Oltre la Oltre la linea rossalinea rossa
L’alleanza arabo-curda ha circondato la roccaforte di IS Manbij. La Turchia minaccia l’intervento, soldati USA fungono da “scudi protettivi”-L’anello che stringe l’assedio intorno alla città della Siria del nord di Manbij, controllata dall’organizzazione terroristica »Stato Islamico« (IS) dal 2014, dal fine settimana è chiuso. L’attacco delle Forze Siriane Democratiche (FDS), una coalizione di ribelli costituita dalle Unità di Difesa del Popolo YPG e da unità arabe e assire, appoggiata dagli USA contro la città a ovest dell’Eufrate è iniziato due settimane fa. L’operazione avviata in contemporanea dalle FDS per la liberazione del nord della »capitale« di IS, Raqqa, così è servita all’obiettivo di interrompere le linee di rifornimento delle milizie terroristiche in direzione di Manbij. Grazie all’avanzata efficace presso Manbij, ora anche la via di collegamento tra Raqqa e la città di Jarablus, che funge da varco verso la Turchia per IS, è stata tagliata.
Il Consiglio Militare di Manbij, un sottogruppo delle FDS, lunedì ha annunciato che ora inizia la seconda fase dell’operazione che prende il nome dal comandante Abu Layla caduto due settimane fa nei pressi di Manbij, l’attacco sulla città stessa. La priorità è la salvaguardia della popolazione civile. A Manbij sono rinchiuse diverse decine di migliaia di civili che IS usa come scudi umani.
L’operazione per la liberazione di Manbij avviene per desiderio degli abitanti della città e sarebbe stata preparata da questi ultimi politicamente e militarmente, ha sottolineato Ilham Ehmed, la co-presidente dell’Assemblea della Siria Democratica, considerata la rappresentanza politica delle FDS, parlando con l’agenzia stampa Firat. Riprese diffuse da Firat News mostrano donne dei dintorni di Manbij che salutano i combattenti delle FDS con balli e gettano a terra con gesto dimostrativo gli hijab (veli integrali) imposti da IS. Contrariamente ai titoli diffusi nei media occidentali che definiscono le FDS come »curde«, gli arabi nell’attacco contro la regione abitata da arabi intorno a Manbij rappresentano un contingente numeroso. Si vuole così evitare l’impressione che i curdi stiano occupando una zona di insediamento arabo. »Le nostre forze arrivano per liberarvi dal martirio di IS«, si dice quindi in una dichiarazione del Consiglio Militare. »Dopo la liberazione della città e della zona circostante, il nostro obiettivo è di consegnare la guida della città al consiglio regionale civile di Manbij che è composto da appartenenti ai gruppi etnici arabo, curdo, turkmeno e circasso.«
Intanto l’alleanza di ribelli già avanza verso la roccaforte di IS Al-Bab situata più a ovest. Con questo si avvicina al suo obiettivo strategico, ossia la creazione di un corridoio di collegamento tra i cantoni a amministrazione autonoma di Kobane e di Afrin situato a nord di Aleppo, liberando la zona con i combattimenti. Se questo dovesse riuscire, la Regione Federale Rojava/Siria del nord proclamata a marzo sarebbe un territorio senza soluzione di continuità lungo il confine con la Turchia.
Il governo turco in precedenza aveva dichiarato che l’attraversamento dell’Eufrate da parte delle YPG, che considera »terroriste«, rappresenta una linea rossa e minacciato in questo caso un suo intervento militare nel Paese vicino. Negli ultimi mesi l’esercito turco ha già più volte sparato contro postazioni delle FDS e delle YPG. In questo modo Ankara svolge apertamente il ruolo di patrono di IS che continua a controllare un ampio territorio a ovest dell’Eufrate. Così sugli appartenenti alle unità speciali statunitensi, che secondo dichiarazioni degli USA sono presenti in qualità di »consulenti« e in »numeri piccoli« e che sono impiegate al fianco delle FDS, ricade il ruolo di scudi difensivi. Che alcuni dei soldati USA abbiano attaccato sulle uniformi distintivi delle YPG, sarebbe un »messaggio pubblico al governo turco« ha scritto di recente l’editorialista del quotidiano turco Hürriyet Daily News, Murat Yetkin. »Se l’artiglieria turca spara sulle forze del PYD come fa di tanto in tanto, in mezzo a loro ci sono soldati USA che potrebbero essere uccisi.”
Il Comandante in capo del Consiglio Militare, Merxas Kobane, intanto ha avvisato che una serie di miliziani di IS di Manbij sarebbero fuggiti verso la città di confine di Jarablus controllata da IS. Da lì diversi leader di IS con le loro famiglie si sarebbero riparati in Turchia con l’aiuto dei servizi segreti turchi.
di Nick Brauns, Junge Welt
Foto: Rodi Said/Reuters