Presidio a Roma il 9 gennaio
Gennaio 2013: Sakine, Fidan, Leyla …
Gennaio 2016: Pakize, Sêvê, Fatma
Il 9 gennaio 2013 nel centro di Parigi sono state brutalmente assassinate Sakine Cansız, Fidan Doğan e Leyla Şaylemez, tre donne curde che hanno dedicato la loro vita alla lotta per la libertà. A pochi giorni dal terzo anniversario di questo crimine tutt’ora impunito, altre 3 donne attiviste per la libertà e i diritti delle donne e del popolo curdo, sono state uccise dalle forze di sicurezza turche a Silopi nel Kurdistan turco.
I proiettili che hanno colpito Sakine, Fidan e Leyla, sono gli stessi che hanno di nuovo colpito altre 3 donne in una fredda notte di gennaio. Sêvê Demir dell’Assemblea del DBP, Pakize Nayır co-presidente dell’Assemblea del Popolo di Silopi, Fatma Uyar, attivista del KJA (Congresso delle Donne Libere), insieme alla popolazione di Silopi stavano resistendo allo stato d’assedio ormai in corso da settimane e sono state massacrate da una mitragliata nel quartiere Karşıyaka di Silopi. Sono proiettili della repressione fascista messa in atto dallo stato turco contro il popolo curdo che sta lottando per la libertà e la democrazia, in Kurdistan, in Turchia e nel mondo.
La guerra totale che lo stato turco – spacciata nei media occidentali come “operazione anti-terrorismo” contro il PKK – sta conducendo contro il popolo curdo ha già causato oltre 220 vittime tra la popolazione civile, tra cui molti bambini piccoli, persino neonati, e persone anziane. In molte occasioni la loro morte è stata causata dal fatto che il coprifuoco e lo stato di assedio hanno impedito i soccorsi.
Sono solo le ultime vittime di una lunga scia di sangue che sembra non avere fine. L’ipocrita vigliaccheria dei governi occidentali e dell’UE è sempre più evidente. I denari dell’UE e dell’Italia stanno finanziando i massacri in Kurdistan e le violazioni di diritti umani dei profughi, che stanno continuando a causare nuove stragi nel mediterraneo.
Basta finanziare le violazioni di diritti umani e i massacri del governo fascista turco.
Fermiamo il commercio delle armi.
Rompiamo la cortina di silenzio calata sulla pulizia etnica e il massacro messo in atto dallo stato turco nei confronti del popolo curdo, che ha già causato oltre 220 vittime civili e 200.000 profughi interni.
Mettiamo fine alla criminalizzazione del PKK.
SABATO 9 GENNAIO – ORE 15:00 – PIAZZA DEL COLOSSEO (lato metro) – ROMA
Centro Socio-Culturale Curdo Ararat, Rete Kurdistan Roma