Il primo novembre il mondo si mobiliterà per Kobane

Grazie all’appello sottoscritto da centinaia di persone, tra cui filosofi e premi Nobel per la pace, il primo novembre è stato dichiarato come giornata internazionale di mobilitazione per Kobane. Sono stati istituiti comitati e organizzate centinaia di manifestazioni in tutto il mondo. Da Parigi a Berlino, a Roma, nei Paesi scandinavi, in America latina, in Australia, in Pakistan e in India sono in corso intense attività per la Giornata di mobilitazione. In migliaia, tra cui scrittori, artisti, premi Nobel, accademici, filosofi, storici, giornalisti, organizzazioni della società civile e parlamentari hanno chiamato alla mobilitazione per Kobane.

In quattro giorni 130 sono stati i nomi noti a firmare l’appello ”Mobilitazione globale contro l’Isis, per Kobane e per l’umanità”, lanciato su iniziativa dell’Unione europea (UE), della Commissione Civica UE-Turchia (EUTCC) e del Peace Camping.

Secondo Adem Uzun, membro del Consiglio del Congresso nazionale del Kurdistan (KNK), il numero dei firmatari ha raggiunto diverse centinaia. Tra di loro troviamo nomi come il professore e linguista Noam Chomsky, l’argentino premio Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel, l’arcivescovo sudafricano premio Nobel per la pace Desmond Tutu e il presidente dell’organizzazione mondiale dei dottori Michel Rolan. Essi affermano l’importanza di una mobilitazione globale contro gli attacchi dell’Is su Kobane, specificando che la coalizione non ha messo in atto tutti gli strumenti del diritto internazionale, e che molti membri della coalizione, la Turchia in primis, forniscono sostegno militare e finanziario alle bande dell’Is.Chi ha firmato l’appello sostiene che ‘se la democrazia della comunità internazionale vuole porre radici in Medioriente, deve sostenere la resistenza curda di Kobane’, e il primo novembre invitano a scendere in piazza: “‘è giunto il tempo di dare un messaggio forte agli attori globali: un’altra politica è possibile!”

OVUNQUE NEL MONDO VENGONO ORGANIZZATE MANIFESTAZIONI
Adem Uzun ha dichiarato all’agenzia di stampa ANF che gli eventi di Kobane devono essere analizzati attraverso paragoni storici da coloro che sono ben informati sulla storia a partire dalla prima guerra mondiale. Egli sottolinea il fatto che i massacri durante la guerra contro la Spagna fascista del 1930, i massacri di Srebrenica, nel Ruanda e ad Halabja si sono verificati poiché la comunità internazionale non ha sostenuto attivamente le resistenze. Così continua Uzun, parlando delle posizioni prese dagli attori della comunità occidentale:”A Kobane e Sinjar (Shengal) è in atto un massacro di curdi che bisogna fermare. La resistenza messa in atto lì è simile a quella di Stalingrado contro il fascismo di Hitler. Sono iniziate mobilitazioni d’appoggio alla resistenza. Qualche sostenitore ha subito approntato un appello e in quattro giorni ha raccolto firme dagli intellettuali, da noi chiamati |le coscienze della comunità. Sono coloro che hanno creduto nella resistenza di Kobane e al fatto che appoggiarla significa sostenere l’umanità, la democrazia e la lotta per l’onore.”

Uzun fornisce gli esempi dell’India, del Giappone, del Pakistan, dell’Equador, del Perù, dell’Argentina, dell’Italia e della Spagna dove le persone che condividevano lo stesso credo hanno a loro volta lanciato un appello e si sono mobilitate su scala planetaria.

KOBANE È IL SIMBOLO DI RESISTENZA DEL XXI SECOLO
”Kobane è il simbolo di resistenza del XXI secolo“ dice Adem Uzun. La resistenza di Kobane viene letta dai movimenti come l’inizio della pace. In tutte le manifestazioni vi saranno messaggi che apporteranno le scritte “proteggi Kobane per la pace”, “Dai sostegno alla resistenza”.

Oltre ai movimenti per la pace, Kobane rappresenta per la sinistra la lotta contro il fascismo, per i partiti politici la lotta per la democrazia, per gli intellettuali e gli scrittori la lotta per i valori morali: “Tutti si trovano riuniti nella resistenza di Kobane. Kobane sta diventando il simbolo dell’umanità, della pace, della resistenza e della democrazia”.

Secondo le informazioni fornite dall’ANF, saranno organizzate 6 manifestazioni in India, 25 in Italia, 18 in Germania e 6 in Francia. Anche i curdi vengono chiamati a partecipare massivamente.

CAMBIERÀ ANCHE L’APPROCCIO NEI CONFRONTI DEL PKK
Uzun sostiene che Kobane ha un po’ cambiato gli equilibri: “Kobane è anche stata una calamita che ha riunito molti ambienti, un forum che ha raccolto molte forze sotto lo stesso tetto”, poiché oltre alla sinistra, condividono l’appello anche ambientalisti, conservatori, chiese, istituti per i diritti dell’uomo e organismi internazionali. Uzun afferma inoltre che daranno sostegno alla giornata anche le popolazioni che hanno origini mediorientali come arabi, armeni, assiri e iraniani, e dice: “anche noi curdi agiremo quanto ci è possibile. Stiamo facendo appello al popolo di scendere in piazza tramite i comitati di solidarietà e di mobilitazione.”

“Questa mobilitazione globale”, prosegue Uzun, “sarà anche un mezzo che cambierà l’approccio delle forze internazionali nei confronti del PKK”.

APPELLO URGENTE: Manifestazione globale contro ISIS – per Kobanê – per l’Umanità! 1 novembre ore 14