ogni momento.

A Kobanê di nuovo risplenderà il verde e la città rivivrà!

Non rimanete lontano, diventate parte della lotta!

 

di Suveyda Mahmud