Karayilan: l´indagato non è noto al PKK

23 gennaio 2013

Parlando con ANF riguardo all´arresto di un´indagato – che dovrebbe essere un membro del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan)- in relazione all´omicidio di Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez avvenuto a Parigi il 9 Gennaio, Murat Karayılan, Presidente del Consiglio Esecutivo dell´Unione delle Comunità Kurde (KCK), ha negato le affermazioni ed ha sottolineato che l´uomo, Ömer Güney, non aveva nessun legame con l´organizzazione.

“Le asserzioni sui legami dell´indagato con il PKK non riflettono la verità poichè non è facile diventare membro del PKK in due anni. Il PKK non accetta membri provenienti dall´Europa in questo modo. La persona citata non appartiene al nostro movimento e non è noto nè a noi, nè ai nostri funzionari in Europa. Il punto è che le istituzioni kurde in Europa sono aperte a tutte le nazionalità, inclusi kurdi, turchi, arabi e molti altri. Alcune di queste persone partecipano alle attività organizzate da queste associazioni per mostrare solidarietà alla lotta kurda ma nessuna di loro è membro del PKK, alcuni di loro non sono neanche simpatizzanti”.

Karayılan ha osservato che nessuno puó commettere delitti così professionali senza aver prima ricevuto un addestramento militare o senza essere aiutato da killer professionisti durante le esecuzioni.

“Secondo le nostre opinioni iniziali, l´indagato ha l´alta probabilità di essere un agente ingaggiato, in servizio da due anni”.

“Tre donne kurde sono state assassinate ed ora la colpa dei delitti viene fatta ricadere sul nostro movimento.Ci aspettiamo che le autorità giudiziarie francesi facciano luce sugli omicidi e rivelino le potenze oscure dietro di essi”.

Karayılan ha poi richiamato l´attenzione sulla tattica dello Stato turco che consiste nell´infiltrare agenti nel movimento kurdo ed ha sottolineato che questa realtà deve a sua volta essere presa in considerazione nel processo d´indagine sugli omicidi. Il punto principale è rivelare i legami dell´indagato, dovesse essere provato che egli ha effettivamente premuto il grilletto.

Le autorità turche stanno cercando di spingere verso la spiegazione della “faida interna al PKK” dal giorno in cui sono stati scoperti i corpi. Ricordando le dichiarazioni del vice-presidente generale dell´AKP e deputato di Karabük Mehmet Ali Şahin che ha affermato lunedì di temere che simili avvenimenti possano verificarsi anche in Germania nei prossimi giorni, Karayılan ha detto: “E´ ovvio che sanno qualcosa. E´ aldilà d´ogni dubbio il fatto che gli omicidi siano stati organizzati dai nemici del popolo kurdo e l´accaduto non puó essere valutato indipendentemente dalle politiche di genocidio ed imperialismo imposte”.

Ha poi presentato due possibilità in merito ai responsabili degli omicidi: “Essi potrebbero essere stati perpetrati come parte della´strategia di integrazione multidimensionale´ del Governo AKP, che include anche l´eliminazione dello staff dirigente del movimento kurdo. Esiste un´alta probabilità che le esecuzioni siano state pianificate in una cornice che include l´eliminazione dei funzionari del PKK in Europa, e molto prima dell´inizio dei più recenti colloqui ad İmralı”.

“Le esecuzioni potrebbero essere anche state pianificate come risultato di una Gladio della NATO e di una Gladio turca, che va oltre il potere dell´AKP e si espande verso i poteri profondi della Gladio Internazionale. In entrambi i casi non abbiamo dubbi che lo Stato turco sia coinvolto nei delitti”.

Karayılan ha sottolineato che è anche possibile che gli omicidi siano stati commessi da una potenza internazionale che intendeva sabotare i colloqui recentemente cominciati ad İmralı: “Né l´Europa né gli Stati Uniti si schierano verso una soluzione della questione kurda, nessuna di queste potenze ha effettuato uno sforzo per una soluzione tramite i negoziati, poiché sono sempre state dalla parte di una soluzione basata sulla violenza”.

Karayılan ha infine osservato che trovare le potenze che stanno alle spalle degli omicidi è di fondamentale importanza poichè ció farà luce anche sulla vera intenzione del processo di dialogo lanciato recentemente dallo Stato turco. Ha affermato che la sua organizzazione è pronta a fornire alle autorità francesi qualsiasi tipo di assistenza, per garantire che sia fatta luce sui delitti.

ANF BEHDINAN

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