L’attacco a Mahmura
Non è rimasta loro altra merce di scambio che il Movimento di Liberazione Curdo e il campo profughi di Mahmura, rifugio per la gente della zona di Botan fuggita dall’oppressione e dalle torture dello stato turco e i cui villaggi furono rasi al suolo.
Continua la crisi scoppiata dopo il referendum nel Kurdistan del Sud. Coloro i quali mirano a mantenere le proprie poltrone, che hanno sparso la corruzione nell’amministrazione del Kurdistan del Sud, ridotto la gente alla fame e reso il Kurdistan del Sud la loro azienda di famiglia e la compagnia di partito, credono che la via di uscita dalla crisi sia proprio quella di rimanere aggrappati alle poltrone. A questo scopo, hanno iniziato a mettersi alla ricerca di nuove iniziative. Dall’inizio di queste ricerche e iniziative, Necirvan Barzani ha mandato messaggi alla Turchia ad ogni possibile occasione. Qualcuno agisce come se il Kurdistan del Sud non avesse avuto dei diverbi con nessun altro vicino o nessun altro paese tranne la Turchia, ma il referendum ha creato problemi nelle relazioni con l’Iraq, l’Iran e molte altre potenze internazionali. Per qualche motivo, lo sforzo che Nechirvan Barzani ha intrapreso per ricucire i rapporti con la Turchia è maggiore della somma di tutti gli sforzi fatti con tutti questi altri paesi. Questo, inavvertitamente, dà da pensare alla gente del Kurdistan del Sud e delle altre parti del Kurdistan, come anche a molte potenze internazionali. Questo, inavvertitamente, conduce all’interrogativo che in tale relazione ci sia molto più di quanto non appaia.
Ogniqualvolta Necirvan Barzani mandava un messaggio alla Turchia, lo stato turco eccedeva nei bombardamenti arei contro le aree di Qandil, Behdinan, Xakurke e Xinêrê e attaccava i monti Asos, 200 km dal confine, siti tra il Kurdistan Meridionale e quello Orientale, vicino a Sulaymaniya. Ci sono stati giorni in cui, per due volte, hanno condotto attacchi con dozzine di caccia. Più tardi a novembre, è venuto fuori che – mentre questi attacchi stavano avendo luogo – Necirvan Barzani aveva sovrabbondato nei messaggi inviati alla Turchia per chiedere di incontrarsi in qualche modo. È anche venuto fuori che il 24 novembre mandò in Turchia Selahaddin Bahaddin – Segretario Generale del Partito Islamico Yekgirtû, che appoggiava la decisione del PDK di indire il referendum – per incontrarsi con le autorità turche e agire da intermediario. Selehaddin Bahaddin rimase in Turchia fino al 28 novembre e il 27, mentre era ancora lì, la Turchia attaccò i monti Asos con 26 caccia, bombardando l’area per due ore. Lo stesso Selahaddin Bahaddin annunciò che si era incontrato in Turchia con Hakan Fidan – sottosegretario del MİT – e che l’incontro era stato molto positivo, avendo sciolto il ghiaccio tra Kurdistan del Sud e Turchia. Mentre Bahaddin si incontrava con il MİT, il che “aveva rotto il ghiaccio”, Necirvan Barzani si recava in Francia passando dalla Turchia. Due giorni dopo il rientro di Nechirvan Barzani dalla Francia, c’è stato un attacco al campo profughi di Makhmur, che, a giudicare dalle prove che sono emerse finora, sembra essere stato condotto dalla Turchia. Quali promesse sono state fatte alla Turchia durante gli incontri tenuti da Selahaddin Bahaddin, che sono stati “molto positivi” e che “hanno sciolto il ghiaccio”? Chiunque capisca qualcosa di politica può intuire che la Turchia non avrebbe acconsentito a un incontro con il Kurdistan Meridionale nel momento di massima debolezza di questo senza delle contropartite; Necirvan Barzani non sarebbe stato in grado di tenere alcun incontro neanche ai livelli più bassi o di recarsi in Francia dalla Turchia, senza fare grandi concessioni. Tutti sanno, inoltre, che a Bahaddin non era rimasta alcuna merce di scambio da offrire alla Turchia per ricucire i rapporti tra i due [paesi]. È altresì risaputo che non è rimasta loro altra merce di scambio che il Movimento di Liberazione Curdo e il campo profughi di Mahmura, rifugio per la gente della zona di Botan fuggita dall’oppressione e dalle torture dello stato turco e i cui villaggi furono rasi al suolo. L’attacco contro il campo di Mahmura mostra che, durante i suddetti incontri, è stato raggiunto un nuovo accordo con la Turchia contro il Movimento di Liberazione Curdo e il campo di Mahmura.
Fino adesso, non è stata fornita alcuna spiegazione per gli attacchi condotti dalla Turchia in varie zone del Kurdistan Meridionale e per gli attacchi aerei in successione dello scorso mese contro i monti Asos. Nessuna spiegazione implica che questi attacchi siano stati tollerati. Non è stato, però, solo il PDK e il Kurdistan Meridionale ad aver tollerato questi attacchi. Lo stato iracheno, insieme al PDK e all’amministrazione del Kurdistan Meridionale, rimanendo in silenzio ha tollerato questi attacchi. Il campo profughi di Mahmura si trova in un’area sotto la giurisdizione del governo centrale iracheno, in base all’art. 140 [della Costituzione irachena, NdT]. Questo campo si trova anche sotto la protezione delle Nazioni Unite. Il recente attacco è anche un attacco contro l’Iraq e l’ONU. Lo stato iracheno e l’ONU mostreranno di essere a favore o contro un tale attacco dall’approccio che adotteranno. Al di là, comunque, di ciò che faranno, la Turchia si trova in una posizione favorevole per infliggere gravi danni al popolo del Kurdistan Meridionale con il pretesto del referendum e adesso ha diffuso la propria profonda crisi politica ed economica anche sul Kurdistan del Sud – e sull’Iraq – attaccando un campo posto sotto la supervisione del governo centrale iracheno.
di Seyit Evran