KCK: Onoreremo la memoria delle vittime di Halabja nella lotta del Kurdistan

La co-presidenza del Consiglio esecutivo dell’Unione delle Comunità del Kurdistan KCK ha rilasciato una dichiarazione al ventinovesimo anniversario del massacro di Halabja.

La dichiarazione ha sottolineato che il mese di Marzo è un mese che ha mostrato numerosi massacri contro il nostro popolo, il più doloroso dei quali è rappresentato da Halabja, dove migliaia di persone sono state massacrate attraverso l’uso di armi chimiche. Alla ricorrenza dell’anniversario del massacro, commemoriamo tutte le vittime di Halabja con rispetto e onore e reiteriamo la promessa di onorare la loro memoria in un’unità nazione e con la lotta per raggiungere un Kurdistan libero.

“GLI ATTACCHI TURCHI IN NORD KURDISTAN SONO IL SEGUITO DI HALABJA”
Rimarcando come il massacro di Halabja fosse stato perpetrato nella base di una mentalità centralista dello Stato-Nazione che nega l’esistenza dei Curdi, il KCK ha dichiarato; “Non solo i curdi sono ancora negati come una nazione e come popolo ma anche la direzione genocida del colonialismo dello Stato-Nazione, che mira all’eliminazione totale dell’esistenza dei curdi è mantenuto. L’Isis che ha raso al suolo Kobane e lo Stato turco che ha distrutto Sur, Cizre, Şırnak, Nusaybin, Silopi, Hezex, Kerboran e Gever costituisce una continuazione della mentalità che ha causato il massacro di Halabja. Lo stato turco e altri poteri che spingono una politica di sovranità genocida sui curdi hanno la stessa mentalità e politica con i perpetratori del massacro di Halabja e dell’Isis.

Per prevenire altri massacri come Halabja il senso monista dello Stato-Nazione, la mentalità genocida che ignora le diversità e la mentalità autoritaria e centralista hanno bisogno di essere annullate. La fedeltà e il rispetto alla memoria delle vittime di Halabja dipende più di ogni altra cosa dalla lotta contro queste mentalità. Per questo motivo è di notevole importanza che il popolo curdo giochi il suo ruolo storico per una democratizzazione del Medio Oriente.

La democratizzazione dell’intero Medio Oriente, e in primo luogo dei paesi egemonici nei confronti dei curdi – sono la sola via sicura per l’esistenza delle comunità e dei popoli oppressi, sfruttati, massacrati, per assicurare una vita libera e democratica

“ADEMPIEREMO ALLA RESPONSABILITA’ DI PREVENIRE FUTURI MASSACRI”
Il KCK ha poi sottolineato che il Movimento di liberazione curdo adempierà alla sua responsabilità nella lotta per la democratizzazione per il Medio Oriente non permettendo altri massacri del popolo curdo e altri popoli, come nei casi di Kobane, Cizre e Sur.

NAV-DEM : Non dimenticheremo i massacri di Halabja, Qamishlo e Gazi

Il mese di marzo nella storia dei curdi ha un significato particolare. Perché da un lato in questo mese gli occupanti del Kurdistan hanno commesso grandi massacri contro la popolazione curda, dall’altro, marzo è il mese nel quale la popolazione esprime con particolare forza la sua richiesta di libertà, democrazia, giustizia e pace.

Il massacro di Halabja: una città viene cancellata
Un crimine terribile che è stato commesso in questo mese contro i curdi è stato il massacro di Halabja. Questo massacro rappresenta uno dei capitoli più scuri del recente passato della storia dell’umanità. Il dittatore fascista dell’Iraq, Saddam Hussein, con il sostegno delle potenze internazionali aveva proclamato una “soluzione finale” contro la popolazione del Kurdistan del sud e nell’ambito della cosiddetta campagna Anfal, massacrato sistematicamente fino a 180.000 curdi e curde. Il crudele apice di questa campagna genocida del regime Baath è stato rappresentato dal massacro di Halabja, il 16 marzo 1988. Oltre 5.000 persone all’epoca persero la vita in un attacco con gas tossici. Moltissime altre persone hanno riportato danni permanenti. Decine di migliaia di persone sono state costrette a lasciare la loro patria e fuggire di fronte ai perduranti attacchi di Saddam.

Sappiamo che Saddam Hussein e il suo regime dittatoriale non sono gli unici responsabili per questo crimine crudele. Il regime Baath a quell’epoca era sostenuto da una serie di potenze internazionali. Anche componenti del gas tossico provengono da Paesi europei. Fino ad oggi, non tutti i corresponsabili del massacro di Halabja sono stati chiamati a risponderne.

Un quartiere curdo di Istanbul nel mirino dei fascisti e dello Stato
Un altro crimine di Stato contro la popolazione curda che si è verificato nel mese di marzo, è il massacro nel quartiere di Gazi di Istanbul. Il 12 marzo 1995, forze fasciste che agivano su incarico dello Stato profondo hanno prima contrassegnato abitazioni e luoghi di lavoro della locale popolazione curda, prima di sparare con pistole automatiche in un bar, assassinando un sacerdote curdo-alevita. Nel giorno del funerale, si è sparato di nuovo sulla folla e altre persone sono state uccise nelle violenze simili a un pogrom.

Il massacro di Qamishlo e la prima pietra della Rivoluzione del Rojava
E anche il regime di Assad in Siria, nel mese di marzo si è reso responsabile di un massacro della popolazione. Il 12 marzo 2004, nella città di Qamishlo durante una partita di calcio ci furono prime provocazioni da parte di tifosi arabo-nazionalisti. Quando poi il clima si rovesciò e si arrivò alla violenza, le forze di sicurezza del regime, insieme ai tifosi arabi, attaccarono i curdi all’interno dello stadio. Le violenze si estesero a tutta la città e i curdi vennero assassinati a sangue freddo dalle forze del regime. In quei giorni dopo il massacro, la popolazione prese la decisione che da quel momento in poi si sarebbe organizzata in modo sostanzialmente clandestino per poter respingere ulteriori attacchi da parte del regime. Questa auto-organizzazione fu la prima pietra per la Rivoluzione del Rojava, che iniziò appena otto anni dopo.

I massacri ricordati fanno parte della storia di un popolo che da oltre 100 anni è esposto a persecuzioni, discriminazioni e massacri. Anche nel presente gli occupanti del Kurdistan cercano di perpetuare questa politica con ogni mezzo.

In occasione degli anniversari di Halabja, Gazi e Qamishlo, vogliamo ancora una volta condannare in modo netto i massacri. I responsabili di questi massacri devono renderne conto ed essere messi in stato di accusa di fronte alla giustizia penale internazionale per rispondere dei loro crimini contro l’umanità.