Dubbins: Öcalan è un modello per tutti noi
Simon Dubbins, responsabile per il settore internazionale del sindacato britannico ‚UNITE the Union‘, a colloquio con Civaka Azad sull‘impegno dei sindacati inglesi per la libertà di Abdullah Öcalan, 19.12.2018
Cosa significa per te Abdullah Öcalan?
Per me Abdullah Öcalan rappresenta molte cose diverse. Soprattutto rappresenta la lotta del popolo curdo per la sua libertà e per la costruzione di un nuovo ordine sociale che si basa su democrazia, partecipazione, uguaglianza e tolleranza. Sotto la sua guida è stata risvegliata la speranza di milioni di persone. Questo non vale solo per curde e curdi, ma per milioni di persone che vivono molto lontano dai confini del Kurdistan. Lui rappresenta lo sviluppo di un‘ideologia progressista di sinistra. Uno sviluppo che rispetta le radici e le basi del nostro movimento, ma allo stesso tempo guarda avanti e propone nuove soluzioni – soluzioni vere, concrete per i pesanti problemi con i quali si confrontano le persone in quella regione del mondo incredibilmente complicata. Öcalan è un modello per noi tutti. Aveva sacrificato tutta la sua vita per la lotta di liberazione. Nonostante tutta la brutalità che ha vissuto, si è sempre speso per la pace e per un nuovo inizio. Sono assolutamente certo che in futuro verrà considerato un moderno Nelson Mandela.
La società inglese come considera Öcalan e il suo impegno?
Anche se abbiamo già fatto molto per la liberazione di Öcalan e sono stati fatti molti progressi, purtroppo nel Regno Unito ci sono ancora molte persone che sanno molto poco di Öcalan. Coloro che sanno qualcosa, naturalmente in prevalenza sono per Öcalan. La maggior parte sa poco delle cose terribili che attualmente succedono in Turchia, ma noi dobbiamo rendere molto più noto al pubblico Öcalan come persona e come leader politico. In base alle nostre esperienze con il processo di pace in Irlanda del nord credo che molti dei nostri politici capiscano quanto sia importante che Öcalan sia liberato e che con questo potrà iniziare un nuovo processo politico.
Perché hai partecipato alla manifestazione per il 25° anniversario del divieto del PKK in Germania?
Perché volevamo manifestare sul posto il nostro sostegno per l‘iniziativa. Il divieto del PKK è un vero scandalo e ottiene solo che venga impedito un nuovo processo di pace. Un po’ di tempo fa un tribunale belga ha stabilito che il PKK non è un‘organizzazione terroristica, ma una struttura militare che si trova in un conflitto armato. Sostenere che il PKK sia paragonabile a Stato Islamico (IS) o ad altre organizzazioni terroristiche è un‘impertinenza. Da altri processi di pace – come in Irlanda e Colombia – sappiamo molto bene che non è possibile semplicemente vietare le organizzazioni più importanti perché queste organizzazioni sono profondamente radicate nella storia del rispettivo conflitto. La Comunità Internazionale deve finalmente smettere di tollerare la brutalità della Turchia. Deve invece esercitare pressione per portare a un tavolo gli attori principali del conflitto. Il PKK svolge un ruolo decisivo per un futuro pacifico in Turchia. Ma non potrà svolgerlo pienamente se resta vietato.
In questo contesto è molto importante che tutte le diverse strutture di solidarietà con il Kurdistan lavorino insieme in modo molto più stretto e che intendiamo le nostre diverse campagne nazionali come parte di una campagna internazionale unitaria. In questo senso per me è stato importante essere presente alla manifestazione del 1 dicembre a Berlino. È stato molto interessante e allo stesso tempo molto preoccupante vedere con i miei occhi la realtà della repressione in Germania. Ma è stato anche un onore avere la possibilità di parlare con diverse persone e scambiare le nostre esperienze.
In Germania si reagisce con una pesante repressione contro tutti coloro che si dichiarano solidali con il movimento di liberazione curdo. Questo vale in particolare per casi in cui viene mostrata solidarietà con Abdullah Öcalan. Nel Regno Unito voi da tempo portate avanti una campagna di successo per la libertà di Abdullah Öcalan. Cosa fate esattamente nella vostra campagna?
Sì, ho visto io stesso quanto sia rigorosa la repressione del movimento curdo in Germania. La manifestazione del 1 dicembre a Berlino è stata più volte fermata dalla polizia per via di diverse bandiere con simboli ipoteticamente vietati. Anche se noi qui nel Regno Unito negli ultimi tempi percepiamo più pressione su temi del genere, non credo che la repressione sia dura come in Germania. Per esempio non è assolutamente un problema mostrare bandiere con il volto di Öcalan. Per quanto ne so, le bandiere delle YPG e YPJ qui nel Regno Unito non sono affatto vietate.
Io credo che lo Stato turco cerchi di fare pressione su tutti i governi per opprimere il movimento di liberazione curdo. Ma è evidente che il governo turco chiede alla Germania di più che ad altri Paesi. Può farlo per via delle relazioni storicamente strette tra Germania e Turchia e della grande comunità turca e curda in Germania. Se si capisce la storia della politica tedesca rispetto ai movimenti politici, diventa ancora più chiaro perché c‘è una repressione tanto dura nei confronti delle vostre attività.
Ci sono diverse organizzazioni curde di solidarietà nel Regno Unito. La nostra si concentra sulla libertà per Abdullah Öcalan e allo stesso tempo è una campagna rivolta specificamente al sindacato. Nei sindacati qui nel Regno Unito abbiamo una lunga tradizione di solidarietà internazionale. Il nostro movimento si è sempre battuto per la liberazione di Nelson Mandela e contro il regime dell‘Apartheid. Siamo sempre stati al fianco dei cubani nella lotta contro la politica di blocco statunitense e siamo al fianco dei palestinesi nella loro lotta per la libertà. Per i sindacati britannici quindi non è stato difficile capire quanto sia importante la lotta per la libertà curda e quanto sia importante impegnarsi per la liberazione di Abdullah Öcalan.
Anche se la nostra organizzazione e campagna è stata fondata solo nel febbraio 2016, oggi ne fanno parte quasi tutti i grandi sindacati. A questo si aggiunge la nostra confederazione TUC. Dal 2016 abbiamo approvato diverse richieste per la liberazione di Öcalan e per il sostegno di tutte le forze progressiste in Turchia. Abbiamo anche organizzato molte iniziative durante congressi del partito laburista. Quest‘anno la liberazione di Öcalan è stata l‘argomento principale del noto “Durham Miner Gala”, nell‘ambito del quale ogni anno si riuniscono circa 200.000 persone. Nel prossimo anno la grande feste del movimento dei lavoratori che si tiene a giugno – “Tolpuddle” – avrà come tema principale del settore dell‘internazionalismo la liberazione di Öcalan. Abbiamo ancora molto da fare per allargare la campagna, ma abbiamo fatto buoni progressi.