Artisti dipingono per il Rojava
Artisti provenienti da Asia, Europa, Africa, America e Kurdistan sono arrivati ad Amed per mostrare il loro appoggio al Rojava.
33 artisti stanno partecipando all’International Kurdistan Art Encounter presso il Sümerpark Reception Hall di Amed, un simposio che durerà fino al 6 Febbraio. Il 7 Febbraio ci sarà l’inaugurazione di una mostra che ospiterà le opere di 230 artisti, opere che saranno messe in vendita e il cui ricavato andrà al Rojava.
Parteciperanno al simposio gli artisti Ahmad Hussein Elzaaim, Ali Asker Bal, Aziz Tilki, Bahar Demirtaş, Bahram Hajou, Barış Seyitvan, Dilşad Questani, Eido Alhussein, Ergin Kaya, Êvar Husseyni, Hama Haşim, Hanif Hamou, Hasan Abdalla, Inayat Attar, Lokman Huseyin, Metin Çelik, Mourad Abdullaoi, Munîr Şêxê, Newroz Azizoğlu, Nursun Hızlan, Omran Younis, Rania Kakarli, Rana Ali Abbas, Rêbuvar Said, Remzi Sever, Reshid Husso, Rıdvan Kuday, Saleh Nemir, Samr Draie, Sitar Ali, Şengül Acil, Zouheir Hassib eWalid Alagha.
ANF ha chiesto agli artisti di partecipare al simposio, che ha per slogan “Rojava, una prospettiva di libertà e uguaglianza”, affinchè possano esprimere i loro sentimenti per la causa del Rojava.
Munîr Şêxê, proveniente dal Rojava, ha detto di aver tentato di rappresentare nella sua opera la resistenza a Suruç e Kobane. “In cima al dipinto viene raffigurata la resistenza a Suruç, mentre in basso troviamo la resistenza militare a Kobane” ha spiegato. Ha inoltre aggiunto che il simposio è stato importante perché ha fatto incontrare artisti curdi provenienti da ogni parte del Kurdistan. “Ci stiamo conoscendo l’uno con l’altro. La società curda ha subito l’influenza delle culture turca, araba e persiana. Questo incontro ha offerto a noi artisti curdi la possibilità di trovare un linguaggio comune”.
Hanif Hamiu, dell’Università di Aleppo, ha detto che spera che incontri come questo si ripetano, in quanto per gli artisti è importante conoscersi.
La cultura curda deve essere promossa in tutto il mondo
L’artista Zouheir Hassib ha affermato:”dobbiamo andare nella capitale del Kurdistan, la terra dei nostri padri e antenati. Io sono di Hasekê ma vivo a Damasco. Noi artisti curdi dobbiamo ritrovarci qui e condividere la nostra arte. Io ho provato a rappresentare il dolore, le leggende, la cultura orale e i colori della vita dei curdi nel mio lavoro. La nostra cultura è ricchissima ma i nostri nemici hanno impedito che venisse conosciuta. Dobbiamo far conoscere la nostra arte al mondo. Essere qui per me è un sogno. E ringrazio gli organizzatori”.
Inayat Attar, di Afrin, ha vissuto in Francia per 25 anni e ha sottolineato l’importanza che rivestono questi incontri per valorizzare l’immagine dell’arte nella società. Ha detto di aver dipinto le mura e le porte antiche di Diyarbakir.
Saleh Nemir, uno scultore originario del Rojava che vive in Germania, ha portato due delle sue opere, una scultura in legno e un’altra in ferro.
Evar Husseyni, studentessa di 21 anni che vive a Londra, ha portato due dipinti. Nelle sue opere, che raffigurano il corpo femminile, critica il modo in cui la società percepisce la nudità della donna, vista come qualcosa del quale provare vergogna e usata come strumento di oppressione.