BILANCIO GENERALE SUI RIFUGIATI SIRIANI
Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Settembre 2013), oggi la Siria conta più di 3 milioni di rifugiati. Si tratta della più grande crisi di rifugiati dell’ultimo ventennio.
Prima dello scoppio del conflitto, in Siria vivevano 21,1 milioni di abitanti. Con la guerra un terzo di questi (circa 7 milioni) sono diventati rifugiati politici, di cui 4,5 rifugiati interni.
La metà di coloro che hanno lasciato la Siria sono minori. Di questi, tre quarti sono undicenni che hanno trovato rifugio in Libano, Giordania, Turchia, Iraq e Egitto.
Recentemente molti rifugiati hanno raggiunto l’Africa settentrionale e l’Europa.
I rifugiati siriani nella Regione Autonoma del Kurdistan sono 150 mila, arrivati da Damasco, Aleppo, al-Hasaka e Qamishlo.
40 mila di questi sono già rimpatriati a causa delle precarie condizioni di vita nei campi profughi e ogni giorno continuano a tornare dalle 500 alle 1000 persone con malattie infettive qui contratte.
In un’intervista rilasciata al quotidiano The Guardian da Antonio Guterres, Alto Commissario ONU per i rifugiati, in Libano ogni sei abitanti uno è siriano. In Libano 800 mila rifugiati.
In Turchia sono più di 600 mila, di cui 200 mila nei 20 campi adagiati sul confine, e oltre 200 mila registrati nel Paese in varie citta curde e turche. Secondo NU questa cifra potrebbe raggiungere il milione entro la fine dell’anno 2013. Ci sono 14 tendopoli, di cui 4 a Hatay, 2 a Urfa, 3 a Antep, e uno a ciascuno a Maras, Osmaniya, Adiyaman, Mardin, Adana. Ci sono inoltre 6 campi con container cosi ripartiti: 2 a Kilis, uno a ciascuno a Urfa, Malatya, Hatay e Antep.
In Giordania, Zaatari è il più grande campo profughi, diventato come la quarta città grande del Paese: in tutto ve ne sono 130 mila.
RIFUGIATI INTERNI
Secondo i dati del Comitato Sanitario dell’Alto Consiglio Curdo, ad Afrin sono arrivati 700 mila rifugiati in cerca di protezione, tra curdi di Aleppo, Till Hasil e Till Aran (dove c’è stato il massacro), e arabi di Idlib, Nablus, Zehra, e di Keferzete. La popolazione di Afrin è, pertanto, più che raddoppiata.
A Kobani ci sono circa 200 mila rifugiati, in fuga da Aleppo, Raqqa, TIlAbyad, Ain Isa, Mimbic, Cerablus.
Nella Regione di Cizre ci sono tra 800e 900 mila rifugiati in fuga da Deree, Humus, Aleppo, Hama, Idlib.
FRONTIERE
Finora i valichi di frontiera erano così ripartiti:
Qamishlo (Siria Rojava)/Nusaybin (Turchia)
Dirbesiye (Siria Rojava)/Kiziltepe, (Turchia)
Kubani (Siria Rojava) /Suruc (Turchia)
Serekaniye (Siria Rojava)/ Ceylanpinar (Turchia)
Derik (Siria Rojava)/ Semalka (Regione Autonoma del Kurdistan- KRG)
Questi valichi sono stati chiusi secondo gli interessi politici dello stato turco e della Regione Autonoma.
AIUTI UMANITARI E ORGANIZAZIONI INTERNAZIONALI
Finora gli aiuti sono stati raccolti dai kurdi che vivono in Turchia, Iraq e Europa; tramite la Mezza Luna Rossa kurda mandati occasionalmente nelle regioni kurde del confine, utilizzando la porta di Dirbesiye e Kubani.
Finora sono arrivati gli aiuti di Medici Senza Frontiere, Medico International e Mezza Luna Rossa sede in Germania.
Quest’ultima organizzazione internazionale ha aperto i diverse sedi in tutte le citta curde le quali convogliano tutti gli aiuti internazionali per consegnarli alla popolazione civile.
Nessun aiuto internazionale è arrivato a destinazione, nonostante queste città abbiano accolto la maggior parte della popolazione civile siriana in cerca di protezione.
COME POSSONO ARRIVARE GLI AIUTI
La Turchia e la Regione Autonoma curda (KRG) dovrebbero aprire i valichi per consentire il passaggio degli aiuti umanitari.
Il governo di transizione che sostituirà Alto Consiglio Curdo, sarà disponibile tramite suoi comitati ad effettuare la raccolta e la consegna degli aiuti umanitari.
A cura di UIKI-ONLUS, 13 Novembre 2013