I curdi del cantone di Kobane stanno per affrontare un massacro

Comunicato Stampa del KNK – Negli ultimi giorni nel Kurdistan- Rojava sudoccidentale (Siria) gruppi terroristici hanno circondato la città di Kobane, uno dei tre cantoni proclamati dai curdi, e stanno minacciando un massacro. L’obiettivo di queste bande di circondare e conquistare Kobane viene sostenuto indirettamente dallo stato turco e da quello siriano. È ben noto che i combattenti di queste bande stanno ricevendo sostegno militare e logistico attraverso il valico di frontiera di Akcakale (Akcakale è il valico al confine turco-siriano che sul lato siriano è controllato da ISIS) da parte dello stato turco. Allo stesso tempo queste bande vanno verso Kobane sotto gli occhi dello stato e dei militari siriani che restano in silenzio. Questo significa unicamente che esiste l’obiettivo condiviso di massacrare i curdi. In risposta a questo, le donne, i giovani e gli anziani di Kobane stanno mostrando di resistere. Questa resistenza è una resistenza del popolo contro carri armati ed artiglieria pesante. Fino ad ora molte persone hanno perso la vita da entrambe le parti. È incomprensibile che la Comunità Internazionale possa rimanere in silenzio di fronte a questi eventi.
Dall’inizio di questi attacchi, nel corso degli ultimi tre giorni, il silenzio della Comunità Internazionale è stato assordante; al contrario, stare al fianco del popolo curdo in questo periodo è una responsabilità umana, una responsabilità etica e una responsabilità legale. Il popolo di Kobane sta resistendo e continuerà a resistere. Se la resistenza di Kobane verrà spezzata, allora la forza dei terroristi radicali in Siria si consoliderà. In questo senso la resistenza del popolo di Kobane non è significativa solo per il popolo di Kobane. È una questione di sicurezza per tutti. Stare al fianco dei curdi di Kobane, significa stare al fianco della democrazia e della libertà.
In questo senso chiediamo alle organizzazioni internazionali, incluse l’Unione Europea e le Nazioni Unite, di prendere posizione. Ci appelliamo a queste organizzazioni affinché stiano al fianco del popolo curdo. Facciamo appello anche agli attivisti per i diritti umani, alla società civile e alle istituzioni democratiche in tutto il mondo perché siano solidali con il popolo curdo.
Congresso Nazionale del Kurdistan
24/03/2014