Si intensificano gli appelli per i due giovani kurdi mentre la loro morte si avvicina
9 Gennaio 2013
Le famiglie di Lokman e Zanyar Muradi, due rappresentanti politici kurdi incarcerati che rischiano l´esecuzione imminente da parte del regime iraniano, hanno invitato ad agire urgentemente. ”I nostri figli non sono colpevoli. Il reato qui è la pena di morte inflitta loro: è un crimine contro l´umanità”, hanno dichiarato.
Il padre di Zanyar, İkbal Muradi, ha osservato che il regime iraniano sta cercando di fabbricare prove per giustiziare i due kurdi ed ha spiegato le ragioni del loro arresto come segue: “I nostri figli sono stati arrestati prima per presunti legami con agenti inglesi e con organizzazioni kurde d´opposizione. Poi sono stati processati con l´accusa di aver ucciso il figlio dell´imam Cuma e condannati alla pena di morte dopo quindici minuti di processo farsa. Lo sviluppo più recente riguardante la loro pena è stato il tentativo da parte del Ministero di Intelligence di convincere l´imam Cuma a testimoniare contro i nostri figli. Spero che l´imam non ricorra alla calunnia, uno dei più grossi peccati nell´islam. I nostri figli sono stati torturati per mesi e sono stati costretti a dichiarare crimini non commessi, comunque finora non è stata trovata nessuna prova di reato per dimostrare le accuse che si trovano ad affrontare. La repressione dei prigionieri politici è una conseguenza dell´atteggiamento politico verso di loro. Il regime iraniano dovrebbe adesso essere tollerante verso persone che la pensano in modo diverso”.
La madre di Zanyar, Amin Qadri, ha detto che suo figlio, non ancora diciottenne, non ha mai preso parte ad un´azione armata ed ha aggiunto: “E´ stato condannato a morte per il fatto di essere kurdo. Stanno cercando di incriminare i nostri figli nonostante la mancanza di qualsiasi prova concreta”. Anche la donna ha invitato l´opinione pubblica democratica e gli attivisti per i diritti umani ad alzare la voce contro le esecuzioni ordinate dal regime iraniano.
ANF / SINE
ANF NEWS AGENCY