Duhok, il PDK e la CNS
Gli incontri tra i partiti sotto l’ombrello di TEV-DEM (Movimento per una Società Democratica) nel Rojava e l’ENKS (Consiglio Nazionale Kurdo in Siria) hanno dato luogo all’accordo di Duhok del 22 ottobre. Questo ha preparato la strada per gli incontri tra i partiti del Rojava, il KCK e il KRG. Uno degli articoli dell’accordo prevede che il KCK e il governo di Hewler (Erbil) siano intesi come garanti dell’accordo. A seguito dell’accordo di Duhok, una delegazione dell’ENKS e TEV-DEM si è recata a Kandil per discutere la situazione attuale con il KCK. Sette persone, tra cui Aldar Xelil e Sinem Mihamed, hanno partecipato alle riunioni a nome di TEV-DEM e nove persone hanno partecipato a nome dell’ENKS. Secondo fonti in Rojava, il KCK ha sottolineato che l’alleanza è storica e che è importante che la gente e i partiti politici del Rojava vi partecipino. In seguito, la delegazione del Rojava ha partecipato a una serie di incontri con la Coalizione Nazionale Siriana (CNS) a Hewler durante la prima settimana di novembre, in cui avrebbe preso parte anche l’ex presidente del CNS Ahmed El-Carba.
In conformità con l’accordo di Duhok, sarà formato un consiglio paragonabile a un’assemblea consultiva. Esso si compone di 12 membri provenienti dal TEV-DEM, 12 dall’ENKS e 6 membri provenienti da partiti indipendenti. Questo è il quadro che è emerso. Ogni amministrazione autonoma (Xweseriya Demokratik) nel Rojava ha le proprie assemblee, consigli dei ministri e presidenti.
I politici del Rojava con cui ho parlato hanno affermato che questo corpo si impegnerà nella situazione generale dei curdi e nella loro strategia generale. Il corpo sarà in grado di prendere decisioni vincolanti per quanto riguarda la situazione generale dei curdi. Tuttavia i Cantoni del Rojava potranno prendere le proprie decisioni come prima.
Secondo l’accordo, i partiti dell’ENKS prenderanno posizioni all’interno dei cantoni. All’interno di questa cornice i componenti del gruppo, il consiglio dei ministri e le organizzazioni di servizi del cantone possono cambiare. Alcuni articoli del contratto sociale saranno rivisti. Gli articoli su cui viene raggiunto l’accordo possono essere votati e modificati. A causa dei combattimenti in corso saranno necessariamente ritardate le elezioni politiche originariamente previste per il 2014.
Questo processo continuerà fino alle elezioni
A seguito delle elezioni politiche, i componenti dei diversi organi politici saranno rideterminati. In Rojava l’assemblea legislativa si chiama Meclisa Zagonsaz, mentre il consiglio dei ministri è chiamato Assemblea Esecutiva. All’interno del Meclisa Zagonsaz, che era formato da individui nominati durante il suo primo mandato, ci sono rappresentanti dei partiti di TEV-DEM, MRGK e rappresentanti di tutti i popoli dei cantoni. Persino alcune tribù hanno dei rappresentanti. Dopo le elezioni politiche sarà formato un gabinetto composto da persone scelte dal Meclisa Zagonsaz. È rilevante il fatto che ENKS ha promesso di rispettare l’esito di queste elezioni.
L’articolo che è ha richiamato maggiore attenzione è l’articolo concernente l’autodifesa. In base a questo, i partiti dell’ENKS si consulteranno con il YPG, YPJ ed i ministeri della difesa. Essi presenteranno le loro proposte e valuteranno la posizione delle forze di autodifesa. Sarà ormai chiaro che i partiti politici con elementi militari saranno integrati nelle forze cantonali con l’ENKS. Ogni accordo sarà portato alle amministrazioni cantonali e le amministrazioni li accetteranno. Per quanto riguarda la questione delle dinamiche esistenziali del Rojava, il comando – secondo le parole di uno degli amministratori del Rojava – rimarrà “certamente” alle YPG e YPJ. Le unità dell’ENKS saranno integrate nel comando generale, mentre i comandanti di queste forze prenderanno posizione nell’Alto Comando.
Il PDK e la chiamata della storia:
La consegna delle armi a Kobanê attraverso l’apertura di un corridoio dopo l’accordo è significativa per l’unità curda. Un ruolo strategico ricade ora nel PDK, che è il vero sostenitore dell’ENKS. Gli Stati della regione e i poteri internazionali sono rimasti a osservare l’ISIS per un po’ e lo hanno poi fatto tornare sui propri passi verso l’indipendenza. Dimenticate che gli Stati stessi hanno dimostrato che possono distruggere qualsiasi pretesa di status semplicemente attraverso una raccolta di subappaltatori. Il PDK dovrebbe capire che se i curdi non riescono a conservare la loro unità allora permetteranno ad altri di fare ciò che non è riuscito a fare l’ISIS e trasformare Hewler e Kirkuk in fiumi di sangue.
Il PDK, il KCK e il PYD non devono perdere l’occasione di avvicinarsi
Non accogliere la rappresentanza del Rojava, permettendo però alle forze armate turche di mantenere basi in posti come Bamerni e Kani Masi e di effettuare voli di ricognizione, non è una presa di posizione per il Kurdistan. Il PDK non deve perdere le opportunità strategiche che la storia ha posto nelle mani dei curdi, e deve allontanarsi dalle politiche anti PYD che ha applicato sul Rojava come parte del paradigma anti-curdo della Turchia. Esso deve riconoscere i cantoni e deve cessare di essere d’ostacolo al Congresso nazionale curdo. Vale a dire che la chiamata della storia è per l’unità. I membri del CNS dovrebbero leggere bene le manifestazioni globali che si sono diffuse dall’Afghanistan all’Honduras per la Giornata Mondiale del primo novembre per Kobanê. Dovrebbe emergere una nuova modalità di organizzazione capace di includere tutti i popoli e le fedi, e questa dovrebbe democratizzare andando di pari passo con i principi egualitari.
di Ali Celebi-Ozgur Gundem