HRW pubblica il rapporto sull’uccisione deliberata di civili a Kobanê da parte di ISIS
Human Rights Watch ha rilasciato una dichiarazione sull’assassinio “deliberato” di centinaia di civili da parte di bande ISIS nella città di Kobanê del Kurdistan occidentale (Rojava), il 25 giugno.
Human Rights Watch ha rilasciato una dichiarazione sull’assassinio “deliberato” di centinaia di civili da parte di bande ISIS nella città di Kobanê del Kurdistan occidentale (Rojava), il 25 giugno.
HRW ha affermato che i militanti armati appartenenti allo Stato islamico, noto anche come ISIS, hanno deliberatamente colpito i civili durante l’attacco del 25 giugno 2015, dentro e attorno alla città settentrionale siriana di Kobanê, ricordando che le autorità curde siriane e i gruppi locali per i diritti umani hanno dichiarato che tra i 233 e i 262 civili sono stati uccisi e almeno 273 sono stati feriti.
Quindici testimoni, tra cui otto dei feriti, hanno riportato a Human Rights Watch l’uccisione deliberata di civili da parte di aggressori che le autorità locali e i residenti identificano come ISIS. I testimoni hanno affermato che per ingannare i civili e ottenere la loro fiducia, gli aggressori indossavano uniformi simili a quelle dei gruppi che sono stati in lotta contro ISIS a Kobanê, “Ayn al-Arab” in arabo. Gli aggressori hanno assassinato civili con armi che comprendevano fucili d’assalto, mitragliatrici, e in alcuni casi coltelli e granate, secondo quanto riferito dai testimoni e dalle autorità locali.
“I sopravvissuti descrivono una furia omicida di ISIS il cui obiettivo principale era apparentemente quello di terrorizzare i residenti locali”, ha affermato Letta Tayler, il ricercatore senior in materia di terrorismo e antiterrorismo di Human Rights Watch. “A detta di tutti, questo è stato un attacco pianificato contro la popolazione civile di quest’area.”
Il report ha evidenziato che l’attacco è cominciato intorno alle 04:00 del 25 giugno, quando i combattenti hanno lanciato tre autobombe suicide sul perimetro di Kobanê, hanno poi attraversato la città in auto bianche o a piedi, sparando i civili mentre fuggivano per le strade o cercavano di mettersi in salvo. Alcuni aggressori hanno seguito i civili fino alle loro case per assassinare un ampio numero di familiari, come hanno riportato i testimoni, gli attivisti locali, e i parenti dei morti.
Gli aggressori – ha dichiarato HRW – erano mascherati con uniformi simili a quelli delle Unità di Protezione del Popolo (YPG), che sono le forze che controllano Kobanê, e dell’Esercito Siriano Libero, un gruppo di opposizione armata che negli ultimi mesi ha combattuto ISIS a fianco a YPG.
Il report di HRW ha affermato che i cecchini hanno, inoltre, aperto il fuoco sui civili dai tetti, sparato i civili che cercano di recuperare i morti e i feriti, e preso in ostaggio decine di civili, secondo quanto riferito dai testimoni e da più di una dozzina di parenti dei morti, e da sei attivisti locali a Human Rights Watch. La maggior parte dei civili sono stati uccisi tra le 4 del mattino e metà mattina del 25 giugno, come è stato affermato. La popolazione di Kobanê è prevalentemente curda, e i testimoni hanno riferito che la maggior parte – se non tutti – i morti erano curdi.
Secondo il rapporto di HRW, i combattimenti tra le forze curde e le presunte forze ISIS sono scoppiati subito dopo, e sono continuati fino a quando le forze curde hanno ripreso il controllo della città, il 27 giugno.
Citando le autorità del Partito curdo siriano dell’Unione Democratica (PYD) – il principale partito politico dell’area – e delle YPG, HRW ha dichiarato che 233 civili sono morti durante l’attacco, di cui 23 dal villaggio di Barkh Botan sul margine meridionale del distretto di Kobanê. Due sopravvissuti di Barkh Botan hanno riferito a Human Rights Watch che i militanti armati hanno ucciso molte persone nel loro villaggio con dei coltelli e che sono stati identificati otto bambini tra i morti.