Le leggi di occupazione della Turchia continuano a colpire i sindaci curdi eletti

Continua l’attacco alla democrazia locale da parte del governo AKP-MHP ad Ankara. Dopo che la municipalità di Esenyurt ad Istanbul, di popolazione a maggioranza curda, condotta dal principale partito di opposizione il CHP, la scorsa settimana è stata posta sotto amministrazione forzata, oggi i co-sindaci eletti nei capoluoghi provinciali settentrionali curdi di Mêrdîn (tr. Mardin) ed Êlih (Batman) e nella città distrettuale di Xelfetî (Halfeti) sono stati rimossi e al loro posto sono stati nominati fiduciari forzati.

Questa è la terza volta in dieci anni che il regime turco reprime la volontà democratica del popolo curdo per imporre il suo dominio occupazionale. A Mêrdîn (Mardin), la polizia ha circondato il municipio nelle prime ore del mattino. Nello stesso momento, il co-sindaco del capoluogo di provincia, Ahmet Türk (partito DEM), eletto con il 57,4 percento dei voti, è stato bloccato dall’ingresso nel suo ufficio ed è stato rimosso per ordine del Ministro degli Interni.

Anche l’amministrazione comunale di Êlih è stata riorganizzata, è stato nominato un amministratore forzato e la co-sindaca Gülistan Sönük, eletta con il 64,52% dei voti, è stata rimossa dall’incarico.Nella città distrettuale di Xelfetî nella provincia di Riha (Urfa), anche il municipio è stato isolato dalla polizia. Il co-sindaco Mehmet Karayılan è stato arrestato. Condanniamo inequivocabilmente la recente nomina di amministratori fiduciari turchi a Mêrdin, Elih, Esenyurt e Xelfetî, che rappresenta un palese abuso dei processi democratici e della volontà del popolo curdo. Il blocco degli edifici comunali e la detenzione di funzionari eletti sono atti di oppressione che minano le norme internazionali e i sacri principi di democrazia, pace e libertà.

I co-sindaci Ahmet Türk, Gülistan Sönük e Mehmet Karayılan sono stati scelti dalle loro comunità attraverso legittimi processi elettorali e la loro rimozione è un affronto ai cittadini che avevano riposto in loro la loro fiducia. Questa azione non solo ignora le voci del popolo, ma perpetua anche un regime di saccheggio e controllo che cerca di mettere a tacere il dissenso e manipolare la governance locale.

Sfortunatamente, lo Stato turco si sta sempre più allontanando dalle leggi internazionali, mentre la comunità internazionale e le sue istituzioni di salvaguardia rimangono in silenzio a causa dei loro interessi geopolitici ed economici. Questo silenzio dell’UE, del CoE (Consiglio d’Europa) e dell’ONU incoraggia la dittatura turca, che crede di poter agire impunemente. Facciamo appello a tutti I comuni e Sindaci progressisti del mondo affinché siano solidali con i co-sindaci e i cittadini emarginati di questi Comuni nella loro lotta contro questa ingiusta imposizione. Il diritto all’autogoverno è fondamentale e non accetteremo l’erosione dei valori democratici.

Chiediamo l’immediata revoca di queste nomine e il ripristino dei funzionari eletti nelle loro legittime posizioni. La volontà popolare e i diritti democratici costituzionali devono prevalere. Affermiamo che questa estorsione non scoraggerà il popolo curdo, che continuerà a rivendicare il proprio diritto all’autodeterminazione, alla democrazia e alla libera espressione della propria volontà.

Congresso nazionale del Kurdistan (KNK)

04.11.2024