La storia di un emiro dell’ISIS
Salih Xelef El-Eli, emiro(*) dell’ISIS, è stato preso prigioniero dai combattenti delle SDF durante l’operazione “Tempesta di Cizire”. Salih ha raccontato come si è unito all’ISIS diventandone un emiro, sebbene fosse una persona comune e del tutto ignorante.
L’emiro Salih Xelef El-Eli viene dalla cittadina di Kesra, sita a ovest della città di Deir ez-Zor. È nato nel 1992. I combattenti delle Forze Democratiche Siriane (SDF) lo hanno catturato nella cittadina di El-Kuber, a ovest di Deir ez-Zor.
L’agenzia di stampa del Rojava “Hawar News Agency” (ANHA) ha intervistato l’emiro prigioniero, Salih El-Eli, il quale ha raccontato la storia della sua vita, come si è unito all’ISIS e come ne è diventato una figura primaria, un emiro dello “stato islamico”.
CONOBBE L’ISIS DURANTE LE PREGHIERE DEL VENERDÌ
Salih ha iniziato spiegando che, dopo che le bande del Daesh invasero Deir ez-Zor nel 2015, lui come tutti gli altri abitanti si recò nelle moschee e partecipò alle prediche e agli incontri tenuti dall’ISIS.
L’ISIS conduceva una propaganda massiccia per mezzo dei propri simpatizzanti e membri all’interno della società e organizzava la popolazione locale motivandola a unirsi alle proprie bande. El-Eli ha confessato di essere stato profondamente influenzato da queste bande. Poiché era completamente analfabeta, tuttavia, egli sostiene di non aver compreso pienamente i loro sermoni e di non aver capito di cosa stessero parlando.
Cinque mesi dopo l’invasione di Deir ez-Zor da parte dell’ISIS, due cugini di Salih El-Eli si unirono alle bande. Entrambi si sottoposero all’addestramento militare e divennero membri ufficiali dell’ISIS. I due un giorno tornarono per una visita al loro villaggio natio, dove Salih El-Eli li incontrò.
Parlando di questo, El-Eli ha detto: “Vidi i miei due cugini il primo giorno della loro visita. Avevano appena completato il ciclo di addestramento militare e mi fecero un discorso. Parlammo dell’addestramento, che entrambi lodavano molto, ma misero anche l’accento sul potere acquisito personalmente. Dicevano che c’era un sacco di soldi.”
L’ARRUOLAMENTO NELL’ISIS
Il capobanda (emiro) Salih El-Eli ha continuato dicendo che le bande dell’ISIS occuparono diversi pozzi petroliferi nella regione di Deir ez-Zor e furono, in questo modo, capaci di concedere paghe elevate ai propri membri: “Ho deciso di arruolarmi anche io e fare un po’ di soldi. Feci visita a mio zio a Mayadeen. In questa città si trovava un gran numero di centri di registrazione delle bande dell’ISIS. Mio zio mi mandò al centro dell’ISIS nel villaggio di Cerniye a ovest di Raqqa.”
Lì Salih El-Eli partecipò al ciclo di addestramento militare della durata di 45 giorni. Le lezioni riguardavano principalmente libri islamici e sulla storia dell’Islam; si veniva anche istruiti sulle regole di ingaggio e sulle leggi dello “stato islamico”. El-Eli ha affermato che le bande dell’ISIS dissero loro, durante il ciclo di addestramento, che tutti i siriani erano “miscredenti” che dovevano essere combattuti per ricondurli alla religione islamica.
El-Eli ricevette l’addestramento militare e imparò a usare armi pesanti e leggere, fece pure dei corsi sull’uso degli obici e sulla fabbricazione degli esplosivi. Le bande dell’ISIS gli insegnarono anche come usare i civili come scudi umani e come proteggersi dagli attacchi aerei. Al termine del ciclo di addestramento, Salih El-Eli si unì ufficialmente all’ISIS.
“Non ho assimilato abbastanza bene l’addestramento militare. Dopotutto non so neanche leggere e scrivere. Non conosco le verità dell’Islam e la sua storia. Non sono in grado di leggere il santo Corano per imparare da esso. Ciò che mi è stato insegnato in quelle lezioni era che tutti i siriani sono miscredenti e si sono allontanati dalla religione: noi dovevamo combattere contro di loro per ricondurli al vero Islam, secondo gli insegnamenti dell’ISIS. Ciò che avremmo dovuto fare era combattere chiunque non condividesse l’ideologia dell’ISIS”, ha detto.
Dopo aver superato i cicli di addestramento militare, El-Eli fu assegnato alla regione a ovest dell’Eufrate e lì combatté in una banda dell’ISIS per due mesi. Dopo, fece una visita di cinque giorni alla propria famiglia e, in seguito, fu assegnato alla regione di Suxne nel Governatorato di Homs.
UCCISE SEI PERSONE DECAPITANDOLE E SI GUADAGNÒ IL TITOLO DI EMIRO
A Suxne, uno dei capi dell’ISIS della zona lo tentò a diventare un emiro. Quell’importante figura gli disse che avrebbe raggiunto uno status elevato una volta divenuto emiro. Salih El-Eli ha raccontato: “Mi dissero che una delle condizioni per diventare emiro era quella di decapitare sei persone. Mi sono fatto coraggio col pensiero di guadagnare molto denaro e avere molte donne solo per me. Avevamo preso prigionieri alcuni soldati del regime siriano durante le battaglie tra l’ISIS e le forze del regime a Tedmur (Palmira) e Suxne. La figura di primo piano a quel tempo era un emiro tunisino di nome Ebu Eli El-Tunisi. Dopo aver dato testimonianza della mia uccisione di sei persone, egli elevò la mia posizione e io divenni un emiro.”
Salih El-Eli, da quel momento in poi figura di spicco all’interno dell’ISIS, ha detto di essere quindi ritornato alla città di Mayadeen, dove incontrò uno dei capi del Daesh.
“Quel leader dell’ISIS aveva il volto nascosto. Non ho capito chi fosse, né mi dissero il suo nome. Assegnò un paio di soldati per la mia protezione e mi regalarono anche una nuova macchina”, ha commentato.
Divenne così un emiro al comando di alcuni villaggi nella regione di Deir ez-Zor.
(*) L’emiro è un comandante militare o un capo locale musulmano (in genere arabo)