Invito alla mobilitazione per il 9 ottobre 2021! Per la liberazione di Abdullah Öcalan e di tutti i prigionieri politici
Il 9 ottobre 1998, Abdullah Öcalan, il più importante rappresentante politico delle curde e dei curdi è stato costretto a lasciare il Medio Oriente da un’alleanza regionale e internazionale della quale era parte anche l’Europa. Ne è seguita un’odissea per tutto il mondo che il 15 febbraio 1999 è finita con la sua deportazione dal Kenya in Turchia in violazione del diritto internazionale.
Da 22 anni Abdullah Öcalan, leader del popolo curdo, è detenuto in un regime di assoluto isolamento nel carcere di Imrali. Questo rigoroso isolamento e la tortura sistematica in vigore da 22 anni sono parte di un sistema di oppressione diretto contro i curdi, le donne e tutte le forze democratiche. Questo regime di estremo isolamento ideato contro Abdullah Öcalan è al centro delle politiche di genocidio perpetrate ogni giorno contro il popolo curdo. Pratiche prive di basi giuridiche da anni impediscono la possibilità di incontri con i suoi avvocati ed i familiari.
Negli ultimi 22 anni il popolo curdo e i suoi alleati hanno combattuto senza sosta contro questi attacchi. Attraverso la resistenza il popolo curdo ha infranto l’idea centenaria di negazione e di annientamento dello Stato turco. Il nostro popolo che ha portato la lotta per il paradigma della società democratica, ecologica e di genere ad un livello elevato, ha dimostrato a tutto il mondo che nulla sarà più come prima. Con la Rivoluzione del Rojava è emersa una nuova speranza per i popoli del Medio Oriente. Il sistema autonomo e l’autodifesa realizzati a Shengal hanno rivoluzionato la storia del popolo yazida e l’hanno portato alla libertà.
Il progetto ambizioso di Abdullah Öcalan, la rivoluzione basata sulla liberazione delle donne e sull’ecologia, ha sfidato i tabù introducendo nuovi approcci ai problemi sociali e alla ricostruzione della società. Anche se questa rivoluzione, che è stata tessuta per più di 44 anni, doveva essere distrutta dalla cospirazione internazionale, essa ha cambiato il destino non solo del popolo curdo, ma anche quello delle donne, dei popoli, dei gruppi religiosi e della natura.
In questo contesto, l’amministrazione fascista dell’AKP-MHP ha ulteriormente isolato il leader Abdullah Öcalan e ha preso di mira il popolo, le donne e le forze democratiche curde con politiche omicide.
Il nostro popolo ha risposto agli attacchi del regime fascista AKP-MHP che cerca di ottenere risultati con la distruzione e la violenza. Lo stato turco perpetra ogni tipo di crimini di guerra, utilizzando persino armi chimiche nel suo tentativo di occupare e annettere intere regioni nel Kurdistan del sud (Nord Iraq). L’amministrazione fascista dell’AKP-MHP sta tentando di sopravvivere facendo affidamento sulle forze egemoniche per il supporto militare, politico ed economico.
Il disinteresse da parte del CPT dell’assoluto isolamento e del sistema di tortura, la violazione della stessa legge da parte della Corte europea dei diritti umani (CEDU) quando si tratta di curdi, l’aperto sostegno al regime fascista turco dell’Unione Europea, in particolare di Germania e Francia, per ragioni economiche e politiche non sono altro che il tentativo di scagionare il regime turco.
Su questa base rilanciamo la campagna internazionale per la liberazione di Abdullah Ocalan: il momento è arrivato, libertà per Öcalan e invitiamo le forze democratiche e della società civile, le organizzazioni politiche e sindacali a organizzare iniziative diffuse sul territorio in occasione della giornata del 9 ottobre 2021, anniversario del complotto internazionale contro il nostro popolo da parte delle potenze internazionali.
La liberazione del presidente Abdullah Ocalan è la condizione necessaria per una soluzione politica della questione curda e per la democratizzazione di tutto il Medio Oriente.
A Roma vi aspettiamo il 9 ottobre per tutto il pomeriggio al Centro Socio-Culturale Ararat insieme a diversi ospiti per un’iniziativa con dibattiti, approfondimenti e proiezioni.
Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia