Cupo rapporto sugli attacchi di Reyhanlı
L’associazione Mazlum-Der ha pubblicato un rapporto preliminare sui due attacchi bomba che hanno causato l’11 Maggio decine di morti e feriti nel distretto di Reyhanlı (Hatay).
Secondo il rapporto, quattro delle cinquanta vittime e sei feriti erano rifugiati siriani; campioni di sangue sono stati prelevati dalle famiglie che hanno perso i parenti negli attacchi.
Un rifugiato siriano, che è stato linciato dai residenti locali radicali, è stato registrato come vittima dell’esplosione; un abitante del posto, Ayhan Altıntaş, è stato accoltellato mentre cercava di impedire l’attacco all’uomo.
Sempre secondo il rapporto, “un gruppo di nazionalisti radicali ha attaccato i rifugiati siriani ed ha cercato di linciarli, danneggiando anche alcune auto con targhe siriane in seguito all’esplosione. I rifugiati siriani nel distretto sono stati costretti a lasciare il luogo o a nascondersi nelle loro abitazioni a causa di questi attacchi a partire dal conflitto innescato nel distretto il 6 Maggio.Questi gruppi, a cui aderiscono sempre più persone ogni giorno, ritengono che i rifugiati siriani nel distretto siano i responsabili dell’accaduto. Controllano l’area, bloccano la strada e tentano di linciarli. Centinaia di poliziotti sono stati mobilitati a Reyhanlı ma sono dei semplici spettatori, proprio come è successo quando questi gruppi hanno impedito l’entrata della nostra delegazione nell’area. Essi hanno tentato anche di linciare un malato mentale di Reyhanlı, ritenendo che fosse siriano, e hanno desistito solamente grazie all’intervento di alcune persone intorno che conoscevano l’uomo ed in seguito l’hanno condotto d’urgenza all’ospedale.
Alcuni dei rifugiati feriti sono stati curati in segreto durante la notte all’interno delle loro abitazioni poichè non potevano uscire per motivi di sicurezza. Molte famiglie siriane del posto stanno cercando di venire incontro alle necessità quotidiane facendosi aiutare dall’esterno da vicini e parenti.
Gli edifici ed i luoghi danneggiati dall’esplosione non sono ancora stati riparati dal 13 Maggio, rendendo così difficile alla popolazione superare il trauma e dando un pretesto a possibili provocazioni”.
Il rapporto ha anche evidenziato i seguenti punti, riguardanti i problemi nel distretto:
-Le organizzazioni umanitarie hanno sopeso le loro attività dopo l’accaduto, non riuscendo a consegnare gli aiuti al distretto o in Siria a causa delle minacce d’attacco che stanno affrontando.
– Non avvengono neanche le distribuzioni ufficiali di aiuti all’interno della Siria, poichè è stato annunciato che l’entrata e l’uscita attraverso il valico di confine di Cilvegözü saranno sospese per una settimana.
– La mancanza di funzionari delle imprese pubbliche sta danneggiando la popolazione di Reyhanlı, che ha raggiunto le 160mila unità con l’insediamento di 100mila rifugiati siriani nel distretto. La mancanza di posti e personale medico presso gli ospedali è uno dei principali problemi: la popolazione pensa che essi siano causati dai rifugiati; questo è il motivo per cui gli aiuti stanno influenzando negativamente i residenti locali.
– Le reazioni degli abitanti si sono moltiplicate recentemente poichè gli uomini turchi hanno lasciato le mogli e sposato o risposato donne siriane come seconde mogli fino a prima dell’incidente.
– I punti di attraversamento di Atme, Karbeyaz, Güveççi ed Hacıpaşa sono disponbili per qualsiasi tipo di utilizzo: trasferimento di aiuti da parte delle organizzazioni umanitarie, facile entrata ed uscita delle persone e contrabbandieri. Questa situazione rappresenta una minaccia per la sicurezza del confine.
– Numerosi servizi d’intelligence attivi a Reyhanlı e nei suoi dintorni sarebbero in contatto con i siriani e li starebbero guidando. Molte altre istituzioni internazionali starebbero effettuando attività d’intelligence nella regione nell’ambito dei progetti che intendono realizzare. E’ noto a molti, ormai, che funzionari, ONG e leader d’opinione del Qatar, Kuwait, Arabia Saudita, Bahrain, Francia, Inghilterra, Olanda, Stati Unitit e Germania stanno intrattenendo colloqui con molte persone della regione. Inoltre, molti stranieri che fingono di essere giornalisti sono attivi nella zona e starebbero attraversando illegalmente il confine siriano per entrare in contatto con i gruppi d’opposizione in Siria.
–Il clima caotico nel distretto permette a chiunque di etichettare una persona come sostenitore od oppositore del regime Baath, mentre i burocrati del posto rimangono passivi di fronte a questo pericolo. Il Governo dovrebbe intervenire al più presto possibile nominando ufficiali, gendarmi, unità di polizia, autorità giudiziarie e creando campi, ospedali ed uffici governativi per arginare la gravità della situazione ed evitare possibili conflitti nella regione.
-Dalle esplosioni di Reyhanlı, i social media stanno diffondendo notizie e segnalazioni sul presunto sequestro di auto cariche d’esplosivo nelle cittadine a maggioranza alevita di Harbiye e Samandağı.
-Gruppi radicali di fanatici stanno diffondendo propaganda presso le tende che le famiglie delle vittime hanno eretto per ricevere le visite di condoglianze. Bisognerebbe intervenire su questi gruppi che stanno aizzando alla vendetta e a cui stanno partecipando sempre più persone, impedendo loro di minacciare i rifugiati siriani nella zona.
-Nel caso che i rifugiati siriani e le organizzazioni umanitarie di Reyhanlı siano cacciati via dal distretto, come vogliono i gruppi radicali, esisterà anche il rischio di un conflitto tra questi ultimi ed i commercianti che stanno ottenendo un notevole reddito grazie ai rifugiati.
-Il fatto che alcuni siti internet, esperti del Medio Oriente, rappresentanti delle ONG, leader di comunità religiose e scrittori mettano l’accento sulle tensioni religiose condurrà Hatay ad una situazione caotica che non servirà a nulla tranne che ad aumentare il numero di gruppi di fanatici nella regione.
ANF Hatay