Gli jihadisti vogliono scatenare una guerra arabo-curda

Sipan Hamo, comandante generale delle unità di tutela del popolo (YPG), ha detto che gli attacchi contro la popolazione civile sono la prova della sconfitta degli jihadisti ma anche del collasso morale. Egli ha affermato che i gruppi che si nascondono dietro la copertura dell’Islam vogliono iniziare una guerra fra arabi e curdi.

Nonostante gli incessanti attacchi e le uccisioni di civili da parte di gruppi affiliati ad Al-Qaeda e di alcune brigate dell’Esercito siriano libero (ESL), le unità di tutela del popolo (YPG) hanno dichiarato un cessate il fuoco il 7 agosto per tre giorni in occasione della festa di Ramadan, che segna la fine del mese di digiuno musulmano del Ramadan.

Cessate il fuoco

“Dichiariamo all’opinione pubblica curda, siriana e mondiale che faremo cessare il fuoco per tre giorni a partire da giovedì 8 agosto. Le nostre forze rimarranno nelle loro posizioni ma potranno utilizzare il loro diritto di legittima difesa qualora dovessero essere attaccati”, ha detto il YPG in un comunicato.

Il YPG ha ricordato che alcuni gruppi armati affiliati ad al-Qaeda, che agiscono apparentemente in nome dell’islam, hanno lanciato attacchi contro i curdi durante il mese del Ramadan, commettendo massacri di civili.

Poche ore dopo questa dichiarazione gli jihadisti hanno attaccato le regioni curde di Serekaniye, Kobani e Girke Lege nel Kurdistan occidentale, il territorio curdo in Siria. Oltre 20 jihadisti sono stati uccisi da combattenti curdi che hanno subito risposto “nelle circostanze della legittima difesa”.

Molti giovani arabi nelle fila di YPG

Create nel luglio 2012, le Unità di Tutela del Popolo sono composte da uomini e donne. Esiste un esercito di donne nel YPG. Si tratta dell’Unione per la Difesa delle Donne (YPJ). Alcuni giovani arabi, assiri, armeni, turcomanni e circassi, entrano anche loro nelle fila del YPG, come in Djarablous, dove molti giovani arabi affrontano gli jihadisti accanto ai combattenti curdi.

Un massacro commesso nel silenzio

Gli attacchi sono in corso dal 16 luglio, l’ottavo giorno del mese del Ramadan. Subendo pesanti perdite tra cui alcuni comandanti, gli jihadisti si sono fortemente impegnati in crimini di guerra e crimini contro l’umanità, massacrando notoriamente tra il 31 luglio e il 1 agosto 70 civili curdi senza alcuna protezione, per lo più donne e bambini, nelle piccole città di Til Hasil e Til Aran, nella regione di Aleppo. Nessun paese musulmano ha condannato il massacro commesso nel nome dell’Islam, neanche un paese dell’Unione Europea, “terra dei diritti umani”, neanche gli Stati Uniti.

 

YPG: C’è un complotto profondo

In un’intervista con l’agenzia di stampa ANF, il comandante generale del YPG ha affermato che gli attacchi jihadisti contro i civili sono “il segno e la prova della loro sconfitta nelle regioni curde”.

E continua: – Questo dimostra che i loro attacchi non hanno avuto successo. Prendendo di mira i civili, cercano di vendicare le sconfitte che hanno subito. Questa è la prova del collasso morale.

– C’è una cospirazione profonda e storica dietro gli attacchi. Il silenzio del mondo, ma anche delle forze di opposizione e regionali, indicano che tutte queste forze hanno un ruolo in questi attacchi. Ciò mostra che hanno un piano comune.

 

La Turchia si serve di Al Qaeda

– Alcune forze regionali e forze internazionali stanno cercando di approfittare di questi attacchi. L’opposizione siriana sta cercando di guadagnare terreno in Siria, sostenendo gli attacchi. Il regime siriano trae profitto da questa guerra. Non vuole che questa guerra finisca.

– Il fine ultimo è quello di far esplodere una guerra arabo-curda, perché vogliono trasformare i combattimenti in corso in una guerra tra curdi e arabi, tra sunniti e alauiti, per creare l’immagine della futura Siria.

 

Alcuni gruppi dell’ESL hanno partecipato ai massacri

Sappiamo fin dall’inizio (del conflitto) che la Turchia supporta questi gruppi. La Turchia usa Al Qaeda per raggiungere i suoi scopi. L’obiettivo è di evitare che i kurdi vivano liberamente nella loro terra.

– Alcuni gruppi dell’ESL hanno partecipato anche loro ad alcuni attacchi contro il popolo curdo, in particolare a quelli che hanno avuto luogo a Derik, a Til Hasil e a Til Aran. Le Brigate “303” e ” Ahrar al-Djazira” si sono schierati a fianco degli jihadisti negli attacchi contro le regioni curde. In passato, alcuni gruppi di Liwa al-Tawhid si erano alleati al fronte di Al Nusra ma questo ha apportato il suo sostegno totale per i massacri di Til  Hasil e Til Aran.

– L’ESL non è un’autorità in Siria. La forza e i responsabili della “vera” ESL sono all’estero. Quelli che lottano all’interno non sono proprio attaccati ai valori (rivoluzionari e umani). Due elementi li uniscono: furto di proprietà e l’Islam. Di tanto in tanto dicono di essere legati all’ESL per ottenere il sostegno dei paesi stranieri.

– Le forze che agiscono presumibilmente nel nome dell’Islam vogliono far esplodere una guerra tra curdi e arabi. C’è un piano simile dall’inizio della rivoluzione siriana. Ma grazie alla sensibilità del movimento curdo del Kurdistan occidentale e del YPG, abbiamo impedito che questo piano venisse realizzato. Tuttavia, dei gruppi che si nascondono dietro la copertura dell’Islam vogliono raggiungere questo obiettivo delle forze di complotto  internazionali.

– Chiediamo all’ESL di chiarire la propria posizione per quanto riguarda gli attacchi contro il popolo curdo.

di Maxime Azadi Mediapart