Erdoğan e Barzani Cooperano contro la Rivoluzione del Rojava
Ferda Çetin * – Erdoğan, Barzani, Sivan Perwer e Ibrahim Tatlises hanno dato il via alla campagna elettorale dell’AKP nel Kurdistan [lo scorso fine settimana]. E quando alcuni politici kurdi intelligenti (!) sono andati avanti su come “sarebbe sbagliato percepire questo incontro come supporto per Erdoğan nella campagna elettorale”, si vede chiaramente che si trattava di una manipolazione.
L’incontro Erdogan-Barzani era fondamentalmente un affare ragionevole e di tutti i giorni. Tuttavia questa ragionevolezza non era una ragionevolezza legata alle esigenze o alle preferenze del popolo curdo. Quella di cui stiamo parlando è una ragionevolezza che si riferisce a particolari preferenze ideologico-politiche. L’AKP e il KDP sono due “fratelli” che assumono la stessa linea sui temi dello statalismo, della sessualità, dei valori della famiglia e della proprietà. Entrambe le parti possono essere intese come se fossero entrate nello spirito della storia come ingranaggi della ruota di egemonia capitalistica che fa affidamento a potenze imperialiste. Tutti coloro che non sono apolitici o mancano di emozione sanno che Barzani e il sostegno del KDP per Erdogan e per l’AKP non sono certo un risultato anomalo.
In fatto di politica pratica l’AKP e il KDP hanno assunto posizioni su un fronte che va senza dubbio a svantaggio del popolo kurdo. L’AKP e il KDP sono ideologicamente vicini sui temi di fondo in materia di partizione del Kurdistan in quattro parti.
Al di fuori di una aderenza al popolo kurdo, il KDP e Barzani sono molto più “fratelli” con Erdogan e l’AKP che con Ocalan e il PKK. È un dato di fatto che ogni volta che emerge un dibattito ideologico o un confronto, l’appartenenza nazionale, la fedeltà alle stesse persone (e persino la fratellanza), e i tentativi volti all’unità territoriale, diventano particolarmente privi di senso.
L’incontro Barzani-Erdoğan non è altro che una svolta verso la cooperazione in materia di pratica politica da parte dei seguaci di due vicine ideologie. Sivan e IBO sono stati solo l’accompagnamento sopra questo abbraccio ideologico. L’AKP e il KDP sono a disagio per l’effetto che il PKK ha sul popolo curdo; Erdoğan e Barzani sono a disagio perché la leadership di Ocalan è stata accettata.
L’ attuale interesse che ha fatto incontrare Barzani ed Erdogan a Diyarbakir riguarda l’ostilità verso la Rivoluzione del Rojava e il PYD. E’ la popolarità di Salih Muslim che cresce ogni giorno insieme con la sua qualità di rappresentazione, nonché l’accettazione della sua legittimità.
Barzani e Erdoğan stanno collaborando strategicamente in modo da ostacolare la rivoluzione che il popolo curdo ha portato avanti nel Rojava. La chiusura dei confini ai curdi del Rojava e l’embargo violento con cui hanno circondato Rojava, fanno parte dell’organizzazione dell’AKP e del KDP. Oltre tutto questo, aprono le porte a coloro che fuggono dal Rojava e che hanno fatto tutto il necessario per svuotare Rojava della sua popolazione.
Il KDP e Barzani sono ansiosi riguardo la resistenza del YPG e sono turbati per il successo della leadership del PYD. Quando Barzani ha detto, prima della sua visita a Diyarbakir, che “non c’è alcuna rivoluzione nel Rojava. Il PYD sta collaborando con il regime di Assad,” si è trattato di una reazione all’innegabile successo della rivoluzione del Rojava, che dalla loro [di Barzani e del KDP] prospettiva è diventata intollerabile. E ‘stata una reazione alla vittoria netta che il YPG ha ottenuto rispetto ad al- Qaeda, all’ISIS e all’FSA.
Il fatto che dopo il meeting molti scrittori e politici abbiano dichiarato che “il non aver menzionato il nome di Ocalan e la questione della sua libertà sia stata una grave lacuna” è stato piuttosto semplicistico e ingenuo. Perché la ragione più profonda, principale per il meeting – in caso di successo – è quella di distruggere il marchio di Ocalan in tutte le parti del Kurdistan. Il matrimonio in cui trecento persone si sono sposate è stato un evento per camuffare questo reale obiettivo. La decisione collettiva da parte dei politici del BDP di non partecipare a questa “copertura” è stata coerente, tuttavia l’atteggiamento individualista che ha pubblicamente invalidato questa decisione è stato tragico.
Quando nel 1998 il leader curdo Ocalan è andato in Italia per chiedere asilo politico, è nata una nuova fase nell’ambito della possibilità di una soluzione politica a questo processo. Lo stato turco aveva mobilitato tutti i suoi diplomatici al fine di ostacolare il processo. Anche Barzani ha presentato un dossier al governo italiano. Nel dossier si affermava che Ocalan non era un rappresentante del popolo kurdo e che pertanto non aveva diritto all’asilo politico. Inoltre un punto di vista ed un’analisi relativa al PKK furono inclusi, nei quali si sosteneva che si trattava di un’organizzazione terroristica senza legittimità politica. Questo fascicolo vergognoso è ora negli archivi dello Stato italiano.
Ancora una breve storia per riassumere: una lunga e violenta guerra era appena terminata quando un comandante chiama un soldato curdo al suo fianco dicendo: “Abbiamo ottenuto la vittoria e tu hai mostrato molto coraggio sul fronte. Fai una richiesta, ma chiedi qualcosa che io possa dare due volte anche ai tuoi due amici curdi feriti che si trovano in ospedale.” Il soldato curdo, dopo aver pensato a lungo e grattandosi la testa, ha presentato la sua richiesta: “Mio comandante, rimuovi uno dei miei occhi!”
Rojava Report