Il Cantone di Kobanê sconfigge l’embargo e gli attacchi attraverso la produzione comune
Il popolo di Kobanê sta continuando a costruire la rivoluzione nonostante il lungo embargo imposto dalla Turchia e l’accerchiamento del cantone da parte di miliziani di Stato Islamico di Iraq e Sham (ISIS).
Il presidente del cantone di Kobanê nel Rojava, Enver Muslim, ha spiegato che nel corso degli ultimi due mesi, mentre gli attacchi e l’embargo si sono intensificati, il popolo di Kobanê è stato capace di resistere agli attacchi facendo affidamento sulle proprie difese e risorse attraverso un modello di produzione comune e di divisione dei beni alla pari.
Muslim ha spiegato che il lavoro per costruire una nuova economia è essenziale per l’autodifesa del cantone che ancora una volta è tornato alla ribalta con rinnovati attacchi da parte di ISIS a luglio. Per Kobanê sia l’autodifesa che il preservare e costruire la rivoluzione costituiscono garanzie fondamentali. A seguito del richiamo alla mobilitazione dopo l’ultima ondata di attacchi, le varie organizzazioni con il coordinamento di TEV-DEM hanno temporaneamente sospeso le loro altre attività per sostenere le YPG/YPJ. Dopo gli attacchi il lavoro è stato ripreso dove era stato lasciato.
Nonostante la grande quantità di aiuti che è arrivata a Kobanê dal North Kurdistan settentrionale, dall’Europe e da tutti gli altri posti dove i curdi hanno organizzato champagne per il Rojava il cantone continua ad avere bisogni impellenti, in particolare rispetto ai servizi municipali e sanitari.
Il Presidente del cantone di Kobanê del Rojava, Enver Muslim, ha parlato con l’ANF dei bisogni del cantone e degli sforzi della gente per superare queste difficoltà.
Uno dei maggiori problemi che aspettano il cantone secondo Muslim, è l’approvvigionamento di acqua ed elettricità. Sia l’acqua che arrivava a Kobanê dalla riva occidentale dell’Eufrate e l’elettricità fornita dalla diga di Tishrin nella regione di Sirrin nel sud, sono state tagliate da ISIS. Ha proseguito spiegando come il cantone ha trovato una propria soluzione al problema dicendo “abbiamo scavato 18 fossati intorno al villaggio di Qeynter Oxan nell’ovest di Kobanê e posato 3200 metri di tubi per portare l’acqua [alla città]. Per l’anniversario della rivoluzione del 19 luglio siamo riusciti a sostenere in questo modo il 40% del fabbisogno di acqua di Kobanê.”
Muslim riferisce che d’ora in avanti “l’elettricità viene fornita da generatori che abbiamo installato in ogni strada” ma ha detto che sono in corso nuovi progetti dai quali ci si aspetta di dare risposta a tutto il fabbisogno di elettricità del cantone. Ha anche puntato il dito contro la Turchia per il ruolo che ha svolto nel tagliare l’elettricità dicendo “lo stato turco fornisce elettricità a posti come Jarabulus dove si trova ISIS. Ma nessuna elettricità è stata fornita a Kobanê. Abbiamo formato una delegazione che ha fatto degli incontri, ma non c’è stata fornitura di elettricità.”
Il cantone di Kobanê ha anche dovuto accogliere migliaia di rifugiati di Aleppo, Damasco e altre parti della Siria che hanno cercato protezione nell’area. Di fatto negli ultimi due anni la popolazione del cantone si ingrandita moltissimo. L’embargo contro il cantone non ha colpito solo il rifornimento di cibo e servizi fondamentali, ma tutte le forme di commercio. Il cantone sta cercando di superare queste difficoltà costruendo un nuovo modello economico.
Muslim ha spiegato che “stiamo risolvendo [questi problemi] impegnandoci nella produzione basata sulle nostre risorse e sulle comuni nei villaggi. C’è una produzione Agricola a Kobanê (frutta e verdure, arachidi, cotone). Abbiamo preso un modello comunale comune ed equo di produzione come nostro riferimento principale. In questo modo siamo stati capaci di rompere l’embargo con le nostre risorse. Un’latra ragione importante per la quale siamo stati in grado di rompere l’embargo è l’aiuto che abbiamo ricevuto dai nostri fratelli e dalle nostre sorelle nel Kurdistan del nord.”
Difficoltà con i servizi sanitari
La fornitura di cure mediche nell’area di Kobanê è stata molto colpita dall’embargo e dall’assedio. Muslim ha parlato di come un vecchio edificio è stato trasformato in un ospedale con 210 posti letto e ha detto che “nonostante abbiamo ricevuto delle ambulanze, non sono abbastanza. Negli ospedali e nelle ambulanze non si trova quasi nessuna delle attrezzature necessarie.”
Muslim ha anche sottolineato che quello che serve di più al Rojava sono rifornimenti ed attrezzature medico-sanitarie dicendo “non abbiamo tomografia, endoscopia, radiografia e altre macchine. Non abbiamo incubatrici per i neonati che ne hanno bisogno. Non abbiamo l’equipaggiamento medico per curare i feriti. Stiamo affrontando una grave mancanza di medicinali. Lo stato turco non accetta alcuno dei nostri pazienti tranne quelli feriti in combattimento e questo è un problema serio.”
Muslim ha anche detto che la mancanza di materiale edile ha reso molto difficile la fornitura di servizi municipali, dicendo “stiamo cercando di mantenere le vie e le strade del cantone e di risolvere i suoi problemi infrastrutturali. Tuttavia non abbiamo abbastanza veicoli, camion per la spazzatura o materiali per costruzioni.”
Infine Enver Muslim ha espresso la sua fiducia nel fatto che nonostante tutte le difficoltà il sistema che stanno attuando sosterrà la prova del tempo dicendo “gli attacchi e l’embargo continueranno. Sembra che per ora sia così. Tuttavia noi metteremo in atto un modello di autonomia democratica facendo affidamento sulle nostre risorse e le quattro parti del Kurdistan e il nord in particolare e nessuno dovrebbe avere dubbi su questo.”