A Strasburgo, Al CdE, Al CPT: Per la LIbertà di Ocalan in difesa dei diritti del popolo del Kurdistan
Nel 19º anniversario del complotto internazionale che portò all’ingiusto arresto del leader curdo Öcalan, fondatore del PKK (il Partito dei Lavoratori del Kurdistan) – su invito dell’organizazione kurde come l’Iniziativa “Libertà per Ocalan”, Congresso Nazionale del Kurdistan, KNK, e dell Partito della Democrazia dei Popoli HDP che è la sinistra filocurda, 3ª forza nel Parlamento turco – una delegazione italiana composta da avvocati esperti di diritti umani impegnati nella difesa di Öcalan e dei diritti dei curdi, amministratori locali ed esponenti del mondo delle associazioni, vicini alla causa curda, ha partecipato ad una serie di incontri presso il Consiglio d’Europa (CdE).
La delegazione era composta dagli avvocati Arturo Salerni e Mario Angelelli; gli amministratori locali Eleonora De Majo, consigliera comunale di Napoli, Juan Catalano in rappresentanza del comune di Palermo, Fabio Tarantino, Mauro Zacheo e Marco Termo, rispettivamente sindaco, assessore e consigliere comunale di Martano (LE), Enrica Pazé, consigliera comunale di Pinerolo (TO); il sindacalista Enrico Lanza di Pinerolo (TO); Massimiliano Voza in rappresentanza di Legambiente nazionale che ha approvato l’affiliazione di Öcalan quale socio onorario per le tesi dell’ecologia sociale.
Sono stati svolti incontri con attivisti del presidio dinanzi alla Corte Europea, giornalisti, deputati di vari paesi membri dell’Assemblea Parlamentare del CdE e rappresentanti politici del Kurdistan turco (Bakur) e siriano (Rojava), e membri del “Comitato per la Prevenzione della Tortura” (CPT) della CdE, per evidenziare la necessità che la Turchia renda subito note le informazioni sulle condizioni di salute e di detenzione all’interno dell’isola-carcere di Imrali di Öcalan, e metta fine alla sua assurda detenzione, e per manifestare il disappunto per il mancato rispetto dei diritti umani sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo da parte di Erdogan in Bakur, il Kurdistan turco.
Particolarmente importanti sono state due conferenze, sponsorizzate dal gruppo della sinistra radicale rosso verde del GUE/NGL.
La prima: “L’isola-carcere di Imrali: un buco nero nella Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo” con il leader sindacale inglese di UNITE, Simon Dubbins, Ibrahim Bilmez avvocato di Öcalan, Havin Guneser leader della campagna internazionale “Free Öcalan”.
La seconda: “Modelli di governance nel Rojava, dopo la sconfitta dell’ISIS”, moderato dal responsabile dell’HDP europeo Fayik Yagizay, con la presenza del rappresentante del PYD in Francia Khaled Issa, e il responsabile delle Relazioni Estere del Rojava Abdul Karim Omer.
La Delegazione ha ribadito che il Consiglio d’Europa (organismo altro rispetto all’UE, fondato nel 1949 per tutelare democrazia e diritti umani, che pure vede la Turchia tra i 47 paesi membri appartenenti all’area vasta geografica europea e oltre), come del resto la stessa Unione Europea, non possono continuare a far finta di nulla dinanzi alle continue violazioni dei diritti umani in Turchia.
È arrivato il momento di uscire dal ricatto che la Turchia impone da sempre ai paesi occidentali per via della sua posizione geopolitica strategica ultimamente rilanciato a scapito dei migranti, e che la stessa proceda a una larga amnistia per i prigionieri politici ingiustamente detenuti in Turchia, tra i quali molti curdi, compresi i rappresentati dell’HDP, i cui leader sono ancora oggi detenuti, insieme a molti dei loro deputati e tanti sindaci, amministratori locali e attivisti curdi.
Stasburgo, dalla Delegazione alla Consiglio d’Europa
MASSIMILIANO VOZA,
Delegato al congresso nazionale Legambiente 2015 per la questione Curda
-Cardiologo della Staffetta Sanitaria Rojava Calling a Kobanê (Kurdistan in Siria)
-Consigliere comunale e già Sindaco si Santomenna (SA)