Il 20* anniversario dell’espulsione di Abdullah Öcalan dalla Siria

LIBERTÀ PER ABDULLAH ÖCALAN ORA!

Abdullah Öcalan, fondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), ha guidato la lotta per i diritti dei curdi per molti anni. Il 9 ottobre ricorre il ventesimo anniversario della sua espulsione dalla Siria, dove Abdullah Öcalan aveva vissuto in esilio per quasi 20 anni.

I curdi considerano l’espulsione come parte di una ‘cospirazione internazionale’ contro Öcalan e loro stessi. Abdullah Öcalan è stato poi sequestrato in Kenya il 15 febbraio 1999 e portato in Turchia dove è stato sottoposto a un processo show e si trova in carcere da allora, tenuto sull’isola di Imrali, l’equivalente della Turchia di Robben Island.

Per oltre 10 anni è stato isolato come unico prigioniero sull’isola. Nonostante condizioni terribili, Öcalan non ha mai rinunciato alla speranza di arrivare a una soluzione pacifica dei conflitti in Medio Oriente, in particolare della questione curda. Per molti anni il governo turco ha preso parte a colloqui con lui sulla risoluzione del conflitto.

In Siria del nord, le sue idee hanno ispirato la costruzione di una rivoluzione multi-etnica, multi¬-religiosa, democratica basata sulla libertà delle donne e l’ecologia. Öcalan è diventato un simbolo della speranza di pace e democrazia in una regione tormentata e in tutto il mondo le sue idee hanno avuto risonanza tra le persone che cercano un’alternativa alle condizioni esistenti con tutte le disuguaglianze e crisi che susseguono.

Leader politici inglesi hanno una particolare responsabilità storica per il destino del popolo curdo. Dopo il collasso dell’Impero Ottomano, il popolo curdo e le loro terre sono state spietatamente divise dai governi inglese e francese, prima attraverso l’accordo segreto Sykes-Picot del 1916 e poi formalmente nel 1923 con il Trattato di Losanna. Gli Stati turco, iracheno, siriano e iraniano sono stati quindi fondati in parte sulla repressione e l’esproprio dei curdi. La loro identità, lingua, cultura e rappresentanza politica sono state soppresse e negate.

Oggi, il Presidente turco Erdogan considera ogni manifestazione delle aspirazioni dei curdi ai loro diritti una forma di terrorismo. Le forze armate della Turchia stanno conducendo una guerra senza limiti contro curdi in Turchia, Siria e Iraq.

Ciò nonostante il popolo curdo resta saldo e continua a chiedere i suoi diritti e Abdullah Öcalan ha dato loro una leadership fonte di ispirazione. Ha ripetutamente cercato una soluzione pacifica della questione curda, ma le sue proposte, finora, sono state respinte, viene tenuto in stretto isolamento e gli vengono negate visite perfino della sua famiglia e dei suoi avvocati.

Il 27 settembre 2018 la Corte Europea per i Diritti Umani ha respinto un ricorso sul fatto che Öcalan era stato maltrattato durante una perquisizione della cella il 7 ottobre 2008. Contrariamente a questa sentenza, Abdullah Öcalan è stato trattato in modo inumano durante tutta la sua carcerazione.

Il Regno Unito ha svolto una parte strategica e centrale in questa cospirazione internazionale. Il 24 marzo 1992 il popolo curdo e i suoi sostenitori risposero ai massacri perpetrati dalle forze turche con una protesta davanti all’ambasciata turca a Belgravia, Londra. La polizia metropolitana attaccò i manifestanti con cani, tre bambini e sei adulti furono ricoverati in ospedale e oltre 30 persone rimasero ferite. Diciassette curdi furono arrestati.

Nello stesso giorno il capo di stato maggiore dell’esercito turco, Dogen Gures, stava visitando Londra per colloqui con il Foreign Office inglese. Abdullah Öcalan più tardi avrebbe scritto dal carcere sull’isola di Imrali, ‘All’inizio degli anni ’90 il capo di stato maggiore turco, Dogen Gures, dopo una visita a Londra ha affermato che il suo piano lì era stato accettato …Il piano è stato fatto a Londra dove il governo credeva che fosse necessario isolarmi per controllare il PKK e i curdi e per stabilizzare lo status quo in Medio Oriente. L’UE si è adeguata a questo.’

Lo status quo in Medio Oriente ha fallito e non può essere ripristinato. I diritti dei curdi sono parte integrante di ogni prospettiva di pace e democrazia nella regione. In carcere, Abdullah Öcalan ha scritto numerosi libri che sostengono la democratizzazione della Turchia e dell’intera regione.

Gli scritti di Öcalan hanno ispirato una rivoluzione democratica e femminista. È stato in grado di trasformare un approccio statalista in un approccio conferderalista. Ha delineato una base teorica e pratica per la Rivoluzione del Rojava, la liberazione dei curdi ezidi nello Shengal, così come il progetto HDP in Turchia.

È chiaro che le sbarre del carcere e le restrizioni estremamente intese non sono state in grado di impedirgli di ispirare il suo popolo. È tempo di mettere fine alla criminalizzazione della lotta curda per l’autodeterminazione e di liberare Abdullah Öcalan.

I governi europei devono smettere di sostenere la guerra dello Stato turco contro i curdi.
Libertà per Abdullah Öcalan!

Peace in Kurdistan Campaign for a political solution of the Kurdish Question