II Report della delegazione Italiana a Urfa
Sono le 22,00 e siamo appena rientrati in albergo. E’ stata una giornata piena ed intensa che ci ha portato,la mattina, ad intervistare membri del partito di Urfa sulla questione elettorale , il pomeriggio ad incontrare la deputata Dilek Öcalan e Mehmet Öcalan, rispettivamente la nipote ed il fratello di “Apo”, insieme ai responsabili del partito di Halfeti e Amara.
La mattina nella sede centrale dell’HDP abbiamo incontrato i due coopresidenti del partito adUrfa: SevdaÇelik e TahsinErdem. La nostra intervista si è soffermata attorno al dibattito elettorale nel paese e ,nello specifico, sui possibili scenari elettorali. Attualmente i sondaggi danno l’HDP intorno al 13% su scala Nazionale ed il 30% circa in città. E’ in atto una campagna mediatica basata sul terrorismo psicologico. In sintesi il lait motive di Erdoğan e dell’AKP è il seguente: se il suo partito non otterrà la maggioranza non ci sarà pace in Kurdistan e gli attacchi terroristici dell’ISIS continueranno. Per le stragi di Ankara e di Suruç, il governo Erdoğan attacca il PKK ed i kurdi come responsabili degli stessi.
L’HDP punta quindi molto su queste elezioni per ripristinare verità e giustizia. E’ ormai chiaro, secondo i due coopresidenti, come il governo copra l’ISIS e quindi sia politicamente complice delle stragi. Inoltre ieri sono stati trovati qui a Sanliurfa i cadaveri decapitati di due giornalisti/attivisti siriani ,uccisi per mano di ISIS che denunciavano i soprusi dell’esercito del califfo nero in Siria. Questa è un’altra prova di come ISIS abbia una quasi totale libertà di movimento in Turchia e questo è possibile solo grazie al sostegno che AKP e Erdoğan forniscono a Daesh.
Si punta quindi a riconfermare i seggi ottenuti alle scorse elezioni del 7 giugno in modo tale da sbilanciare, con l’entrata in parlamento dei deputati guidati da Demirtaş, gli equilibri di una democrazia fasulla basta sul dispotismo di Erdoğan. L’HDP è pedina fondamentale per la possibile coalizione che si potrebbe formare post voto. Lo scenario più probabile è una grossa coalizione guidata dall’AKP insieme al CHP, con una funzione di pungolo da parte del partito filo-curdo. Solo da pochi mesi, ossia da quando l’HDP è entrato in parlamento, si è scalfito il muro di omertà che vedeva anche le opposizioni storiche non denunciare gli abusi di Erdogan. Il ruolo che oggi prova a giocare l’HDP è quello di garantire la democraticità delle elezioni. Proprio per questo, i responsabili di partito, ci hanno chiesto di girare insieme a loro nei seggi dei villaggi a maggioranza araba, sedi solitamente di un monopolio dettato dall’uso della polizia durante le votazioni e luoghi dove ancora le donne delegano ,volontarie o meno, il proprio voto ai pater familias.
Secondo Sevda e Tahsin, solo con il riaffermarsi dell’HDP si garantirebbe l’aprirsi di una scenario che tenda alla stabilizzazione del Medio Oriente. Il Kurdistan è la chiave di tutto ciò, non solo per la pace in Turchia, ma anche per la sconfitta dell’ISIS in Iraq, Iran e Siria. Per questo questa tappa elettorale è fondamentale per garantire possibilità di dialogo non solo qui, ma anche in tutto il mondo. Indipendentemente poi, da come vadano le elezioni, una delle missioni del partito è riaprire il dibattito sul PKK e sul processo di pace attorno alla questione kurda. L’intervista termina affermando che, a prescindere dei governi che si sono susseguiti negli ultimi 30 anni, la persecuzione non è mai terminata.
Nel pomeriggio poi, assieme alle nostre guide/attivisti dell’HDP ci rechiamo a circa 100 km da Urfa, dopo Suruç, per parlare con Dilek e MehmetÖcalan. Ci sorprende la loro disponibilità, ad un giorno dalle elezioni, a dedicarci tutto il pomeriggio, fatto che ci fa rendere conto dell’importanza data alla relazioni internazionali. Nella sede locale dell’HDP di Halfeti ci ritroviamo insieme ai membri del partito e alcune attiviste del movimento iracheno per i diritti delle donne.Comunichiamo a Dilek il conferimento ad Abdullah Öcalan del Premio di Pace IPB-Italia 2016.
Con la deputata ci siamo soffermati sui temi trattati in mattinata e successivamente Dilek ci ha raccontato della sua crescita, politica e non, a fianco dello zio e di che cosa voglia dire portare quel cognome, cognome a cui lei rende onore fieramente ogni giorno. Dilekci ha poi portato nei luoghi dove Apo è nato e cresciuto. Dopo essere stati accolti tra le lacrime di commozione della madre di Dilek, altro segno di quanto la solidarietà internazionale sia importante per questo popolo, ci spostiamo nella casa dove è natoÖcalan. Ci sediamo in una piccola stanza coperta da tappeti, una stanza che potrebbe sembrare molto anonima se non fosse per le foto del presidente del PKK. Ad accoglierci c’è il fratello di Apo, ci salta subito all’occhio l’incredibile somiglianza tra i due. Tra i discorsi e i melograni, Mehmet e altri presenti nella stanza ci informano che i divani e i tappeti che occupiamo, anni prima furono occupati da Öcalan e dai primi membri del PKK e che proprio quella stanza altro non è che il grembo dove il partito dei lavoratori curdi si è formato. Tra i discorsi che si sono susseguiti nella stanza uno di quelli che ci è rimasto più impresso è quello di una delle due donne irachene presenti che, dopo aver ringraziato il fratello di Apo, sottolinea che solo grazie a quelle 4 mura oggi si può parlare di libertà della donna in Medio Oriente.