Erdoğan ha ingannato l’UE
La Turchia si è impegnata a mandare un rifugiato legale per ogni rifugiato irregolare inviato dall’UE, ma risulta che il numero effettivo è più vicino a cinque rifugiati.
L’Unione europea è rimasta in buone relazioni con il regime di Erdoğan nonostante il crescere di molte tensioni, ma è emerso che l’unione è in rosso con l’accordo sui rifugiati di Ankara. L’accordo prevedeva che la Turchia mandasse un rifugiato all’UE per ogni rifugiato che avesse attraversato illegalmente la Grecia, ma la Turchia ha inviato più di 5 rifugiati per ogni rifugiato ad oggi.
L’Unione europea aveva stipulato un accordo con la Turchia il 20 marzo 2016 per ridurre il numero di rifugiati che migrano in Europa. Secondo questo accordo, i rifugiati richiedenti asilo respinti sarebbero tornati in Turchia dalla Grecia e in cambio i paesi dell’UE avrebbero accettato un rifugiato legale per ogni rifugiato rientrato.
Quindi la Turchia doveva ricevere i rifugiati che hanno attraversato la Grecia con mezzi illegali e mandare i profughi siriani legali. Ma la più recente relazione della Commissione europea afferma che solo 1210 rifugiati sono rientrati in Turchia dalla data di firma dell’accordo.
Nello stesso periodo lo stato turco ha inviato all’Unione europea 6254 profughi siriani. Questi rifugiati sono stati collocati in vari paesi dell’UE. Secondo la relazione della Commissione europea, la Germania ha ricevuto 2270 rifugiati. Le autorità dell’UE ricevono pressioni sia della Grecia che della Turchia per compensare la disparità e accelerare le procedure di rimpatrio.
La Turchia riceve un compenso economico con l’accordo sui rifugiati e gli accordi dovrebbero iniziare presto. Ma con le diverse situazioni di alta tensione con l’Europa, le autorità turche hanno minacciato l’UE a “porre fine all’accordo e ad aprire le porte”.
La Turchia ha ricevuto 6,6 miliardi di euro da Bruxelles a partire dal marzo 2016 come parte dell’offerta sui rifugiati. La Turchia ha ricevuto altri 3,3 milioni di euro dal 2014 al 2016 dal bilancio UE come paese candidato.