Kaplan, il giornalista rilasciato: non siamo ancora liberi
Il reporter della DIHA (Dicle News Agency) Çağdaş Kaplan, agli arresti dalla cosiddetta operazione KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) del Dicembre 2011, è stato rilasciato ieri in seguito alla terza udienza del caso contro i lavoratori della stampa kurda.
Parlando con ANF dopo la sua liberazione, Kaplan ha affermato che i giornalisti rilasciati continueranno a fare il loro lavoro e non faranno mai un passo indietro di fronte alla repressione. Ha sottolineato inoltre che non si puó parlare di libertà finchè tutti i giornalisti incarcerati non saranno rilasciati: “Né il nostro arresto né il nostro rilascio sono avvenuti all’interno di un quadro giuridico. Tutte le accuse contro i reporter sotto processo consistono in lavori giornalistici, mentre tutte le ‘prove’ sono calunnie, motivo per cui abbiamo chiamato l’atto d’accusa ‘atto di diffamazione’. Il Governo non vuole che il giornalismo in Turchia sia praticato come dovrebbe essere, e questa è la ragione per cui i requisiti ed i compiti della nostra professione sono considerati come ‘elementi e scene di un crimine’”.
Kaplan ha osservato di non ritenere “libertà” il suo rilascio, aggiungendo: “Alcuni di noi sono stati liberati ieri ma i nostri colleghi sono ancora in carcere, nonostante il fatto che tutti avessimo svolto lo stesso lavoro, riportato le stesse notizie e discusso delle stesse questioni. Ecco perché non accettiamo il prolungamento del loro arresto, mentre alcuni altri sono stati rilasciati. Anche questa stessa problematica, il rilascio di alcuni e la detenzione di altri, mostra che le decisioni del tribunale non sono effettuate su una base giuridica. Non abbiamo rimorsi e continueremo a scrivere in modo più determinato che in precedenza, dedicando più attenzione ai problemi del popolo kurdo e degli oppressi”.
ANF Istanbul