Benvenuto Öcalan
Abdullah Öcalan diventerà cittadino palermitano, molti miei concittadini non sapevano manco chi fosse, credo sia il caso di informarci un po’.
Riepilogando in breve: il popolo curdo fa parte di una nazione ma non è uno stato indipendente, i curdi hanno vissuto la loro tribolata esistenza nell’ultimo secolo in una vasta area geografica situata tra Iran, Iraq, Siria, Turchia ed in minor parte Armenia.
In tutte queste nazioni i curdi sono stati discriminati, in alcuni casi perseguitati, non entro nei dettagli.
Nonostante questa particolare forma di “diaspora” il valoroso popolo curdo ha sempre lottato per i propri diritti, ha dovuto imbracciare le armi per difendersi e per coltivare il sogno di una terra in cui vivere serenamente, un po’ come la terra promessa degli Israeliani.
Ocalan è un curdo della Turchia meridionale leader del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan da lui fondato che a metà degli anni 0ttanta cominciò a combattere la guerra contro Iran, Iraq e Turchia; in questa guerra hanno perso la vita oltre trentamila persone.
Il PKK è stato dichiarato una organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea quindi anche dall’Italia e da altri paesi del mondo; Ocalan è stato arrestato in Kenya nel novantanove dopo aver cercato rifugio in Italia e da allora è trattenuto nelle prigioni turche.
È diventato il simbolo della libertà negata ai curdi, da varie parti del mondo sono partiti accorati appelli per la sua liberazione che ancora non è avvenuta.
La comunità internazionale non ha mai preso a cuore le sorti del popolo curdo, anzi, chi ha una quarantina d’anni si ricorderà che i media nazionali ed internazionali definivano il capo dei curdi il “leader dell’organizzazione terroristica PKK”.
Il motivo è semplice, all’Occidente convenivano i curdi perseguitati e disperati poiché armandoli si potevano combattere i dittatori del luogo ed al contempo destabilizzare l’intera area; così è stato per tanti anni, la C.I.A. ed i servizi segreti di tanti altri paesi hanno fornito armi ai guerriglieri curdi per combattere Saddam Hussein e prima l’Ayatollah Khomeini; è di quest’ultimo la frase passata alla storia «Uccidere un curdo non è peccaminoso».
Negli stessi anni in cui si finanziavano i combattenti curdi l’Italia vendeva attraverso la società SNIA (Gruppo FIAT) l’uranio a Saddam Hussein, mentre la Francia faceva lo stesso sia col dittatore iracheno che con l’Iran; questo deve farci riflettere, i guai di oggi son ben piantati in un passato che qualcuno vorrebbe farci dimenticare.
(Fonte La repubblica 17 maggio 1990)
Le cose non sono cambiate, mentre vi scrivo i curdi combattono l’IS con razzi anticarro ed elicotteri italiani (Fonte L’espresso 10 marzo 2015), nel frattempo il sogno dei curdi iracheni si è in parte avverato, dato che dopo il rovesciamento della dittatura Husseiniana è stata creata la regione autonoma del Kurdistan iracheno, caratterizzata da un governo filo occidentale così come il governo centrale di Bagdad dove al curdo Talabani è succeduto un altro curdo, Masud.
Insomma la comunità internazionale si ricorda dell’esistenza dei curdi quando gli conviene, quando devono combattere dittatori, quando devono destabilizzare una determinata zona, quando attraverso i loro uomini posti al governo di nazioni invase l’occidente mette le mani sul petrolio del medio oriente.
Molti analisti sono pronti a scommettere che nella Siria del dopo Assad le nazioni unite promuoveranno un governo curdo dato che in Siria essi rappresentano l’undici per cento della popolazione, in questo modo dalle raffinerie irachene il petrolio attraverso gli oleodotti siriani arriverà direttamente sul mediterraneo bypassando il golfo persico ed abbattendo i costi di trasporto, a mio avviso quel che si vuol creare è una enorme regione filo curda quindi filo occidentale, ma non per rispetto al diritto all’esistenza del Kurdistan ma per mero interesse.
Proprio ora che anche i curdi dell’Iran si fanno sentire l’accerchiamento è chiaro, nasce in medio oriente un altro Israele, un avamposto dell’occidente in medio oriente, una consorteria di stati i cui governanti sono e saranno manovrati come marionette dal solito imperialismo euroamericano.
In questo contesto internazionale, (prima non potevo dirvelo) si inserisce la vicenda Ocalan che diventa cittadino palermitano per volere delle autorità cittadine e di un gruppo di valorosi giovani animati da nobili ideali, di sinistra per intenderci.
Come spesso è capitato alla sinistra pure questa volta le strumentalizzazioni non mancheranno, oggi c’è la Turchia filo islamica nel mirino, c’è Erdogan inviso all’occidente ed alle multinazionali che hanno fatto progetti.
La storia si ripete, la cittadinanza onoraria di Öcalan è un gesto solidale o uno schiaffo indiretto alla Turchia?
Meditate, meditiamo. Le cose non sono come sembrano, la vita me lo ha insegnato.
di Giuseppe Barcellona-Rosalio