Kürkçü: programmate quattro conferenze per le prossime settimane
ANF ha intervistato Ertuğrul Kürkçü, deputato di Mersin del Partito della Pace e della Democrazia (BDP), sul processo di colloqui in corso per la ricerca di una soluzione democratica e pacifica alla questione kurda.
Commentando gli sviluppi che hanno preso slancio a partire dall’appello effettuato dal leader kurdo Abdullah Öcalan in occasione del Newroz del 21 Marzo, Kürkçü ha detto di considerare il processo attualmente in corso come la progressiva divulgazione di un accordo generale raggiunto tra lo Stato turco ed Öcalan. “Quello che stiamo attualmente attraversando non è un processo di negoziati ma la valutazione dei risultati di un negoziato finalizzato. La fase di decisioni globali è stata finalizzata ma la seconda fase della sua disposizione e messa in pratica al momento è sottoposta a trattative. A questo proposito, vedo che il Governo tende a controllare l’intero processo ed ad evitare di plasmarlo tramite la partecipazione di diversi gruppi di forze della società”, ha sottolineato.
Riferendosi alla Commissione di Esperti creata per essere al servizio del processo di negoziati tra lo Stato ed Öcalan, e progettata per svolgere le sue attività in tre mesi, Kürkçü ha detto che essa non puó affrontare le relative questioni in un periodo di tempo così breve: “Questa non è un’attività che puó essere finalizzata in tre mesi, periodo avanzato come condizione formale. Sono dell’opinione che la Commissione Parlamentare per i Diritti Umani sarebbe stata in grado di assumere un ruolo attivo in questo processo se non avesse falllito in merito alle sue attività sul massacro di Roboski. Una Sottocommissione, affiliata alla Commissione per i Diritti Umani che è permanente, sarebbe riuscita altrimenti a condurre il processo fino alla fine. Normative interne impongono un limite di durata alle Commissioni Parlamentari, ecco la ragione per cui la Commissione di Esperti non sarà abbastanza per condurre il processo in modo ben coordinato. Non andrà oltre il fatto di esserci, per il bene della formalità”.
Kürkçü ha anche criticato la Commissione di Esperti poichè essa non consiste di nomi abbastanza qualificati per fare da intermediario ed organizzare il processo di negoziati ed il clima di non-conflitto: “La Commissione è composta da 16 delle 90 persone che il BDP aveva proposto. Questi 90 erano nomi d’importanza nell’ambito della lotta per la pace e per il lavoro. La Commissione non farà nulla se non presentare rapporti dopo aver effettuato un servizio formale per tre mesi ed ora ne rimangono due. Essa assomiglia ad un incontro con l’obiettivo di organizzare in particolare le basi delle organizzazioni non-governative, non riuscendo a raggiungere il terreno dei veri leader d’opinione, delle organizzazioni non-governative e degli attivisti per il lavoro. Invece di rimanere bloccati in hotel in centro, i membri della Commissione hanno bisogno di entrare in contatto con la popolazione, visitandola nei suoi quartieri, fabbriche e in tutte le aree della vita. Ció puó essere praticato attualmente solo a Diyarbakır e nella regione kurda poichè queste aree hanno già pronto un terreno per queste attività. Non penso che la Commissione stia ottenendo risultati sufficienti nella parte occidentale del paese: ció è dovuto al fatto che le capacità di questa formazione non sono adatte per ulteriori progressi. Non è quello che ci aspettavamo”.
Kürkçü ha sottolineato che il processo attualmente in corso viene mantenuto sulla giusta strada grazie agli sforzi compiuti da Öcalan, ed ha aggiunto: “Ora il processo prevede un totale di quattro conferenze. Esse, che si svolgeranno in Turchia, Europa, Kurdistan Settentrionale e Meridionale su proposta di Öcalan, sono molto importanti ma saranno presenti alcune difficoltà in questo processo per il fatto che esso deve essere condotto da Öcalan, non da persone all’esterno. Per quanto ho capito, Öcalan ha in programma di terminare il processo di ritiro entro Settembre. Esso potrebbe avanzare in modo migliore se Öcalan avesse l’opportunità di cominciare un lavoro più ampio ad Imralı entro l’estate, come previsto, e se potessimo inoltre recarci in visita ad Imralı per parlare con lui.
Kürkçü ha osservato che il Governo AKP intende condurre il processo in buoni rapporti con la formazione nazionalista. “La pace è un fattore manipolatore di questo processo per il Governo, mentre per noi è uno scopo in sé stesso, uno scopo per aprire la strada ad un clima di non-conflitto e ad una scena democratica generale”, ha aggiunto.
ANF Amsterdam