Bilancio annunciato dell’operazione Manbij
Il Consiglio Militare di Manbij ha ringraziato tutte le forze che hanno partecipato all’operazione di liberazione di Manbij e ha consegnato la città al Consiglio Civile di Manbij. Il Consiglio Militare ha dichiarato che le operazioni continueranno nelle zone rurali a sud e ad est di Manbij.Il Consiglio Militare di Manbij ha annunciato il bilancio dell’Operazione Martire Comandante Faysal Abu Leyla, lanciata il 1° giugno e durata 75 giorni.
Il Consiglio Militare di Manbij ha tenuto una conferenza stampa per dettagliare i risultati dei 75 giorni dell’Operazione Martire Comandante Faysal Ebu Leyla. Alla conferenza hanno partecipato il Consiglio del Commando del Consiglio Militare di Manbij, i co-presidenti del Consiglio Civile di Manbij e la famiglia del Martire Comandante Abu Leyla. La dichiarazione è stata letta dal Comandante Generale del Consiglio Militare di Manbij, Abû Emced.
“L’Operazione Manbij continuerà fino a quando l’ISIS sarà completamente espulso”
Secondo la dichiarazione, nessuna soluzione diretta è stata creata per la crisi in Siria, mentre la minaccia contro la società siriana continua. La dichiarazione continua;
“Questa minaccia ha spinto la società lontano dai valori morali, e ha trasformato il paese in un groviglio di dolore e sofferenza.
L’operazione di liberazione di Manbij e delle zone rurali è stata lanciata dal nostro Consiglio Militare per seppellire l’insolubilità e la disperazione imposta ai nostri popoli nella storia. E così, il nemico comune, i terroristi dell’ISIS, che hanno rappresentato una minaccia per tutta l’umanità, sono stati lasciati senza fiato nella loro “roccaforte”. Manbij era servita come centro per i membri delle bande provenienti da tutto il mondo e dalla regione.
Manbij è stata liberata dopo 75 giorni di resistenza, eroismo, sforzi e martirio. Durante questi 75 giorni, i più preziosi tra le donne e gli uomini di questo popolo, tra cui il Comandante Martire Abu Leyla, hanno marciato verso l’immortalità per divenire simboli unici della nostra resistenza.
Abbiamo liberato Manbij con la resistenza epica di Abu Leyla. Manbij è oggi il simbolo della convivenza pacifica tra tutte le culture e i gruppi sociali, ed è diventata l’anteprima della futura Siria, democratica, libera ed egualitaria. La nostra operazione continuerà fino a quando tutte le regioni sotto l’invasione dell’ISIS saranno liberate.
Acclamiamo la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che ci ha supportato nell’operazione per liberare il nostro popolo e ha contribuito alla nostra vittoria contro l’ISIS.
Ringraziamo le Forze Democratiche della Siria (SDF) che hanno pagato un prezzo nella costruzione della patria comune senza esitazioni, e che non hanno mai trattenuto da noi il sostegno.
Salutiamo le forze Asayish del Rojava che hanno resistito con noi con la loro presa di posizione coraggiosa e onorevole, per liberare la nostra gente.
Onoriamo le donne combattenti Ezide che si sono distinte con la nostra gente nella guerra per la liberazione e sono diventate eroiche. Non c’è niente di più prezioso della posizione dignitosa delle donne combattenti Ezide. Hanno resistito contro l’ISIS nella guerra per liberare la gente di Manbij. L’esempio concreto sono le azioni efficaci eseguite dal comandante Koçber contro le bande.
Ringraziamo le Yekîneyên Berxwedaniya Şengalê (Unità di Resistenza Shengal, YBS). Queste si sono unite alla resistenza di Manbij e hanno mostrato e insegnat0 la fraternità dei popoli, nonostante tutte le sofferenze e le difficoltà sopportate dal popolo Shengali.
Siamo anche grati per il sostegno di Hezen Erkaparsatinê, Hezen Parastina Civakî (Forze di Difesa Sociale, HPC) e le forze responsabili della sicurezza delle frontiere.
Salutiamo i combattenti internazionalisti che hanno aderito all’operazione per liberare la regione dalle bande ISIS, i nemici dell’umanità, e sono stati martirizzati. Nutriamo rispetto e gratitudine per i combattenti internazionalisti martirizzati nell’operazione di Manbij.
Ringraziamo l’amministrazione del Cantone di Kobanê e la gente che ha condiviso pane e sofferenze con il popolo di Manbij.
Ringraziamo la gente di Manbij che non ha mai lasciato soli i combattenti e ha sempre dimostrato sostegno. Soprattutto le donne di Manbij hanno giocato un ruolo importante nella protezione dei loro valori autentici e tramite la loro resistenza e lotta. Questa operazione è stata anche la liberazione delle donne resistenti di Manbij.
Vogliamo cogliere l’occasione per invitare il popolo di Manbij con le loro identità curde, arabe, circasse, turkmene e armene, migrate a Kobanê, Cizîr, Turchia e Iraq, a tornare alla loro città libera, e a partecipare alla ricostruzione e agli sforzi di amministrazione a Manbij.
Noi, come Consiglio militare di Manbij, stiamo consegnando l’attuale amministrazione di Manbij al Consiglio Civile di Manbij. Chiediamo a tutti i patrioti e a tutti i libertari di partecipare all’amministrazione della città. Ci impegniamo a fare tutto il necessario a tal fine.
Il nostro Consiglio militare continuerà a proteggere la città e le zone rurali contro il pericolo. In questo senso, chiediamo alla SDF di sostenerci nella missione della difesa. Proteggere Manbij e le sue aree rurali sarà un dovere prioritario per il nostro Consiglio.
“Manbij e alcune zone rurali sono state liberate. Ma ci sono ancora decine di villaggi a sud e ad est di Manbij dove le bande si sono posizionate, e si tratta di una vasta area. Pertanto dichiariamo che l’Operazione del Martire Comandante Faysal Abu Leyla continuerà fino a quando tutte le bande ISIS saranno state espulse da tutta la nostra regione. Non possiamo abbandonare i nostri fratelli e sorelle a vivere sotto le atrocità dell’ISIS.
A questo punto, noi continueremo la nostra operazione senza sosta nelle zone rurali di Manbij. Proseguiremo colpo dopo colpo sulle bande ISIS e marceremo verso la costruzione di una Siria democratica e libera.”
Il Consiglio Militare di Manbij ha annunciato anche il bilancio dell’Operazione Martire Comandante Faysal Abu Leyla, lanciata il 1° giugno e durata 75 giorni:
Nemici uccisi: 4.180
Corpi di forze nemiche sequestrati: 1.724
Nemici presi prigionieri: 112
Combattenti martiri curdi, arabi e internazionalisti: 264
Veicoli militari distrutti: 144, tra cui 34 vetture montate Dshk
Armi pesanti distrutte: 26 mortai, 5 razzi Katyusha, 15 veicoli blindati
Armi sequestrate: 1.268
Armi Dshk sequestrate: 25
Mortai sequestrati: 34
Foto: Co-presidenti dell Assemblea Civile di Manbij Farûq El-Maşî e Sozdar Xalid